Se in questi mesi vi sarà capitato, come a me, di accompagnare uno dei vostri anziani genitori a ricevere il suo vaccino per il Covid, avrete forse provato la mia stessa, inedita, sensazione. Un misto di tenerezza e straniamento, soprattutto per chi, come la sottoscritta, è abituata da anni a frequentare i centri vaccinali insieme ai propri figli piccoli. Vedere decine di uomini e donne anziani in attesa tutti assieme, talvolta incerti o titubanti, accompagnati, indirizzati, in qualche caso condotti o scortati dai propri figli, è stata un’esperienza nuova, a tratti commovente.
È il destino di molti cinquantenni e dei quarantenni come me che hanno genitori un po’ “meno giovanotti” della media (o perlomeno dei più fortunati tra noi). Un destino che questa maledetta malattia, così infida e così ingrata proprio verso i più anziani, ci ha messo davanti come forse niente aveva fatto prima d’ora: scambiarsi parzialmente i ruoli, diventare in qualche modo, anche se solo in parte, “genitori dei propri genitori”. Occuparsi di loro, aiutarli, sostenerli, accompagnarli fisicamente. Supportarli nell’uso di tecnologie con cui non hanno dimestichezza, guidare al posto loro se non se la sentono più di farlo, chiarire talvolta i loro dubbi, rassicurarli o magari consigliarli in decisioni, in qualche caso molto importanti.
È un processo fluido, che comincia molti anni prima. Che si concretizza ogni volta che un figlio spiega a un genitore come usare un nuovo social, che gli fa ascoltare il nuovo singolo di un certo cantante, che gli suggerisce un’app che lui ancora non conosceva.
Le cure che i nostri genitori ci hanno riservato da piccoli, ci ritroviamo a restituirle prima di tutto ai nostri figli, se abbiamo scelto di averne. In un processo verticale che si dipana di generazione in generazione. Ma in qualche modo, soprattutto in questo tempo così ostile e imprevedibile, capita anche di chiudere un po’ il cerchio, rendendo una piccola parte di quello che abbiamo avuto nel corso della vita.
3 Commenti
Oh mamma, non so se sei tu più uguale a tua mamma o tua figlia a te!!!! 😀 Io ho mia madre in fase adolescente, fa lo stesso?
Sì, siamo molto somiglianti (perlomeno fuori!), in barba ai luoghi comuni sulle figlie che “patrizzano”! Quanto a tua madre, se potessi farei un po’ l’adolescente assieme a lei!
Prenderci cura dei nostri genitori, è la cosa più bella che ci sia! Fortunato chi ancora può! Hanno fatto di tutto per noi, per renderci ciò che che siamo, credo sia il minimo! Un abbraccio!