Ci sono giornate in cui mi sento assediata dal pattume. Per quanto si estenda il mio campo visivo, per quanto io possa volgere altrove lo sguardo, l’immondizia è sempre lì. Che monta dagli angoli, che fa capolino da certi anfratti mai abbastanza reconditi, che trabocca dai tappeti lisi. Vecchie cose, scarti, cocci. Scorie lasciate alla polvere per mesi o anni. Grumi di vita passata che nessuno si è mai preso la briga di gettare via. Incrostazioni più o meno datate che si ostinano a catturare la mia attenzione, a pretenderla. Peli e pelle e polvere che rotolano senza posa, roba accartocciata, roba appassita, roba quasi rancida. Roba morta.
Pattume dappertutto.
E non basta il vento caldo di scirocco che entra dalle finestre aperte. Non basta l’acqua che scorre, gelida, a lavare via la superficie, una volta e un’altra e un’altra ancora. Non è sufficiente chiudere in un sacco enorme tutto quello che non serve, che non funziona, che non ha più senso. Non basta il tempo, che tutto corrode, tutto appiana, tutto cancella.
Ci vorrebbe un’altra casa. Un’altra strada, un nome diverso, un cuore nuovo. Ci vorrebbe un’altra vita.
Ci vorrebbe il mare, almeno lui.
10 Commenti
Scappare, insomma. Torniamo sempre lì.
Già.
mi verrebbe da chiederti: cosa ti succede in questi giorni?
Un po’ di solitudine. E nessuno, tra le persone “vicine” che mi rivolga la domanda che hai appena fatto tu.
mi spiace.. proprio le persone che ci sono più vicine molto spesso sono quelle che meno notano i nostri stati d’animo.. la solitudine delle mie emozioni io l’ho provata soprattuto da quando sono mamma.. soprattuto con mio marito.. e soprattutto con lui ho iniziato a spiegare le mie emozioni come non avevo mai fatto prima.. è il solo modo che ho trovato per renderlo davvero presente nella mia esperienza di genitorialità.. e ti confesso.. in alcuni casi ho rubato anche qualche tua pagina per aiutarmi nell’ardua fatica di comunicare..
comunque per quel che può servire.. ti sono vicina, se non altro virtualmente… un abbraccio
NO, dai!
perchè solitudine?
Situazioni, circostanze. Scelte fatte e subite, forse. Succede, passerà.
Avevo risposto al tuo precedente post sui viaggi ma temo non sia riuscita a pubblicarlo, sigh! Per il tema fuga ti comprendo appieno, anche a me spesso parte l’embolo di fuggire alle Maldive! Per quanto riguarda il tema solitudine e incompresione, ti abbraccio forte: l’ho provato dopo la nascita di 2G e non è affatto una bella sensazione. Fuggi una giornata al mare da sola con le amiche, magari ti serve a ripulire tutto e a ripartire di slancio! In bocca al lupo
Grazie. Io sono incline a questi momenti. Per fortuna poi passano.
Capisco il “bisogno di mare”, arriva a volte così immediato ed intenso, quasi a voler riportarti indietro a quella sensazione di libertà e benessere che tanto ti ha nutrito…..
In ogni modo, a volte, anche qualche piccolo cambiamento può far bene, la nostra comfort zone a volte ci rassicura e a volte ci disorienta…e quando il disorientamento incombe forse è l’ora di cambiare, non una grande cosa, a volte basta cambiare una piccola cosa della nostra vita per innescare un meccanismo virtuoso di rigenerazione.