Educazione precoce al vasino: si può crescere senza pannolini?

elimination communicationChe siano lavabili, biodegradabili o dei normali monouso di plastica, i pannolini – diciamocelo – sono una vera schifezza. Indossarli dev’essere un po’ come andarsene in giro con una discarica attaccata al sedere, senza contare i costi spesso vertiginosi e l’inevitabile impatto ambientale. E poi, inutile fingere che rimuovere la “cacchina santa” dei bambini sia un compito che le mamme, o chi per loro, assolvono con leggerezza: ripulire un essere umano, per quanto piccolo e adorabile, dalle sue deiezioni non è mai troppo piacevole. Come fare, dunque, per liberarsi presto e definitivamente dalla schiavitù del pannolino? Una strada possibile, almeno così sostengono coloro che l’hanno percorsa, si chiama EP, una sigla che sta per Educazione precoce e assistita al vasino (in inglese EC, Elimination Communication). Questo approccio, basato sul fatto che in molte zone del mondo i bimbi crescono senza pannolino, prevede l’osservazione dei segnali che ogni bambino manda, fin dai primissimi mesi di vita, quando sta per fare la pipì o la cacca: suoni specifici, particolari espressioni facciali, gesti caratteristici. Il concetto, almeno sulla carta, è molto semplice: si tratta di imparare a capire quando il piccolo sta per “liberarsi” e fare in modo che le sue deizioni finiscano nel vasino (o in un altro contenitore deputato alla raccolta).Scetticismo? Lo comprendo. A me, sinceramente, sembra un’impresa improba. Eppure chi ci ha provato sostiene che crescere un figlio senza pannolino sia non solo fattibile, ma anche il modo più naturale per farlo diventare grande ed abituarlo a riconoscere i propri bisogni. Oltre che, naturalmente, risparmiare un sacco di soldi ed evitare la produzione di chili e chili di spazzatura. Perplessità a parte, una precisazione mi sembra d’obbligo: l’educazione precoce non consiste nel tentare di insegnare al bambino il controllo anticipato dei propri sfinteri, ma semplicemente (si fa per dire) nel liberarlo del pannolino e, interpretando i segnali che ci manda, condurlo al vasino prima che sia troppo tardi. Ecco, questo è un punto che mi sembra cruciale: la concezione di “troppo tardi” dovrebbe essere un tantino rivista. Chiunque voglia provare a seguire questa strada, in effetti, deve essere disposto a fare i conti con incidenti di percorso, che possono capitare in qualunque momento – anche di notte, ovviamente – e in qualunque luogo.

vasinoDi solito questo approccio si sposa con la scelta più generale di privilegiare le cosiddette cure di prossimità, che prevedono un contatto prolungato con il neonato e la risposta repentina ai suoi bisogni: tenerlo in braccio o in fascia piuttosto che nel passeggino, dormire con lui nel lettone e, ovviamente, allattarlo al seno a lungo e a richiesta. Cosa ne penso io? La prospettiva di riuscire a fare del tutto a meno dei pannolini fin dai primi mesi di vita del neonato, in effetti, è allettante, per davvero tante ragioni diverse. E, in generale, condivido un approccio che privilegi l’ascolto dei bisogni del bambino, il contatto fisico e la presenza ininterrotta al suo fianco. Però credo anche che spesso la virtù stia nel mezzo: se non è sempre realistico, soprattutto per dei genitori che lavorano, tenere un bimbo senza pannolino 24 ore su 24 e fare continue corse verso il vasino, può essere ragionevole accompagnare il pupo in bagno in presenza di inequivocabili tentativi di evacuare, oppure sfruttare i mesi estivi per lasciare il piccolo nudo e libero almeno per qualche ora al giorno. E pazienza se ogni tanto “scappa” qualcosa!

Per approfondire:

Faq sul metodo EC dal sito www.evassist.it

Elena Dal Prà, Via il pannolino!, Il Leone Verde Edizioni, 2011

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7 Commenti

Letizia Palmisano 8 Luglio 2013 - 10:01

Concordo. Ho letto varie testimonianze e cercherò di partire con le migliori intenzioni. C’è chi propone di portare il bambino (almeno di 4 mesi, c’è chi dice 6) in bagno sul vasino più volte (interpretando i famosi segnali) e quando per coincidenza (perché quella è… all’inizio almeno) fa i bisogni, fargli capire che ha fatto bene (lì). Ora per me è tutto teorico ma penso che proverò anche io… ovviamente a tempo debito 🙂

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Silvana 8 Luglio 2013 - 10:04

Brava! Attendiamo di sapere come va. In bocca al lupo (viva il lupo, naturalmente!) 🙂

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Letizia+Michela 8 Luglio 2013 - 10:34

Con le pipì non ce la posso proprio fare!Ora poi che le sto facendo bere molta acqua dovrei correre ogni 5 minuti!Per le cacche il discorso è diverso:da quando l’ho svezzata (ieri ho introdotto pure la cena),la fa una volta al giorno,più o meno allo stesso orario e,scusa il particolare,di consistenza più o meno umana!E i suoi segnali sono inequivocabili:inizia a sforzarsi con tanto di sonoro!Quindi avrei tutto il tempo di toglierle il pannolino e adagiarla sul vasino….con questo post mi hai dato veramente un buon suggerimento!Ti farò sapere.Ps:e se poi,mentre è all’opera,si blocca?????non me lo perdonerei mai!!!!!

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Silvana 8 Luglio 2013 - 15:14

Fammi sapere se funziona! Qui in realtà la si fa a giorni alterni, e spesso senza preavviso…

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caterina 8 Luglio 2013 - 14:20

Silvy io ho compraro un vasino con manubri a forma di papera x permettere ai pupi di star seduti da soli.con il primo é andata bene perché defecava dopo ogni pasto e ora mattina e sera sta sul wc con il riduttore.la seconda non ha orari per cui la cosa si sta rivelando piú difficile.considera che dopo dovrai peró andare in giro con il bagno!!!!

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Silvana 8 Luglio 2013 - 15:15

Anche per noi sarebbe difficile, credo. Davide non è affatto regolare (ultimamente evacua ogni due giorni), mentre le pipì si sprecano…

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milio 9 Luglio 2013 - 07:03

Non lo so…mi pare una cosa così strana

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