Facile amare un figlio quando ti rassomiglia

È così facile amarti, quando mi specchio dentro i tuoi occhi. Quando osservo te e mi sembra di vedere una mia fotografia di tre decenni fa. È così facile amarti, quando camminiamo con la stessa andatura e le dita delle mani strette fortissimo. Le nostre mani ugualmente piccole e paffute. È davvero facile amarti quando nella tua voce risuonano parole che potrebbero essere mie, quando ci accovacciamo insieme per coccolare un cane festoso, quando ci contendiamo l’ultima patatina, quando alziamo insieme lo sguardo verso il tramonto e tu sei più svelta di me a dire “Mamma, guarda che meraviglia!”.

Viene facile amare un figlio quando ti rassomiglia. Quando sembra che abbia raccolto la tua migliore eredità e se la porti in giro per il mondo, con naturalezza. È per questo, in fondo, che ci sobbarchiamo la fatica e la responsabilità di crescere un figlio: lasciare in giro qualcosa di noi, che ci sopravviva e rappresenti una memoria vivente del nostro passaggio.

È così facile amarti, quando la gente non fa che ripetere quanto mi somigli. Ma io ti amo fortissimo anche quando sei così diversa da tua madre. Quando non ti capisco, quando non riesco a immedesimarmi in quello che stai pensando, quando le tue scelte e i tuoi desideri sono lontanissimi dai miei. Quando nelle tue movenze, nell’incedere lento della tua voce, nelle piccole ossessioni che riempiono le tue giornate non esiste traccia di me, o perlomeno mi sembra di non riuscire a scovarla.

Ti amo quando ti ostini a camminare per chilometri nelle tue ballerine, mentre io accanto a te consumo le suole delle mie comode sneakers. Quando accumuliamo ritardo perché, dopo aver raccolto i miei capelli insensati nella solita coda sconnessa, devo prestarmi a intrecciare i tuoi con la massima perizia di cui riesco a essere capace. Quando mi coinvolgi nella scelta del vestito migliore, quando vorresti comprare l’ennesimo giocattolo di cui non hai bisogno, quando entriamo in un negozio di corsa e tu mi tormenti perché io ti “compri qualcosa”. Io, che mi affanno a diventare ogni giorno un esempio di frugalità, di essenzialità. Di nudità.

Non ho bisogno che tu sia uguale a me per riuscire ad amarti. Non ho bisogno che tu sia una mia copia in scala, che la tua vita proceda in qualche modo come una conferma della mia o come un riscatto delle mie aspettative tradite. Ti amo e basta, sempre e comunque. Come in fondo fai tu anche quando proprio stenti a capirmi. Non sarà sempre facile come oggi, non mi illudo. Verranno giorni in cui le tue scelte, i tuoi gusti, le tue frequentazioni mi sembreranno davvero incomprensibili. Discutibili. Forse censurabili. Giorni in cui mi dirò che non ti conosco affatto e dovrò resistere all’assalto subdolo della delusione immotivata. Verranno giorni così, eppure passeranno, te lo prometto.

Perché io ti amerò, puoi starne certa, anche quando farai di tutto per “non essere come tua madre”. Senza condizioni, senza esitazioni, senza ombre. Come forse nessun altro al mondo potrà mai amarti in vita tua.

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