Quando i giorni rotolano identici l’uno accanto all’altro. Senza leggerezza, senza requie. Scanditi da colpi di tosse e pianti isterici, dalle attese dal pediatra e dalle indicazioni nei bugiardini delle medicine. Quando si concludono con la sensazione di essere stati sprecati. Senza la doverosa gioia, senza pazienza, e soprattutto senza fantasia. Senza atti d’amore, direbbe un poeta che veneravo nella mia vita precedente.
Quando le cose da fare sembrano talmente faticose, da non riuscire a farne bene nemmeno una. Quando dovresti lavarti i capelli da giorni, quando il tuo gatto vorrebbe solo giocare qualche minuto con te. E tu non sai se continui a rimandare l’una cosa e l’altra perché ti manca il tempo o piuttosto la voglia per farle.
Quando le notti incombono feroci come la minaccia di ore estenuanti, invece di promettere ristoro e silenzio e morbidezza. Quando i sogni, che spesso sono incubi, vanno in scena concitati e rotti nelle prime ore del mattino.
Quando l’ansia, esagerata dalla fatica e dal rimorso, ti consuma più del dovuto, e la paura di quello che potrebbe accadere ti impedisce di ringraziare, come dovresti, per quello che non è ancora successo (e che pure hai davanti agli occhi di continuo).
Quando il ritardo si accumula, inesorabile. Le occasioni sfuggono tra le dita fiacche e le idee scivolano via dalla mente provata. Quando la tua vita resta immobile a languire sotto coltri di polvere e tela di ragno, mentre tu ti accontenti di arrivare in qualche modo a primavera.
Quando ogni azione quotidiana, banale e piccola, richiede un impegno estenuante. Negoziati infiniti, lusinghe, promesse e, nei casi peggiori, urla e minacce.
Quando sapere perfettamente che i tuoi problemi sono piccoli e ordinari, davvero poca roba dinanzi alle sfide epiche che la vita riserva ogni giorno a tanta gente, non sempre ti basta per affrontarli col necessario sorriso.
Quando ti sembra che in fondo i tuoi sforzi siano vani. Che l’impegno che profondi da anni con quotidiana fatica non porti ad alcun risultato durevole. Che le cose a cui hai rinunciato con amore siano soltanto un colossale spreco. Quando ti appare evidente che il tuo stesso amore non generi negli altri la felicità che speravi.
È allora che in qualche fossa abissale di te prende forma la domanda che non dovresti mai nemmeno concepire. Si insinua tra le rughe della tua materia grigia. Sgradevole, oscena. Fa vacillare il senso stesso della tua esistenza, squassa le fondamenta che reggono l’impalcatura delle tue scelte più importanti. Ti arriva alle orecchie come la più inutile delle bestemmie, erompe sulle tue labbra in conati di rammarico e sensi di colpa. Amara come il pentimento, sterile come il senno di poi. Traditrice come il miraggio di una pozza tremolante sull’asfalto infuocato di agosto.
La risposta, per fortuna, la conosci. Ce l’hai stampata dentro, ti scorre nel sangue e ti fa fremere la pelle e il ventre. La risposta è la tua stessa vita, che va nella sola direzione possibile, inarrestabile e fortissima. Però quanto ti costa, certe volte, ricordarla a te stesso. Zittire quella voce eretica e andare avanti. Senza rimpianti e senza paura.
13 Commenti
A me quella domanda sale alle labbra spesso e non sempre la risposta mi pare scontata. Poi basta poco, per ritrovarla, ma non è affatto scontata.
In ogni caso, hai descritto benissimo le sensazioni che provo, in quei casi.
Grazie per la sincerità. Significa tantissimo!
Ecco che arriva puntuale il tuo articolo, ancora una volta una boccata di ossigeno. Risalgo verso l’alto, dopo una lunga apnea. Grazie.
Grazie a te, davvero.
Anch’io mi sono sentita così tante volte e ogni tanto mi ci sento ancora! Forza Silvana passerà anche questa!
Certo che passerà! Grazie di cuore.
Come ti capisco, proprio questa mattina, dopo l’ennesima notte insonne da un anno e mezzo a questa parte,ho commesso l’errore di scaraventare su di lui tutta la fatica, la rabbia, e l’insoddisfazione che covo da tempo urlandogli in faccia … che mamma orribile! E sinceramente non è la prima volta.
Che mamma umana, direi io! Capita a tutte di perdere il controllo. Respira, perdonati e chiedi scusa a lui. Capirà! ♡
Dimenticavo…come sempre bellissimo articolo
Come sempre descrivi perfettamente i mie stati d’animo! Grazie di non farmi sentire sola in questo percorso meraviglioso e difficilissimo!
Grazie a te per fare altrettanto con me!
Ce lo siamo chiesto tutte, se ne vale davvero la pena. Ma non tutte lo ammettiamo.
Capita…Capita… e ricapita…!!
La nostra debolezza…la nostra umanità prende forma.. anche quella che non vorremmo.!!
Quando accade.. mi sento uno schifo ma abbraccio forte mia figlia…la stringo e.. con tutta me stessa.. con tutta la mia fatica Le dico Perdonami…Perdonami..!!
Mamma è qui con Te..!!