Ci sono cose che non si dimenticano per una vita intera. L’odore della colla vinilica, ad esempio. O la sensazione di una matita di legno stretta tra i premolari. Gli abiti compressi sotto un grembiule a quadretti, il rumore di un evidenziatore che scorre, le pagine di un diario nuovo che faticano a restare aperte. Quel nodo in gola che è un misto di nostalgia per l’estate che è appena finita e di emozione per il nuovo anno che sta per cominciare. Il nuovo anno, sì. Perché il vero Capodanno, nonostante le bugie millenarie dei calendari, incomincia a settembre, ed è fatto di bilanci e buoni propositi, ripartenze e rivoluzioni.
Il mio nuovo anno si chiama consapevolezza e si chiama transizione. Un figlio che cresce e passerà più tempo fuori casa, tornando con addosso gli stessi odori – tempere, colla, cibo infantile – che avevo io alla sua età. Una figlia che è ancora piccola, anche se non più così piccola, e che mi inchioda dinanzi alla certezza del tempo che passa, benigno e traditore allo stesso tempo. Una vita sociale da ricostruire, un lavoro da salvare, un corpo da rimettere in forma. E poi una nipote in arrivo, un gatto troppo mordace, una pianta di Aloe da mantenere viva. Un progetto che potrebbe diventare importante se solo io gli concedessi una possibilità.
Vite che crescono, vite che cominciano, vite che devono andare avanti.
Quest’anno non faccio promesse a me stessa. Detesto mentire.
2 Commenti
L’importante è fare ed impegnarsi, le promesse in sè non valgono niente!
in bocca al lupo per tutti, ma proprio tutti i tuoi progetti. Tranquilla per la pianta di aloe, sono tra le più tenaci ed attaccate alla vita. Buon anno, cara Silvana, hai negli occhi e nel cuore la luce di quelle donne che sanno aprire, con forza e determinazione, tutte le porte che si troveranno dinnanzi.