Sono una donna e mastico di calcio. Ma anche di ciclismo, di basket, di Formula 1. Anche se negli anni mi sono allontanata dallo sport, sono cresciuta leggendo la Gazzetta, stracciando gli amici al Fantacalcio, snocciolando a memoria le formazioni di Serie A, il ranking mondiale di tennis, i Passi più celebri del Giro d’Italia.
Sono una donna e detesto guidare. Ma il codice della strada lo conosco bene, a scuola guida ero la migliore del mio corso.
Sono una donna e sono io, in casa, che appendo quadri, prendo misure, cambio batterie e azzardo piccole riparazioni. Sono io che, se andiamo a visitare un appartamento in vendita, mi informo con l’agente in fatto di materiali, consumi, dotazioni antisismiche. Perché sono io, nella coppia di cui faccio parte, a essere la più informata in fatto di edilizia e manutenzioni.
Sono una donna e, guarda un po’, ho imparato a leggere. A cinque anni. Particolarmente bene.
Sono una donna e non so nulla in materia di moda, di ginnastica artistica, di smalto semipermanente. Ma ho una laurea scientifica e trascorsi da grande amante della matematica. Sono una donna e sono appassionata di cose considerate “femminili” (le candele, gli oli essenziali, la narrativa) e di altre ritenute di pertinenza “maschile” (il whiskey, la birra, le serie fantasy). Perché, semplicemente, non esistono ambiti di competenza “per maschi e per femmine”, ma solo interessi e attitudini personali.
Sono una donna che comprende e conosce un sacco di cose, altrettante ne ignora e moltissime spera ancora di impararne. Come ogni donna e ogni uomo che cammini errante su questa Terra.
Sono una donna e non ho bisogno che un maschio mi spieghi necessariamente le cose, a meno che non sia io a richiederlo in modo esplicito. Che dia per scontato di dovermi aiutare a capire il fuorigioco, il motore ibrido, le classi di efficienza di una caldaia. Non ho bisogno che un maschio mi tratti con sufficienza e paternalismo, che mi guardi con un sorrisetto sarcastico mentre mi educe su argomenti di cui crede di saperne più di me solo in quanto maschio. E di cui, magari, sono in effetti più esperta di lui. Sono una donna e sogno un mondo libero dal “mansplaining”, dai “maschi che ci spiegano cose”, dando per certo che ne abbiamo bisogno. Perché non esistono limiti a quello di cui una “femmina” può essere interessata o esperta. Esattamente come per i maschi. Se non capisco qualcosa, state tranquilli, ve lo dico io.
*La bellissima illustrazione è della mia amica Elisabetta Bronzino “Minoma”, che ringrazio per aver tradotto in arte, con talento e grande efficacia, quello che le mie parole volevano esprimere.