Non è semplice essere triste, quando sei una madre. Specie se i tuoi figli sono piccoli. Ci sono questi minuscoli umani che vogliono giocare, che ridono e saltellano e cantano come se non ci fosse un domani (e in effetti loro neanche sanno cosa sia, il domani). Che si sentono al centro del mondo, che danno per scontato che tu abbia voglia di divertirti esattamente quanto loro o, al contrario, che sia disponibile a consolarli senza esitazione dalle loro piccole gigantesche infelicità. Anche quando in realtà sei tu che avresti bisogno di essere consolata, compresa, incoraggiata. Che si straniscono immediatamente se ti sentono turbata, distratta, tesa. Che sgranano gli occhi se ti vedono piangere.
E poi c’è sempre qualcuno pronto a ricordarti che “tuo figlio è una spugna”, e sei tu sei triste lui “ne risente”, che i bambini hanno bisogno di sorrisi e via dicendo. La tua serenità diventa in qualche modo l’ennesimo imperativo morale che grava sulla tua maternità. Il buonumore come obbligo parentale, la felicità come dovere quotidiano da compiere.
Del resto, hai avuto dei figli: per quale motivo dovresti mai lamentarti?
Eppure la tristezza è naturale come l’allegria. Di più: è funzionale all’allegria, le è indispensabile. Non saremmo in grado di riconoscere la felicità se in precedenza non avessimo sperimentato il dolore almeno una volta. E allora è questo, forse, che dovremmo insegnare ai nostri figli.
Concediti, qualche volta, di essere triste. Non crogiolarti nel dolore, ma non averne paura. Passerà, con il tempo e con l’amore. E se tua madre piange, non spaventarti. Essere triste non le impedirà di amarti, di sostenerti, di condividere le tue felicità. E, soprattutto, ricorda sempre che se tua madre piange non è colpa tua. Anzi. Lei sarebbe ancora più triste se non ti avesse al suo fianco.
Essere sempre contenti non è possibile. E forse non sarebbe neanche sano.
Essere infelici, ogni tanto, è normale. Molti sembrano averlo dimenticato, ma la tristezza, e vale per chi ha figli come ovviamente per chi non ne ha, è uno stato d’animo, non una malattia. Naturale e accettabile come la felicità.
*Il termine “madri” è da ritenersi una mera semplificazione. Il contenuto del post è da intendersi valido nella sua interezza anche per i padri.
9 Commenti
Sono daccordo con quello che dici. E fa bene leggerlo.
Maddalena
“E, soprattutto, ricorda sempre che se tua madre piange non è colpa tua. Anzi. Lei sarebbe ancora più triste se non ti avesse al suo fianco.”
Sei grande 🙂
Mi serviva questa frase, ancora oggi, dopo tanti anni, mi serviva, grazie. 🙂
NON SAI quanto sono daccordo cone te…
D’accordissimo anche io!
Non riesco a condividere… Una mamma che piange spegne il sole e le stelle per un bambino. Gli fa mancare la terra sotto i piedi. Non dobbiamo fingere di essere su di giri se non lo siamo. Possono capitare momenti di tristezza: è sano e normale, ma da adulti dobbiamo imparare a gestirli. Esattamente come continuiamo a lavorare, fare la spesa etc. Al massimo troveremo dei momenti per decomprimere…con adulti che hanno gli strumenti per elaborare le nostre lacrime.
Io invece penso che sia peggio reprimersi, fingere, sforzarsi. I bambini, se trattati come persone, sono in grado di comprendere la vita in modo sorprendente. Certo, non si tratta di urlare o disperarsi o lasciarsi andare allo sconforto più nero, né di lagnarsi di continuo, ma avere il coraggio e la fiducia di mostrare e spiegare la propria tristezza, rassicurando e facendosi anche “aiutare”, secondo me fa bene a tutti. Vale lo stesso per la morte o la rabbia o le discussioni tra genitori: si tende a nasconderle, a censurarle. Personalmente non sono d’accordo.
Concordo con te!!
parole sagge!
È tutto così vero Che in un attimo ho pensato il mio giorno più triste. ..ed io nn sono una che si nasconde ,piango e le mie figlie mi consolano. Qst è bellissimo.