Cos’è un figlio? Come si fa a spiegare cos’è un figlio? Ci si può al massimo provare, sapendo di essere in ogni caso destinati a fallire.
Un figlio è sentire il male di un altro attraverso i tuoi stessi neuroni. La sua paura dentro il tuo stesso cervello. La sua fame nelle tue viscere. La sua emozione in fondo al tuo stomaco, la sua felicità al centro del tuo cuore. Un figlio è piangere le lacrime di un altro con i tuoi stessi occhi.
Un figlio sono tutti i tuoi nodi che vengono al pettine, e a volte si sciolgono, ma altre volte tirano e strappano e si aggrovigliano sempre di più. E fanno male, accidenti se fanno male.
È un ombelico sulla sua pancia e uno dentro al tuo cervello, dal momento in cui un colpo di forbici sterili fa di voi due persone distinte.
È scoprire il significato letterale della frase: “La mia vita per la tua, se fosse necessario”.
È sentire di non farcela più. È trovare la forza per resistere, ancora e ancora.
Un figlio sono le paure che prima non avevi, e i talenti che non immaginavi di possedere. Pozze insperate di pazienza, riserve energetiche cui mai avresti creduto di poter attingere. È la mutilazione definitiva e autoinflitta della tua libertà mentale ed emotiva (e per molti anni anche di quella materiale). Ma è anche la certezza di vivere con raddoppiata intensità fino alla fine dei tuoi giorni.
Un figlio è la causa principale della tua stanchezza cronica e la ragione quotidiana per cui riesci a sopportarla. È il senso di colpa che ti rode la vita e la necessità imprescindibile di imparare l’indulgenza nei confronti di se stessi. La tenerezza, che a volte ti salva e altre volte ti distrugge.
Alfa e omega. Tutto e niente. Il coraggio e la viltà. La ragionevolezza e la follia. La pancia e la testa. È l’amore lancinante, appesantito dalla responsabilità e alleggerito dall’istinto. La condanna a sbagliare forte, la speranza di poter rimediare, la paura di non trovare perdono.
“Ti ho chiamato per nome, tu sei mio. Sei prezioso ai miei occhi”.
10 Commenti
Chi è un figlio? Una persona con tutti i diritti e nessun dovere.
Dici? Sembra molto amaro…
Dipende solo dalle aspettative, Silvana. Quando sai che dal momento del concepimento in poi dovrai essere sempre disponibile senza chiedere nulla in cambio, impari anche a sorridere. Sempre.
Si vede che io non ero preparata…
Non mi pare di poter dire fallimento una descrizione…Così ….struggente e che condivido molto..brava scrivi proprio dalla pancia
Grazie di cuore! 🙂
Dai voce a ciò che noi mamma molto spesso non sappiamo spiegare, leggerti è bellissimo.
Grazie
Grazie mille, sono davvero lusingata dalle tue parole…
condivido solo in parte ….figli non sono solo quelli che si partoriscono …dovevi tenerne conto
E chi dice il contrario? Forse per il riferimento all’ombelico?