Famiglia è quando tu mi mandi un messaggio solo per dirmi che Davide è entrato sereno all’asilo.
È quando io ti dico che nelle prossime nottate avrò da lavorare al portatile, e tu mi rispondi che resterai con me sul divano, scusandoti per il fatto che di certo ti addormenterai.
Famiglia è quando cedo metà del mio risotto ai funghi ai nostri figli, e tu allora mi regali un po’ della tua macedonia, senza che io ti dica niente.
Famiglia è quando piove forte e tu vieni a prendere sotto il portone e non farci bagnare troppo. È quando mi confidi di essere talmente stanco che al lavoro fatichi a tenere gli occhi aperti, e io, la notte successiva, non ti sveglio neanche una volta per farmi aiutare con Flavia.
Famiglia sono io che per stare con i nostri figli lavoro molto meno che in passato, e tu che cerchi di non farmi preoccupare per i guadagni che diminuiscono e le difficoltà che incontrerò nel ricominciare.
Sono io che mi avvilisco per il delirio che imperversa in casa, e tu che mi dici “Una cosa per volta, e sistemiamo tutto”. Sei tu che, prima di un viaggio, vai in crisi per i bagagli da preparare e io che ti rassicuro che ce la faremo come sempre.
Famiglia è Davide che ti dice “Papà, vai piano” quando sei alla guida, o che ci prega di non urlare quando discutiamo un po’. È Flavia che di sera piange e vuole mamma, tu che ti senti male perché pensi che lei non ti voglia bene e io che ti giuro cento volte che non è così.
Sono io che, una volta ogni tanto, scendo a gettare la spazzatura al posto tuo. E tu che mi ringrazi tutte le volte, come se ti avessi fatto un regalo bellissimo.
Famiglia sono i nostri figli che sculettano a tempo di musica davanti alla sigla di Topolino, e Davide che ci chiama: “Mamma, papà, ballate anche voi!”. E allora qualunque cosa stessimo facendo prima di quel momento diventa trascurabile, secondaria, del tutto insignificante, al confronto di noi quattro che balliamo ridendo nella nostra piccola cucina.
Famiglia sei tu che brontoli con Artù perché ci ha svegliato alle tre del mattino, e io che ti dico a bassa voce di non arrabbiarti con lui. Sono io che ti chiedo aiuto perché Artù ha fame fuori orario e ha tutta l’aria di volermi mordere per questo, e tu che mi lanci al volo un cuscino con cui proteggermi i polpacci.
Siamo noi due che, quando tocca andare a pagare il condominio, bariamo sul turno. Che ci guardiamo e tratteniamo le risate quando Davide trasforma la parola “inchino” in una volgarità irripetibile. Siamo sempre noi, che sul divano davanti a Inside Out simpatizziamo istintivamente con Rabbia (tu) e con Tristezza (io), e cosa mai vorrà dire? Siamo noi che guardiamo un video dei The Jackal e ridiamo fino alle lacrime, senza riuscire a respirare. Tu che hai letto uno spoiler della nostra serie tv ma non me lo dici per non rovinarmi la sorpresa, io che non riesco più ad amare il calcio, ma cerco di seguirlo almeno un po’ per continuare a condividerlo con te.
Famiglia siamo noi che almeno una volta al giorno ci diciamo “Ti ricordi?”. Noi che ci ritroviamo addormentati, coi vestiti ancora addosso, accanto ai nostri figli, con la tv accesa nell’altra stanza e la tavola ancora da sparecchiare. Sei tu che mi scatti pessime foto e io che ogni volta ti rimprovero per scherzo. Io che dimentico il bancomat in giro e tu che mi rimproveri seriamente, e con tutte le ragioni del mondo. Siamo noi che ogni giorno annotiamo le spese quotidiane, e a fine mese ci diciamo che siamo stati bravi, o che così non va bene per niente. Noi che ci teniamo per mano nel lettone, con qualche figlio nel mezzo e il gatto che ci fa agguati sopra le coperte. Noi che ci preoccupiamo per cose diverse e a colazione abbiamo gusti inconciliabili. Che da quando ci siamo trovati abbiamo perso delle cose importanti, ma ne abbiamo trovate molte altre, più numerose e altrettanto preziose. Noi che eravamo entrambi così magri e adesso non lo siamo più.
Famiglia sono i nostri lineamenti mescolati sui visi dei nostri figli. I nostri intercalare che diventano i loro. Le espressioni buffe in cui ci riconosciamo con sorpresa. Sono io che so già quello che stai pensando e cosa dirti per farti stare meglio. Tu che ascolti per la millesima volta la mia stessa implorazione e sai già che qualunque cosa dirai non basterà a consolarmi. (Ma la dirai lo stesso e io ti sarò grata all’infinito anche se continuerò a lamentarmi).
Sono le canzoni che cantiamo in macchina per far smettere Flavia di piangere. I regali che non ci facciamo perché tanto non ce n’è bisogno. Le paure di entrambi, impronunciabili e così concrete. Il dolore enorme dal quale, prima o poi, ci dovremo salvare l’un l’altra.
È la nostra casa tiepida, i nostri odori che si mischiano, la città di mare in cui passeremo la vecchiaia quando i nostri figli saranno adulti e avranno trovato il loro posto nel mondo (e noi ci consoleremo dalla dolcissima tristezza di averli guardati volare via). Famiglia è quello che ci tiene insieme quando siamo stanchi, arrabbiati, depressi. La terra, a volte solida, a volte friabile e scivolosa, sotto i nostri piedi, l’orizzonte infinito che scintilla davanti a noi.
(Illustrazione di Manuela Berti, alias Manupela)
18 Commenti
Ma perchè piango sempre?
Bello!
Che bellissime parole….
Che bel post!!! che precisa descrizione di voi, quanto mi ci rispecchio….
Mi hai fatto commuovere! Che belle parole
Troppo vere queste cose..magari non tutte..ma nella mia famiglia si sono viste.
Bellissimo ☺️
Non condivido solo la parte sui regali, quelli ancora amo farli, per vedere quel l’espressione di stupore che dice “ma… Come hai fatto?!” Sinceramente sorpreso..
Sto piangendo anch’io (ed é una cosa davvero rara). Un po’ vi invidio…
Bellissimo! Grazie perché mi ritrovo molto nelle tue parole e le hai espresse in modo meraviglioso!
Bellissime parole!
che bello! e vorrei tanto che fosse così…
Istruttivo.
Meraviglioso! Ho rivisto me, mio marito e i miei due figli ❤️
è proprio così!!!sono bellissime riflessioni e soprattutto vere…la famiglia è tutto ciò e mi ritrovo tantissimo in ciò che scrivi!!!
Aggiungo solo questo. … famiglia sono anche io che,da sola con mio figlio, faccio tutto quanto sopra detto, con mille altre difficoltà perché non posso condividerle con nessuno. Sorridendo.
Assolutamente e insindacabilmente sì.
“Famiglia è quando piove forte e tu fai un giro a vuoto con la macchina per venirci a prendere sotto il portone e non farci bagnare”. E questa è una perla che manifesta il grosso problema culturale italiano. Un po’ di pioggia non ha mai fatto ammalare nessuno. Non ci sono studi scientifici che dimostrano che un po’ d’acqua o un “colpo di freddo” siano causa di malattie. Invece è dimostrato da innumerevoli pubblicazioni che le emissioni inquinanti delle auto siano causa di patologie, anche gravi. O che l’esposizione delle gestanti ai NOx emessi dai diesel causa ritardi nel QI verbale dei bambini e nello sviluppo psicomotorio. Ma il problema è bagnarsi con la pioggia… che giustifica il “giro a vuoto” causa di veleni! Tutto questo poi detto da una “mamma green”!
Ma fai sul serio? 🙂 Mi conosci? Da quanto tempo mi leggi? Oppure sei finito qui per caso e hai stabilito quale sia la mia routine quotidiana da un solo post? Anzi, da una singola frase all’interno di un post? Io e i miei figli maciniamo chilometri a piedi, a prescindere dalle condizioni meteo. Già solo per andare e tornare dall’asilo camminiamo mezz’ora al giorno tutti i giorni, col gelo e sotto il sole. Capita di fare a piedi, con la piccola in marsupio, anche i 2,5 km fino allo studio del pediatra. E ritorno. Ma è chiaro che, SE dobbiamo prendere l’auto a prescindere (magari per andare a 20 km da casa) e in quel momento piove, invece che andare tutti insieme fino al box, aspettiamo l’auto sotto il portone. Auto che dovrebbe passare di lì in ogni caso. Non certo per timore di fantomatiche malattie (che non ho mai citato) ma magari perché non ci va di inzupparci. E per inciso, personalmente ho un’auto a GPL.
[…] auguro qualcosa di simile. Con chi, è affar […]