Mi capita spesso, ora che non siete più così piccoli, di chiedermi cosa resterà di questa vostra infanzia che stiamo vivendo tanto intensamente. Di questi anni condivisi fino quasi alla simbiosi, delle migliaia di miglia percorse fianco a fianco, dentro e fuor di metafora. Percorse mano nella mano finché voi me lo concederete, finché ne avrete bisogno, finché ne avrete voglia. Percorse quasi sempre al vostro passo – inizialmente così incerto e lento, ora via via più frenetico, tanto che quasi stento a starvi dietro – ma ogni tanto con me che vi trascino, assediata dalla mia impazienza adulta, dalla fretta che avvelena i miei giorni e, di conseguenza, anche una parte dei vostri.
Mi capita spesso, ora che ci vedo procedere a passi sempre più spediti verso la fine di questa vostra infanzia faticosa e colorata, di chiedermi cosa ricorderete, cosa porterete con voi quando sarete voi stessi a reggere il timone, a interpretare le stelle, a dettare l’andatura. Di cosa è impastata la terra nella quale affondano le vostre radici? Quali sensazioni vi faranno trasalire, una volta adulti, catapultandovi all’improvviso a questa decade bambina che state trascorrendo insieme a me? Il profumo del mare nel quale giochiamo insieme? Il sapore della salsa di pomodoro che preparo in estate e di cui faccio scorta per affrontare l’inverno? La luce delle candele che accendo ogni sera quando è ora di cena? La melodia delle mie canzoni preferite, il suono della mia voce quando leggo per voi, le decine di migliaia di ora trascorse assieme a fare cose che, in molti casi, mai avrei pensato di riuscire a fare? Si farà dolce il pensiero, quando tornerete con la mente a quello che ora è il nostro presente che sembra così ordinario, così ripetitivo, così banale?
Una cosa, alla fine, vorrei che restasse – di questi anni che non ho ancora capito se sono io che sto regalando a voi, oppure viceversa – nella vostra memoria silente, nella vostra coscienza, nella vostra intima consapevolezza di figli, di persone, di esseri umani. La certezza di essere stati amati in ogni modo possibile. La certezza di essere stati sempre amati per quello che siete. Esattamente per quello che siete. Anche se siete diversi da come sono io, da come ero io alla vostra età, da come vi immaginavo e, in certi casi, da come mi aspettavo che sareste stati. La certezza di essere amati, di essere meritevoli di un amore grande e puro. Di un amore eterno. La certezza di essere meritevoli di perseguire la vostra felicità, con ogni mezzo che non sia lesivo dell’altrui diritto a fare altrettanto. La certezza di avere il diritto e il dovere di essere sempre voi. Di essere autentici, di essere veri, di essere fedeli a quello che siete e di somigliare sempre di più a quello che volete diventare. La certezza di essere nati con un solo preciso scopo: essere amati, amare a vostra volta ed essere il più possibile felici.
Se davvero fosse questa, l’eredità che riuscirò a lasciarvi quando mi toccherà cedere il passo e guardarvi le spalle, se fosse questo il retrogusto che accompagnerà il ricordo dei vostri primi anni di vita (questo, e non la memoria delle centinaia di luoghi in cui siamo stati insieme, degli spettacoli a cui abbiamo assistito, dei giochi che abbiamo fatto insieme, dei pasti che vi ho servito, delle storie che ho inventato per voi, delle canzoni che vi ho cantato, delle notti in cui ho vegliato sul vostro respiro), allora saprò di avere fatto un buon lavoro. Di avervi lasciato al mondo con il solo bagaglio che occorre: la certezza di essere amati.
2 Commenti
Non riesco mai ad arrivare alla fine di un tuo articolo sul tema “essere mamma”, senza commuovermi… mi piace tantissimo quello che scrivi e come lo scrivi….complimenti!
Grazie mille, che bel complimento!