Si scrive doula, si legge “assistente alle maternità”. Si tratta di una figura comparsa recentemente nel panorama professionale italiano che, dietro compenso e dopo un percorso formativo che si attua presso associazioni presenti sul territorio, si propone di assistere, attraverso consigli, sostegno e supporto morale, le gestanti e le puerpere durante la gravidanza e dopo la nascita del bambino. Un ruolo che nel nostro paese è ancora poco conosciuto e parecchio controverso (tanto da scatenare accuse di abuso della professione medica e proteste più generali da parte della Federazione nazionale dei collegi delle Ostetriche).
Per saperne di più, ho fatto qualche domanda a Cinzia Calise, una doula della mia regione, la Campania. Ecco quello che mi ha raccontato.
Che cos’è una doula e di cosa si occupa?
La doula è una donna che da un supporto emotivo alla madre (e alle famiglie) prima durante e dopo il parto; Potrebbe essere definita una facilitatrice….o anche una “compagna di viaggio” per le future madri e le neomamme. Durante la gravidanza ascolta i bisogni della futura mamma, la accompagna e le fornisce informazioni sull’attesa e su quello che sta accadendo al suo corpo. Durante il travaglio e il parto le sta accanto, la sostiene, eventualmente alternandosi al partner. Dopo la nascita, invece, aiuta la mamma e la famiglia a “riorganizzarsi” con serenità e tranquillità per un “buon inizio”. Si tratta insomma di una donna che sta al fianco di un’altra donna mentre quest’ultima vive un momento di grande trasformazione. Le sta accanto senza giudizio ma aiutandola a far emergere ciò che sente e desidera…
Che differenza c’è rispetto a un’ostetrica o a una puericultrice?
Sono figure assolutamente non paragonabili perché queste sono figure professionali sanitarie, la doula no. Non effettua diagnosi, non compie interventi di tipo “medico”.
Come rispondi alle accuse di abuso di professione medica da parte di alcuni collegi di Ostetriche? Non temi che le donne possano optare per l’assistenza di una doula al posto dell’ostetrica e trovarsi in situazioni difficili dal punto di vista sanitario?
Ti ringrazio per questa domanda che mi permette di chiarire un concetto molto importante: la doula non è una figura sanitaria con competenze mediche, ma una donna, formata per questo, che è accanto alle mamme per aiutarle in modo pratico e le ascolta senza giudizio. L’associazione attraverso la quale mi sono formata io lo precisa bene nella propria Carta Etica, in cui si legge, per l’appunto, che “la doula non è una figura sanitaria, non è un terapeuta né un paramedico. L’accompagnamento di una doula non sostituisce, in alcun caso, né l’ostetrica né il ginecologo. La doula non compie alcun atto medico, non fornisce pareri medici e non ha alcuna competenza medica per seguire da un punto di vista clinico una gravidanza ed un parto”.
Come si fa a diventare una doula?
Esistono diverse associazioni che hanno una loro scuola di formazione per doule. Non voglio fare pubblicità a nessuna, è sufficiente andare su internet e cercare “formazione doula”.
A chi consiglieresti il ricorso a una doula?
È una scelta molto personale, auspicabile non solo laddove possano esserci problemi di organizzazione (tipo un parto gemellare o quando si ha un altro bambino molto piccolo). La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda la presenza di una doula accanto alla mamma. Secondo dati statistici, appunto dell’OMS, la presenza di una doula può facilitare tutte le fasi riguardanti gravidanza, parto e puerperio.
Quante ce ne sono in Italia, e come fare a trovarne una?
Ormai anche in Italia la figura della doula è più conosciuta rispetto al passato. Soprattutto al Centro Nord ce ne sono parecchie, mentre qui al Sud siamo ancora poche. Chi volesse cercarne una può farlo attraverso una delle varie associazioni esistenti sul territorio.
E voi cosa ne pensate? Vi siete avvalse dell’aiuto di una doula, o prevedete di farlo per una prossima gravidanza? Avreste voluto, ma poi avete cambiato opinione? Dite la vostra nei commenti o su Facebook (io non faccio testo, ho avvisato il mondo – inclusa mia madre – della mia gravidanza direttamente al quinto mese, e non ho voluto nessuno, a parte mio marito, nemmeno al momento dei parti).
6 Commenti
Ciao. Complimenti per il lavoro che continui a fare su questo blog e sono molto felice di questo post! Io ho conosciuto la figura della doula dopo la nascita della mia primogenita e mi ha aiutato moltissimo a riassestarmi psicologicamente e ad accettare il mio essere diventata madre in modo diverso da come avevo “programmato”. La stessa doula mi ha poi supportato durante la seconda gravidanza e la decisione di provare un parto naturale dopo cesareo. Durante il travaglio e parto la doula non è potuta essere presente di persona per questioni logistiche (lei è di Milano ed io ho fatto il secondo parto a Genova), ma ha sempre fatto il tifo per me e ci siamo sentite per via telefonica durante il travaglio. La mia ostetrica di Genova, donna super in gamba e molto sensibile, ha completamente supportato il mio rapporto con la doula ed il risultato è stato un vbac di una bimba di 3,8 kg!!! Che dire, avere la possibilità di farsi supportare da persone competenti e sensibili è il più bel regalo che ogni mamma possa desiderare 😉
la figura della doula mi lascia perplessa, sono sincera! Non per lei in sè ma per il fatto che viviamo in una società in cui è necessario trovare qualcuno formato appositamente per dare un supporto alla mamma che fino a 10 o 15 anni fa una madre poteva trovare nella cerchia delle amicizie o familiare.
E’ interessantissimo, qui in Germania questo stesso servizio di accompagnamento è offerto dalle ostetriche (hebamme). In gravidanza chi lo desidera (= la maggior parte delle madri HA una ostetrica, si dice proprio così), può essere seguito da questa persona che viene a casa sua per rispondere a domande-dubbi-paure, e discutere insieme delle varie opzioni, nonché consigliare. E viene anche dopo il parto a sentire come va, a dare una mano se le neomamma ha dei dubbi, per seguire l’allattamento… Sono richiestissime, al punto che alcune mamme faticano a trovarne una, lista e numeri di telefono alla mano. Il costo del servizio è sostenuto dall’assicurazione.
Secondo me la doula è molto importante e non sono assolutamente d’accordo sul fatto che una donna possa trovare un giusto supporto in famiglia o tra gli amici.
Chi ha questa fortuna buon per lei ma per le altre?
se ci si vuole avvalere di una doula ben preparata non vedo dove sia il problema.
Gli aiuti che vengono dai familiari molto spesso non tengono in alcuna considerazione le necessità della mamma e non le lasciano i suoi spazi.
Si “aiuta” basandosi sulla propria esperienza di 40 anni prima!!! ma non è detto che funzioni ed anzi molto spesso contrasta con le conoscenze attuali, con quanto consigliano ostetriche, ginecologi e pediatri.
Una neo-mamma ha bisogno di essere compresa, di trovare supporto in qualcuno che sia preparato a rispondere alle sue esigenze e al suo disorientamento.
Io sono stata seguita da un ostetrica prima e dopo il parto. Per me è stata di grande aiuto soprattutto alla luce del fatto che il parto non è andato secondo i miei piani (anche se è stato perfetto) e per i primi periodi mi portavo dietro quasi un senso di sconfitta e di inadeguatezza.
Le mamme necessitano di supporti validi e professionali, non solo della famiglia (che detto tra noi, dovrebbe anch’essa essere correttamente sensibilizzata ai nuovi equilibri e alle nuove esigenze dei neo-genitori).
Forse si potrebbe paragonare la doula e l ostetrica ad una tata qualificata e il pediatra o alla nonna o sorella . Come possiamo preferire una tata seppur fidata e super esperta ad un medico? Oppure tante mamme preferiscono scegliere una tata che sappia stare con i bimbi e magari sia in sontonia con le loro scelte, le loro routine e che nn si sentano in diritto di educare il bimbo come meglio credono come alle volte invece sono portati a fare in buona fede i parenti. Le competenze della doula si manifestano nella relazione che si crea e che ha come primo obiettivo quello di essere vicino alla mamma e al suo nucleo famigliare per rafforzare e promuovere il loro benessere a 360°. Sarà proprio la doula, se necessario, a proporre il contatto con le altre figure prifessionali nel caso in cui si presenti un aspetto che nn le compete, con onestà e rispetto dei suoi limiti nell interesse della mamma. Mi permetto di aggiungere che purtroppo non tutti i paesi occidentali e civilizzati hanno un sistema di tutele della maternità e culturale tale da colmare il vuoto che spesso c’e intorno alle neomamme e in Italia, ormai sempre piú, neanche la famiglia riesce a contenere questo disagio.
Secondo me, come sempre, la differenza la fanno le persone. C’è pediatra e pediatra, nonna e nonna. E, suppongo, doula e doula.