Il tema è caldo (anzi rovente), e non certo da oggi. Ma da qualche tempo capita sempre più spesso che qualcuno mi chieda espressamente “cosa ho deciso di fare io”, e allora sento di non poter più rimandare un post che per certi versi trovo molto faticoso. Faticoso perché, pur trattandosi di un racconto a carattere del tutto personale, cercherò di scriverlo senza la minima traccia di sarcasmo o trasporto o parzialità, e, soprattutto, perché non è mia abitudine, da quando sono madre, dire agli altri genitori cosa dovrebbero fare con e per i propri figli.
E allora mi limiterò, come sempre, a raccontare cosa ho fatto io, e perché.
Ho sottoposto entrambi i miei figli (per Flavia, che ha 11 mesi, siamo ancora in ballo, ovviamente) non solo ai vaccini cosiddetti obbligatori, che poi obbligatori non sono di fatto più, per lo meno in alcune regioni italiane, ma anche a quelli consigliati. Davide, che frequenta il nido da quando aveva 18 mesi, lo scorso anno ha fatto anche una dose di antivaricella, come forma di tutela nei confronti della sorella allora neonata. Prima di prendere questa decisione, chiaramente in accordo con il loro papà, ho consultato diversi pediatri e letto a lungo e diffusamente, giorno e notte. Anche, o forse soprattutto, le argomentazioni dei cosiddetti antivaccinisti, in italiano e non solo.
La ragione ultima della decisione di vaccinare i miei figli è presto detta: sono assolutamente sicura del fatto che le probabilità di un effetto collaterale grave legato alla somministrazione dei vaccini siano di gran lunga inferiori rispetto a quelle di incorrere in complicanze gravi, e finanche mortali, a seguito di un incontro “naturale” con le patologie per cui è possibile vaccinare.
Credo nelle statistiche ufficiali, mi fido dell’Organizzazione mondiale della sanità (che curiosamente viene spesso citata come fonte autorevole per altre questioni, come allattamento e svezzamento, dalle stesse persone che respingono invece la sua posizione in fatto di vaccini). Mi fido di tutti gli altri organismi nazionali e internazionali, pubblici e privati – dall’Unicef all’Istituto superiore di sanità, dal ministero della Salute all’Ordine professionale dei pediatri, fino alla fondazione Veronesi, per citarne giusto qualcuno – che ribadiscono a gran voce l’efficacia dei vaccini. Credo, senza il minimo dubbio, nella buona fede del medico che ho scelto per i miei figli (e che a sua volta è un papà), credo nel percorso lungo e faticoso della medicina moderna, nelle cose che ho studiato in due esami di microbiologia e soprattutto in tutte quelle che non ho studiato io, ma coloro ai quali mi affido quando devo prendere decisioni di carattere medico.
Sono assolutamente certa che, per quanta importanza possa aver avuto il miglioramento globale dell’alimentazione e delle condizioni igienico-sanitarie, siano stati i vaccini a permettere l’eradicazione di fatto (o in qualche caso totale) di alcune malattie. E credo, di conseguenza, che smettere di vaccinare i bambini possa determinare un ritorno di tali patologie, e del carico di disabilità e lutto che si portavano dietro fino ad appena qualche decennio fa. Mi rendo conto che l’accresciuta movimentazione degli esseri umani ci espone, teoricamente, a infezioni per le quali fino a poco tempo ci ritenevamo del tutto al sicuro (questo, ci tengo a precisarlo, non mi impedisce di essere al 100% favorevole all’accoglienza dei migranti provenienti da altre parti del mondo).
Non credo, invece, alla presunta strumentalizzazione e alterazione dei dati e delle statistiche per promuovere “gli interessi delle case farmaceutiche”. Non credo che qualche lobby ci voglia tutti vaccinati per lucrare sulla nostra pelle. Non credo che la comunità scientifica ci stia nascondendo una qualche atroce verità per ragioni di convenienza economica. Penso (ma su questo, e solo su questo, non mi baso su dati ufficiali ma solo su una mia sensazione), che economicamente “convenga” di più un’epidemia che una campagna vaccinale a tappeto. Per quanto rispetti le sentenze della magistratura in fatto di “danno da vaccini”, mi resta comunque qualche dubbio di carattere meramente logico: chi può dirci cosa sarebbe accaduto a quei bambini in assenza del vaccino? Chi può escludere che nel “destino” di quei bambini ci fosse in ogni caso quella determinata problematica, a prescindere dal vaccino? Chi può giurare, in altri termini, che in assenza di vaccino quei bambini sarebbero stati sani? (Entrando nel merito di questioni strettamente scientifiche, vi invito a leggere il parere di chi ne sa più di me).
Non credo alla correlazione tra vaccini e autismo. Penso che la paura di questo nesso sia infondata e derivi dai danni incalcolabili causati dalla pubblicazione di un articolo fraudolento del medico Andrew Wakefield, radiato poi proprio in seguito alla truffa su vaccino MPR e autismo.
Al di là dei dati statistici, che pure sono l’unica base scientifica su cui penso si possa basare una decisione del genere, la mia memoria, personale e familiare, conta diversi casi di decessi o disabilità permanenti legati a poliomielite, morbillo, varicella, tetano. Anche recenti, sicuramente non più vecchi di 50 o 60 anni fa. Soprattutto, più numerosi dei danni da vaccino di cui leggo e sento parlare da qualche tempo.
So che i vaccini sono dei veri e propri farmaci, e in quanto tali possono determinare effetti negativi anche gravi. So che, oltre ai patogeni uccisi o attenuati, contengono additivi di varia natura (non più il mercurio, in ogni caso, e da diversi anni). So, per esperienza personale (mi sono sottoposta a vaccini MPR e varicella prima di cercare una gravidanza), che la somministrazione può essere fastidiosa. Mi preoccupo, e non poco, ogni volta delle possibili conseguenze sulla salute dei miei figli, e mi assicuro che siano perfettamente sani prima di portarli all’Asl per l’iniezione. Ma credo che non vaccinarli sarebbe, in definitiva, molto più rischioso. E che sarebbe pericoloso per il resto della collettività, non solo per la perdita dell’immunità di gregge, ma anche, più semplicemente, per il destino dei singoli: se uno dei miei figli, infettato per la mia decisione di non vaccinarlo, dovesse contagiare una persona che non ha potuto vaccinarsi perché troppo piccola, malata cronica o in condizioni sociali particolari, non potrei mai perdonarmelo. Non saprei convivere col pensiero che un neonato infettato da uno dei miei figli potrebbe morire, o che una donna gravida potrebbe abortire o dare alla luce un bambino disabile per la stessa ragione.
Credo sinceramente al fatto che i genitori che scelgono di obiettare siano convinti di fare la cosa più giusta per la salute dei propri bambini, e che siano altrettanto certi di non danneggiare in alcun modo i figli degli altri. Immagino che la scelta di non vaccinare non venga presa a cuor leggero e su due piedi, e che derivi in ogni caso dall’amore per i propri figli. Ma è una decisione che non posso condividere. Rispetto le persone che la compiono. Credo nella loro totale buona fede. Ma penso che sia un errore, per i loro figli e per quelli di tutti. Inclusi quelli che devono ancora nascere.
35 Commenti
non posso che sottoscrivere, anche se io sono diventata meno tollerante di te!
Sei molto fiduciosa nelle istituzioni, io lo sono molto meno.
Ma lo sei nei confronti di altre fonti di informazione, suppongo. Diciamo che ognuno sceglie in chi riporre la propria fiducia.
Concordo in toto, come avevo scritto ormai anni fa sul blog. E credo che proprio la maggiore mobilità e l’immigrazione massiccia rendano urgente tornare a vaccinare tutti: il rischio di ammalarsi di malattie un tempo debellate esiste, così come esiste quello di contagiare bambini ed adulti arrivati da paesi in cui le vaccinazioni non esistono o non sono diffuse e quindi non coperti. Se vogliamo accogliere, dobbiamo farlo pensando anche alla salute nostra e di chi accogliamo.
Ricordiamoci che c’è anche la via di mezzo. Scegliere di vaccinare non a 2 mesi e non con tutti i vaccini insieme (esavalente o trivalente). Si potrebbe riconsiderare il fatto di aspettare che questi piccoli neonati possano attendere qualche mese in più di vita e che tutti insieme magari sia solo un fatto di convenienza nella gestione delle nostre ASL e non nella giusta gestione dei vaccini stessi. In fondo tutti siamo stati vaccinati, ma con tempi e modi diversi per cui non si capisce bene che direzione prendere quando nostro figlio ha soli 2 mesi viene convocato per quella prima dose massiccia di vaccini. Forse è questo che spaventa alcuni e il fatto che non venga proposto loro di farli separati e più avanti, crea la situazione attuale. Che chi ha 2 mesi non vaccina, poi non lo fa più…
Grazie per la precisazione.
da quel che so dal punto di vista del rischio non cambia nulla
Il più importante dei motivi per cui i vaccini vengono fatti in blocco è sottoporre il tuo bambino all’assunzione di meno conservanti e stabilizzanti. Che sono la parte “pericolosa” del vaccino (possono causare allergie, ma non meno di un qualunque alimento).
Il motivo per cui viene fatto a quelle età e quegli intervalli lo hanno studiato nei decenni persone che HANNO STUDIATO. E credo che dubitare sulla base di una semplice sensazione sia da saccenti.
È l’osservazione che faccio di solito anche io. Da una parte si accusano i conservanti e gli additivi vari, dall’altra si preferisce fare sei somministrazioni al posto di una. Coerenza questa sconosciuta.
Sono d’accordo con te, Paola. Non basta saper leggere per improvvisarsi dottori.
Francamente non capisco neanche tutta la diffidenza e le accuse di lucrare alla ‘Big Pharma’ e il rimanere ciechi di fronte ai costi dei “rimedi naturali”. Due pesi e due misure anche sul modo di fare soldi?
Si comincia a 2 mesi perchè la logica è quella del “prima possibile”, perchè siano coperti, appunto “il prima possibile”. Alcuni vaccini, per altro, non hanno efficacia se non dopo alcune dosi, tipo il tetano, che viene fatto presto proprio perchè poi a 1 anno, quando vanno in giro e cadono e si possono procurare escoriazioni, sono già coperti.
Le pratiche sanitarie pubbliche devono comunque sempre tenere conto anche del fattore “pratico” ed è indubbio che sia più pratico convocare il bambino e risolvere il vaccino in meno sedute possibili (anche per i genitori, per altro, 9 convocazioni separate sarebbero abbastanza complesse da gestire), il tutto considerato anche in funzione della compatibilità con la salute dei bambini stessi.
Queste obiezioni sono pretestuose e inconsistenti, e per questioni mediche sarebbe più logico affidarsi a chi pratica la medicina dopo avere, per altro, studiato almeno per 10 anni, invece che ad Dio Google.
Un anno? I miei figli gattonano felicemente da molto prima. Giocano con la sabbia, le foglie, la terra. Ogni volta penso: tanto hanno fatto l’antitetanica! E ancora: nove somministrazioni diverse non aumenterebbero considerevolmente la quantità dei famigerati additivi iniettati? Mi pare che il fronte complottista su questo si contraddica palesemente.
Condivido d aggiungo che anche se sono una mamma che non ha vaccinato a suo tempo il proprio miglio,ringrazio d ammiro chi con ampi tanto rispetto e attenzione è riuscito a evidenziare l’etica di questo argomento.che non è certo la stessa di chi,a suo tempo,mi ha perseguitata per anni,cercando con metodi anche coercitivi,di vaccinare mio figlio.per fortuna oggi se ne parla di più.e meglio. Non c’è una scelta migliore m peggiore.condivido le scelte fatte a salvaguardia di una popolazione.non condivido invece la strumentalizzazione e l ‘incompetenza,da qualsiasi parte essa si trovi.il dissenso informato va rispettato.senza nascondersi dietro la burocrazia e la faziosità di certi professionisti,che per fortuna non sono tutti.
Io ho vicinato i miei figli (non prima di un’anno e non con tutti i vaccini proposti) per un motivo molto semplice: Spesso (non sempre!) i vaccini offrano una buona protezione contro delle malattie con cui io non sono pronta a rischiare che i miei figli si ammalano (e ovviamente con cui non voglio vedere soffrire altre persone nemmeno). E basta.
Il Institute of Medicine’s report di 2013 (http://www.cdc.gov/vaccinesafety/research/iomreports/index.html) sulla sicurezza dei vaccini dice che NON CI SONO STUDI A LUNGO TERMINI sui effetti dei vaccini. NON ABBIAMO FATTO la ricerca e NON SAPPIAMO cosa sono i effetti alla lunga. Quindi quando il medico (o l’infermiera nel nostro caso) mi dice che è tutto sicuro e di non preoccuparmi, è un fatto che non sa di cosa parla. Mi può parlare dei effetti secondari dei vaccini, dei problemi e complicazioni delle malattie che proviamo a prevenire, delle statistiche (conosciute, contate) di bimbi che fanno una reazione seria alla vaccinazione, ma non dovrebbe essere autorizzata a dire più di quello.
Non penso che i vaccini sono per forza sicuri e soprattuto non credo che gli istituzioni hanno sempre il nostro benessere a cuore. Tu hai parlato del’Organizzazione mondiale della sanità – in cui la persona responsabile delle ricerche sull’autismo aveva azioni proprie della compagnia che fabbrica il vaccino che stava ricercando! (Purtroppo non sto inventando questa storia!)
Non penso che i vaccini sono senza rischi, sono consapevole della possibilità che i miei figli più tardi potrebbero sviluppare un allergia o una malattia autoimmunitario grazie a loro, e ogni volta che li ho portati ai appuntamenti (per ricevere UNA vaccinazione alla volta!) ho avuto paura, ma ho accettato i rischi perché sappiamo che nonostante tutto, la vaccinazione ha anche un effetto positivo per quanto riguarda delle malattie grave.
Sai… nei ultimi 3 anni, il mondo medico ha cambiato di punto di vista su tante cose che prima erano accettate come “vere”… l’uso del’aspirina per la prevenzione di attacchi di cuore, la frequenza che dovremo avere i pap test, le mammografie, i test della prostata, l’uso delle statine per la prevenzione delle malattie di cuore… ecc ecc ecc…. La scienza sta evoluendo continuamente, e quello che sappiamo adesso sull’ordinaria amministrazione dei vaccini ai bimbi potrebbe cambiare domani. La scienza è bassata sul fatto di fare le più domande possibile, di non prendere mai niente come la verità assoluta. La vaccinazione non è l’unico aspetto della scienza medica che non ha bisogno di essere messa in discussione. Secondo me, è il nostro dovere come genitori di questionare, questionare, questionare ancora, e di non fidarci di qualcosa solo perché lo dice uno/a che porta una giacca bianca.
Per ora ho deciso di vaccinare basato su quello che so e quello che è saputo adesso. Se nessuno avesse questionato l’uso del mercurio nei vaccini, forse ci sarebbe ancora oggi.
Basta… ne potrei parlare tutto il giorno ma andiamo avanti. 🙂
Grazie della tua testimonianza, Karen! 🙂
Se hai letto tutto il report, dice esattamente l’opposto. Che ci sono studi di oltre trent’anni, che le vaccinazioni sono raccomandate e che purtroppo per studiare alcune reazioni avverse (non problemi di salute a lungo termine, ma reazioni avverse) alcuni bambini cavia sarebbe auspicabile avessero meno vaccini. È proprio vero, i vaccini sono vittime del loro straordinario successo.
Ma abbiamo letto lo stesso report?
“Furthermore, because beneficiaries move between plans because of choice, a job change, or other factors, the ability to monitor children for an extended period may be limited. Although the average time spent in the VSD is not known, more than half of the children born in 2001 and included in the system at that time are still in the system (Frank DeStefano, personal communication). Although studies have used the VSD to select the cohort and have augmented VSD data with data from other sources, the committee was not aware of any studies that have monitored a VSD cohort outside the health plan structure over time. This sort of longer-term follow-up may be important to the study of the safety of the immunization schedule, and if such follow-up is undertaken, ethical and confidentiality issues will need to be explored…. Though neither Mini-Sentinel nor any of the other existing surveillance systems described above have yet been used to evaluate health outcomes associated with the entire recommended childhood immunization schedule, there is great potential in these large database initiatives to monitor rare adverse events potentially associated with the childhood immunization schedule…. Although the HIPC offers a promising approach to studying health outcomes of the childhood immunization schedule, researchers will require data on the effects of age, environment, infectious exposures, lifestyle, and many other possibly confounding variables before any conclusions can be drawn (Hackett, 2012).”
Detto questo, è chiaro che il tono del report è per la maggior parte positivo. Come ho detto nella mia risposta, è chiaro a tutti (anche a quelli che scelgono di non vaccinare) che i vaccini sono spesso molto utili a prevenire malattie. Ma purtroppo questo non toglie il fatto che ci sono tante cose che non sappiamo (quando dico “sappiamo” intendo la communita scientifica) sull’effetto a lungo termini dei vaccini. Io ho scelto di vaccinare i miei figli comunque, ma non mi deludo che è tutto perfettamente sicuro e sempre senza rischio.
Gentile Karen, sono medico e credo di condividere il 100% di quanto ha dichiarato. È solo chi è davvero uno scienziato che scrive in questi termini. Il dubbio è l’unica, vera certezza. Grazie
Non c’è bisogno di insultarmi, ho letto il report (nella mia madre lingua) e non dice assolutamente l’opposto.
Ma in ogni caso, il punto non era di dire “sono sicuri” o “non sono sicuri”, era di esprimere che ci sono tante cose che non sappiamo ancora, e a me sembra prudente saperlo per poter fare una scelta informata e accettare i rischi quando decidiamo di vaccinare. Fin quando la discussione rimane bloccata nel “per o contro” dei vaccini non andremo mai da nessuna parte. L’apertura mentale è fondamentale!
Ha fatto più danni il Dio Google che la Peste nel ‘600.
Condivido fortemente le tue convinzioni e non avrei saputo esprimerle meglio!
Io mi domando come si fa ad asserire che non abbiamo studi a lungo termine a cui affidarci quando abbiamo intere generazioni già vaccinate e probabilmente salvate dalle più terribili malattie sotto gli occhi.
Su quali lassi temporali andrebbero testati i vaccini, sulle ere geologiche? E nel frattempo torniamo tutti nel 1800 e facciamo morire i nostri bambini di malattie che non ricordiamo neanche più?
Come si fa ad essere così miopi da non capire che i racconti delle nostre nonne sono, appunto, solo racconti, perchè certe malattie sono di fatto scomparse dalla nostra esperienza, tanto che non sapremmo neanche descriverne gli effetti, se interrogati? Tanto che non ne riconosciamo i segni sui corpi di certi accattoni ai semafori?
Come si fa ad essere così miopi da abdicare ad un progresso straordinario, in nome della presunzione di essere “più intelligenti” della Scienza ufficiale? Quella che tutti i giorni ci cura, ci analizza e ci permette di arrivare in salute fin oltre agli 80 anni?
Come si fa ad essere così miopi dal mettere in dubbio il progresso di decenni, in seguito ad una ricerca su Google?
Senza tornare ai nostri nonni, io conosco personalmente almeno 5 persone rimaste disabili per la poliomielite, nonché un morto per complicazioni da varicella (pochi anni fa, era un adolescente sano e forte) e due per morbillo (uno dei quali era un cugino di mia madre, parliamo al massimo di 50/55 anni fa).
Non so se questo commento si riferisce a quello che ho scritto… Scusa, non sono italiana e forse non sono stata chiara…. Quando ho parlato dei effetti a lungo termini, non è una questione di se i vaccini prevengono le malattie. Come ho detto, quello è chiarissimo a chiunque.. È una quesitone dell’effetto a lungo termine sul sistema immunitario in general… allergie, malattie autoimmunitario, ecc. Questo non lo dico io, non lo dice Google, ma lo dicono tanti medici. Ne vale la pena comunque? È meglio avere l’asma che l’epatite B? Sicuramente. Ma restiamo realistici e soprattuto aperti mentalmente!!
Il problema è anche l’assenza di dati a lungo termine sui bambini NON vaccinati. Nel senso: l’aumento delle allergie, delle malattie autoimmuni, delle intolleranze e tutto il resto è imputabile ai vaccini o ad altri fattori (alimentazione, inquinamento ambientale, etc)? Oppure in realtà non c’è stato alcun aumento, ma sono solo state perfezionate le tecniche diagnostiche (discorso che vale perfettamente anche per l’autismo)? È una situazione complessa, come dici tu si tratta di vare una valutazione dei rischi e dei benefici, che non può che basarsi su dati statistici a larga scala, e scegliere di conseguenza.
Da mamma di un bimbo di 6 mesi, condivido in pieno. Soprattutto la chiusa. E al di là di tutte le discussioni che si possono fare sull’argomento, e delle posizioni che si possono prendere, questi sono gli stessi motivi per cui anche io ho vaccinato mio figlio e continuerò a farlo, anche con i vaccini facoltativi.
Ecco, potrei averlo scritto io…cioé no, non l’avrei saputo scrivere così bene, ma condivido tutto quello che dici! Dopo 3 figli anche io ho letto innumerevoli articoli, ho chiesto, ho riflettuto e alla fine la conclusione é che non sono in grado io, da sola, di sapere se i vaccini facciano più bene o più male. Mi devo quindi fidare di qualcuno e penso che le fonti ufficiali siano ancora le più autorevoli.
Certo, ad ogni vaccino (l’ultimo figlio ha un anno e quindi anche noi non ne siamo fuori…) c’é un po’ di ansia, la consapevolezza che come tutti i medicinali, ci possono essere effetti collaterali, però penso di fare la cosa giusta, per i miei figli come singole persone e per la nostra comunità (intesa come gruppo di persone che vivono insieme, in senso lato comprende la mia città, il mio paese, ma anche l’umanità intera).
Grazie, cara!
Coerenza questa sconosciuta é pensare che pensieri diversi dal proprio spaventano più di pensieri che si pongono il dubbio se rimanere tali e uguali della maggioranza!
Silvana leggevo il tuo blog con interesse e partecipazione essendo anche io mamma portatrice.
Sinceramente questo tuo articolo, così come alcune tue affermazioni mi hanno profondamente deluso. Potrei scrivere molte cose, ma un più lungo commento e rispettive domande in questa sede non avrebbero senso.
Ti lascio solo un paio di input. “Ogni volta penso: tanto hanno fatto l’antitetanica!” presumo che quindi ti sia preoccupata di verificare l’immunità dei tuoi figli che giocano al parco, dopo la loro vaccinazione, esattamente come hai fatto gli esami in gravidanza per capire se avevi gli anticorpi della rosolia da cui ti sei vaccinata esatto? (sai cosa sono i non responder e rispettive percentuali per ogni vaccino?)
E spero che ti fossi vaccinata anche di pertosse (e tuo marito e i nonni e i parenti), e avessi fatto i richiami fino ad allora, dato che i tuoi neonati averebbero potuto contrarla da te (e gli altri) appena nati (e la pericolosità della pertosse è sopratutto nei primi mesi) esatto? Ah, e il ‘morto per complicazioni da varicella (pochi anni fa, era un adolescente sano e forte)’ già adolescente…http://www.epicentro.iss.it/problemi/varicella/jid.asp e altri che non sto qui a linkarti lascio a te la fatica…
…forse ti converrebbe informarti un poco di più (e formarti un’idea più chiara) e leggerti gli studi da fonti ufficiali, forse le letture ‘a lungo e diffusamente, giorno e notte’ non sono servite.
Buona giornata (e sonni sereni) con le tue sicurezze.
(ps. hai anche un 30 all’esame di statistica? Ti servirebbe per leggere con senso le fonti così come servirebbe a molti pediatri, quasi tutti da citare in giudizio per illecito statistisco 🙂 se esistesse).
Ciao Silvia, grazie per i tuoi input. Mi dispiace per il tuo tono sarcastico e vagamente offensivo (ho fatto un esame di statistica, e so cos’è un non responder). Rispondo per educazione, per quanto le tue domande pretestuose non sembrerebbero attendersi una vera risposta… Ho controllato i miei anticorpi per la rosolia prima e durante la gravidanza (oltre che per la varicella e ovviamente per citomegalovirus e toxoplasmosi). Ho verificato il titolo anticorpale anche per morbillo e parotite, prima e dopo i vaccini (due volte, a distanza di tempo). Ho fatto un’antitetanica quando ho lavorato per un periodo nei parchi naturali, ho controllato successivamente di essere immune e farò il richiamo nel 2018. Ho contratto la pertosse alla tenera età di 10 mesi, con grande sofferenza, strascichi lunghissimi e pesanti cure mediche per venirne fuori (e l’hanno contratta i miei genitori e mio marito, i miei figli sono stati vaccinati il prima possibile). Il ragazzo morto per le complicazioni della varicella non era vaccinato, ma non è questo il punto. I miei figli hanno fatto tre dosi di antitetanica nel primo anno di vita, non ho ritenuto necessario sottoporli a un prelievo di sangue per verificare l’effettiva immunizzazione. Infine: se mi conoscessi sapresti che ho ben poche certezze, ritengo solo, in totale coscienza e buona fede, di aver agito sempre nel modo che coi miei limiti ritengo il migliore per loro. Cosa che sicuramente fai anche tu e che io, a differenza tua, non mi sogno di commentare con sarcasmo e supponenza.
Ho letto solo ora questo tuo post. Ho letto tutti i commenti.
Senza sarcasmo o altro ti dico che non ho vaccinato mio figlio e sono contenta di non averlo fatto.
Ha fatto la pertosse presa da un coetano vaccinato ed è durata un mese, non per questo mi sono allarmata l’avevo fatta acnhe io da piccola.
Mio figlio sta benissimo e non ha avuto strascichi e penso fortemente perchè ha proprio delle difese immunitarie forti perchè non è stato vaccinato.
Di tutta questa questione così spinosa trovo solo una cosa da dire: odio l’odio che ne esce fuori.
L’odio di chi vaccina contro chi non vaccina e viceversa.
credo fermamente che le scelte che facciamo per i nostri figli siano quello che crediamo meglio per loro e basta.
Nessuno studio o medico o altro mi farà cambiare idea ma condivido e non giudico chi ha fatto una scelta diversa dalla mia perchè sono convinta che l’abbia fatta consapevolmente e che ritiene sia la scelta migliore per suo figlio. punto.
Un abbraccio e continuerò a leggerti sempre e non smetterò di certo perchè la vediamo diversamente 😉
Lisa
Silvana scusa ancora, ma la supponenza è la tua se ritieni che passando la pertosse si sia immuni tutta la vita. Contratta alla tenera età di 10 mesi + 15 anni (circa… essendo noi DNA non siamo tutti uguali)…fai un po’ tu i tuoi conti. Assolutamente non eri immune, NON si è immuni a vita da pertosse. Non andrò avanti ancora a risponderti riguardo altre inesattezze, non ne ho il tempo. Spero però che da parte tua farai nuove letture. Comunque ci tenevo ancora a sottolineare che mi spiace molto constatare che anche tu quando qualcuno ti risponde confutando un tuo ‘articolo’ (con sarcasmo lo ammetto, d’altronde questo mi è uscito, dovendo rispondere a un ‘articolo’ di una madre blogger che come tale si pone come riferimento per tante mamme che leggono, contribuendo ancora di più a fare circolare inesattezze riguardo i vaccini) che evidentemente non ha dietro solite basi, te ne esci attaccando chi te lo fa notare. Dico ‘anche tu’ perché purtroppo mi capita spesso di leggere certe inesattezze, e dico ‘articolo’ (tra virgolette) perché quanto meno bisognerebbe verificare di conoscere l’argomento prima di scriverne. Saluti.
Quindi se uno dei tuoi figli incorresse in un danno da vaccino più o meno grave, tu saresti comunque serena che prima o poi doveva comunque accadere, e non avresti nessun rimorso, perchè l’hai salvato da potenziali danni derivanti dal fatto di prendere malattie per cui esiste un vaccino. Se è così è un pensiero coerente.
Diciamo che prima di tutto dubiterei fortemente della correlazione causa/effetto tra vaccino e “danno”, al di là della concomitanza temporale. Se questa relazione fosse dimostrata, penserei che l’incontro col patogeno selvaggio avrebbe potuto fare, a questo punto, danni ancora più gravi. Detto ciò, capisco bene, umanamente, la disperazione di chi si trova dinanzi a una diagnosi terribile e ha bisogno di prendersela con qualcosa.