Perfetti. I piedi dei bambini sono talmente perfetti da sembrare finti. Più vellutati della più vellutata delle pesche su cui abbia mai passato le dita. Più lisci del più liscio dei cuccioli lisci che abbia mai accarezzato. Più soffici dello zucchero filato più soffice in cui abbia mai affondato le guance. Nessuna ruvidità, zero spigoli, nessuna discromia a interrompere la continuità di una perfezione surreale. Nessuna ferita, vecchia o nuova che sia.
Ci penserà il tempo a deformare, ispessire, lacerare e ricostruire. Ci penseranno gli anni e i chilometri macinati – prima a passetti traballanti e scalzi, poi con falcate sempre più decise e frenetiche – a rendere credibili quelle appendici inverosimili. A renderle autentiche, uniche e vissute, per quanto inesorabilmente imperfette.
Un po’ come accade al cuore di ciascuno di noi. Nasciamo accompagnati dalla verginità dell’anima, incapaci di assecondare altro che non sia il nostro istinto più animale. Senza sovrastrutture, senza desideri e senza ricordi. Senza pregiudizi. Ci portiamo dentro una lavagna immacolata priva di segni, di macchie, di graffi. Priva di cicatrici. Sarà il tempo ad aggiungere callosità e solchi, rughe e cavità. Sarà la vita a stessa a segnare, nel bene e nel male, il nostro cuore. A renderlo diverso da tutti gli altri miliardi di cuori che battono nel mondo. Imperfetto e ruvido, ma nostro. Vivo. Palpitante.
Solo che quello che accade nella nostra cassa toracica di solito non si vede.
Ma si vedono i piedi, deformarsi e invecchiare allo stesso ritmo del nostro cuore. Come una specie di ritratto di Dorian Gray che ci dà la misura del tempo che passa, dell’amore che entra e di quello che esce.
Che ci insegna quanto poco siamo destinati alla perfezione, e quanto sia necessario farsi stropicciare dalla vita.
4 Commenti
Ci penso spesso ai piedini di mio figlio. Quanto mi mancherà la rotondità della loro pianta, che piano piano sta già sparendo.
Grandi, devono diventare grandi. E il cuore, ogni tanto, di nascosto, piange un po’.
Fa parte dell’essere mamme, mi sa… Un bacio a quel bel cuore che ti ritrovi 😉
non ci avevo mai pensato sai? Grazie per il momento di riflessione che mi hai ispirato!
Verissimo. …….e quelle splendide manine sempre in movimento. …….piedi e mani che commuovono nella loro perfezione e dolcezza come del resto come quando lo vedo svestito mi fa sempre tenerezza….grande diventerà grande e il nodo in gola diventa stretto stretto.