State pianificando un viaggio a Napoli con i bambini? Vorreste visitare la mia città con i vostri figli, ma non sapete se è la destinazione che fa per voi? Questo è il post che dovete assolutamente leggere, e mi permetto di spoilerarvi il finale: il capoluogo campano offre tantissimo da fare e da vedere, anche alle famiglie con bimbi e ragazzi di qualsiasi età.
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Sono sincera: difficilmente sarei andata a Helsinki con i bambini se non avessi avuto in programma un viaggio in Lapponia finlandese (di cui vi racconto un po’ di cose qui). Dovendo fare scalo nella capitale, mi ha fatto molto piacere approfittarne per visitarla, e per conoscere un pezzetto in più di questa terra così lontana e diversa dall’Italia. Ho visitato Helsinki con i bambini nei primissimi giorni dell’anno, in un clima che era dunque freddo e a tratti piovoso. Le ore di luce non erano moltissime, e la città era addobbata per le feste di Natale. Il tutto ha garantito sensazioni particolari e un fascino unico, nonostante lo shock per aver lasciato la Lapponia.
Helsinki con i bambini: l’atmosfera baltica
Magari Helsinki non è considerata una città “bellissima” in senso letterale, perché non ospita molti monumenti famosi, scenografici o particolarmente di rilievo. Però, complice forse il clima e le condizioni di luce, io ho trovato che avesse un carattere davvero particolare. A Helsinki mi sono trovata immersa in quella che nel mio immaginario è l’atmosfera baltica per eccellenza: i pescherecci ormeggiati al porto, il cielo basso e grigio, il mare freddo e opaco, la salsedine che ti arriva addosso a grandi spruzzi. I chioschi di specialità a base di salmone e di merluzzo. Un fascino davvero esotico, per me che sono cresciuta sulle sponde del Mediterraneo.
Helsinki con bambini: le due cattedrali
Al di là dell’interesse architettonico per le due (belle) cattedrali di Helsinki, mi è piaciuto molto, a livello simbolico, osservare la chiesa luterana e quella ortodossa svettare l’una di fronte all’altra, diverse eppure simili, distanti eppure in qualche modo “vicine”. Visitare Helsinki con i bambini significa anche questo: mostrare loro la diversità che si confronta. E ovviamente divertirsi a scegliere la propria chiesa preferita (per inciso, sappiate che la capitale finlandese ospita anche le chiese cattoliche di Sant’Enrico e di Santa Maria, anche se noi non le abbiamo visitate).
La vivibilità e i servizi per le famiglie
È un fatto scontato, forse. Ma visitare Helsinki con i bambini significa poter contare su una rete efficiente di mezzi pubblici, su strade sicure e pulite, su sconti dedicati e su ristoranti ed esercizi commerciali che offrono servizi pensati per le famiglie. All’aeroporto, per esempio, l’area giochi includeva un bagno riservato (con tanto di vasini e riduttori per WC) e una piccola cucina per preparare le pappe.
Helsinki con bambini: i Mumin!
Per qualcuno sarà strano, ma io non conoscevo le storie di questo piccolo troll, della sua famiglia e dei suoi amici. Visitare Helsinki con i bambini ci ha permesso di fare anche la loro conoscenza, scoprendo un mondo fatto di gentilezza, vita all’aria aperta e buoni sentimenti. Noi li adoriamo, tanto che abbiamo comprato un libro dei Mumin come souvenir e successivamente ne abbiamo ordinato un altro online. Se i vostri figli, magari più grandi, preferiscono gli Angry Birds, sappiate che sono finlandesi, per cui a Helsinki troverete gadget ed eventi a tema.
Suomenlinna: l’isola-fortezza
Anche in questo caso, l’oscurità e l’atmosfera umidiccia hanno contribuito a rendere ancora più intenso l’effetto “Shatter Island”, fatto sta che visitare l’isola di Suomenlinna, a cominciare dal piccolo viaggio in traghetto per raggiungerla (si parte da un molo nella parte finale del porto, non lontano dalla cattedrale ortodossa) mi è piaciuto molto. La fortezza di Suomenlinna, che si visita facilmente con una bella passeggiata, ospita diversi edifici militari, una chiesa-faro (che ora è luterana ma prima era ortodossa, e ha una storia molto interessante), un museo e un piccolo museo dei giocattoli, che stupisce i nostri piccoli nativi digitali e offre un accogliente bar in cui fare merenda. Suomenlinna è solo la più celebre delle 300 isole che spuntano dal mare davanti ad Helsinki (alcune delle quali, come Katajanokka, sono collegate alla terraferma da un ponte). In estate ormai è possibile visitarne almeno una decina (Särkkä, Lonna, Klippan, Vallisaari, Isosaari, Uunisaari, Pihlajasaari, Liuskasaari, Sirpalesaari, Harakka etc.), mentre molte altre sono di proprietà privata.
Helsinki con bambini: le aree gioco HopLop
Per questa scoperta devo ringraziare una mia lettrice italiana che vive proprio a Helsinki (Silkku, grazie ancora!). Chiamarle ludoteche è davvero molto riduttivo, gli HopLop sono dei grandissimi parchi gioco indoor dove tutto è incentrato sull’attività fisica e il movimento. I bambini, infatti, sono incoraggiati ad arrampicarsi, scivolare, saltare, spingere e via dicendo, in un ambiente sicuro, pulito e confortevole per tutti. Se ne avete uno vicino, tenetelo in considerazione per affrontare una mezza giornata di pioggia, o semplicemente per far divertire i bambini.
Helsinki con i bambini: informazioni pratiche
Per visitare Helsinki con i bambini (o anche senza) vi raccomando di studiare ben bene il sito MyHelsinki, sempre aggiornato e ben fatto, con informazioni, consigli di viaggio, indirizzi, orari etc. Il mio suggerimento è di valutare l’acquisto di una Helsinki Card, che permette di viaggiare gratis sui mezzi pubblici (incluso il pullman turistico panoramico) e di usufruire di sconti e gratuità per musei, attrazioni, ristoranti e shopping. In una città in cui il clima può essere anche molto rigido, la possibilità di salire su un bus o entrare in un museo per riscaldarsi non è da sottovalutare!
Se avete in programma un viaggio a Helsinki con i bambini, non mi resta che augurarvi buon viaggio. Raccontatemi come è andata nei commenti o sulla mia pagina Facebook. 🙂
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Il Santa Claus Village di Rovaniemi è divenuto una destinazione relativamente “popolare” (costi a parte!) per le famiglie italiane, specialmente durante le vacanze di Natale. Ma la regione e il suo capoluogo decisamente molto di più, anche in pieno inverno. Dunque, cosa fare in Lapponia con i bambini oltre a Babbo Natale? Cercherò di rispondere a partire dalla mia esperienza, integrando il post con altre informazioni. E con la doverosa premessa che, a prescindere dell’età che avete e di quanto siate “Grinch”, se viaggiate con i bambini la tappa da Santa Claus rimane per me davvero obbligata, perché capace di regalare un’emozione fortissima e indimenticabile anche agli adulti.
Ecco, dunque, cosa fare in Lapponia con i bambini:
1. Studiare la cultura lappone al museo Samiland
Scoprire qualcosa in più del popolo Sami (i lapponi, gli abitanti originali della Lapponia) era una delle cose che più mi interessavano partendo per la Finlandia. La visita al museo Samiland di Levi, che confesso di essermi goduta in beata solitudine, ha decisamente esaudito le mie aspettative. Si tratta di un piccolo ma curato museo che si trova nella località sciistica di Levi, quasi 200 chilometri a nord di Rovaniemi (in realtà il nome della cittadina è Sirkka, ma l’intero comprensorio è più noto come Levi). L’esibizione prevede tante fotografie bellissime, sia d’epoca che più recenti, e spiegazioni molto dettagliate, anche in inglese, sulla storia, sui costumi e sulle tradizioni dei Sami. Dalle tecniche di costruzione alle abitudini alimentari, dall’allevamento delle renne all’antica mitologia, passando per il racconto delle discriminazioni subite nell’ultimo dopoguerra: emozionante e istruttivo. Per ragioni logistiche io ci sono andata da sola, ma ai bambini piacerebbe molto l’esposizione esterna, che comprende diverse costruzioni tipiche e soprattutto una piccola mandria di renne, docili e bellissime. Su richiesta è anche possibile acquistare dei licheni per nutrirle personalmente. Il Samiland si trova nelle immediate vicinanze dell’Hotel Levi Panorama, a due passi dalle piste da sci. Sono previsti sconti per le famiglie (fate attenzione: in inverno il museo non apre alle 10, come indicato sul sito ufficiale, ma alle 11).
Altre opportunità straordinarie per avvicinarsi alla cultura lappone sono il museo Siida di Inari (che è il principale insediamento Sami in Finlandia) e l’Arktikum di Rovaniemi.
Info: www.samiland.fi
2. Cosa fare in Lapponia con i bambini: osservare gli animali artici al Ranua Zoo
Parlando di cosa fare in Lapponia con i bambini, non può mancare la magnificenza degli animali che vivono a quelle latitudini. Noi abbiamo scelto lo zoo artico di Ranua, una località che si trova un’ottantina di chilometri a sud-est di Rovaniemi, che vanta anche un centro storico molto carino, e che può essere raggiunta con auto a noleggio, taxi, minibus privati o autobus di linea (questa è la soluzione più economica: ci sono diverse corse durante la giornata, partono dalla stazione dei bus di Rovaniemi, sono prenotabili online e impiegano circa un’ora e un quarto fino all’ingresso del parco). All’interno del Ranua Zoo è possibile ammirare una vasta e meravigliosa selezione di fauna artica: civette, gufi e numerosi altri uccelli, castori, ermellini, volpi artiche, alci, renne, lupi e soprattutto due magnifiche orse polari, madre e figlia (la “cucciola” è nata allo zoo di Ranua nel 2016). A parte l’ovvio inconveniente del freddo (noi abbiamo trovato temperature tra i -14 e i -17), la visita dello zoo di Ranua è molto agevole. All’ingresso è possibile prendere gratuitamente degli slittini coi quali trainare i bambini lungo le passerelle di legno innevate che attraversano tutto il parco. Fate attenzione, però: stare fermi nel bob fa sentire maggiormente il freddo, quindi ogni tanto fate alzare i bambini e invitateli a camminare o saltellare per un po’. Per l’intero percorso calcolate almeno un paio di ore. All’interno dello Zoo di Ranua ci sono un piccolo igloo-bar, un punto in cui scaldarsi accanto al fuoco, un negozio di souvenir e un bel ristorante self service, che consiglio per il rapporto qualità/prezzo e l’ambiente accogliente. È anche possibile effettuare safari con husky o passeggiate in slitta trainata da renne. A mio parere, lo zoo di Ranua merita una visita già solo per il viaggio nel mezzo della taiga che occorre per raggiungerlo da Rovaniemi, ma anche la passeggiata tra gli animali è davvero spettacolare. La visione delle orse che giocavano tra loro mi ha commosso, così come quella dei lupi che trottavano nella neve e della civetta artica col suo piumaggio invernale. Mentre ho vissuto con meno entusiasmo la zona dei piccoli mammiferi alloggiati nelle gabbie “chiuse” all’interno dei capanni. La neve, in ogni caso, rende tutto magico. Tenete conto che in inverno alcuni animali potrebbero essere in letargo!
Info: english.ranuazoo.com
3. Godersi la sauna finlandese con tutta la famiglia
Non so come la pensiate voi in proposito, ma per me un viaggio invernale in Lapponia finlandese, con bambini o senza, non potrebbe mai prescindere dall’esperienza della sauna, che metto ai primi posti alla voce ‘Cosa fare in Lapponia con i bambini’. Alberghi, centri termali e Spa propongono saune in tutte le salse: secche, di vapore, più o meno calde, balsamiche etc, ma anche negli appartamenti per turisti si trovano piccole saune facilissime da mettere in funzione. Personalmente, ho adorato quelle collettive, grandi e accoglienti, in cui ci si può davvero mescolare con la popolazione locale, rilassandosi e recuperando calore dopo le ore passate al freddo polare. Nella sauna finlandese, sappiatelo, si entra nudi. Ma sia a Rovaniemi che a Levi abbiamo trovato aree divise per uomini e donne. La cosa che mi ha sorpreso è che in Finlandia si fa normalmente la sauna fin da piccolissimi, così anche i miei figli hanno potuto godersi alla grande il “loro battesimo della sauna” in piena regola, con tanto di acqua versata sulle pietre roventi per regolare la temperatura. Se poi riuscite ad associare alla sauna anche un bel tuffo in piscina riscaldata o una sessione di idromassaggio all’aperto, con la neve e l’oscurità intorno a voi, vi garantisco che l’esperienza sarà memorabile. In Lapponia finlandese le Spa sono tutte baby friendly al massimo, con bagni per bambini, vasini, fasciatoi, giochi, piscine dedicate e persino seggioloni in cui sistemare i più piccoli mentre ci si fa la doccia. Dimenticate il concetto italico di Spa come contesto per coppie, esclusivo e romantico, ma non vi aspettate neanche lontanamente il caos dei nostri acquapark. È un’esperienza normale, per tutti, di relax e di gioco, ma nel rispetto e nell’educazione generale. I prezzi sono inferiori a quelli italiani, anche perché spesso i bambini non pagano. E di solito non ci sono gli asciugacapelli, fatevene una ragione. 🙂
Info: www.levi.fi
4. Studiare l’ambiente artico al museo Arktikum
Il museo Arktikum si trova a Rovaniemi, in posizione abbastanza centrale, e merita senz’altro una visita per la quantità di informazioni che offre sull’ambiente artico, sul riscaldamento globale e anche sulla cultura e la storia locali. Grandi e piccini potranno imparare moltissimo sulle caratteristiche del clima, della fauna e della flora del Circolo polare artico e sulle minacce che gravano su questo ecosistema complesso e delicato. Negli spazi del museo Arktikum, inoltre, è possibile approfondire la storia di questa regione della Finlandia e conoscere le tradizioni e i costumi del popolo Lappone. Un suggestivo filmato, infine, mostra lo spettacolo straordinario dell’aurora boreale. Ai bambini piaceranno le numerose postazioni interattive e lo spazio dedicato con colori e giochi. Molto conveniente, anche in questo caso, il ristorante a buffet (ma controllate, perché non offre sempre il pranzo). Anche se noi non abbiamo fatto in tempo, consiglio di abbinare la visita al vicinissimo museo Pilke, dedicato alle foreste. Il biglietto cumulativo costa 20 euro per gli adulti, mentre i bambini fino a 7 anni entrano gratis.
Info: www.arktikum.fi
5. Fare un giro in slitta
Vorrete mai arrivare fino al Circolo Polare Artico e non salire su una slitta? Sarebbe un sacrilegio! 😉 La località turistiche della Lapponia finlandese offrono davvero un ampio ventaglio di possibilità (renne, cani, cavalli), dalle passeggiate brevi ai safari più impegnativi, con tanto di pernottamento nella foresta. Spesso, l’esperienza include anche una visita alla fattoria, con spiegazioni sulle caratteristiche degli animali da slitta, e una merenda in tenda lappone (kota) con succo caldo e biscotti. La scelta è molto soggettiva, tenete però a mente queste informazioni generali: al di fuori di Rovaniemi i safari tendono a costare meno, anche se c’è meno disponibilità e quindi occorre prenotare con un certo anticipo. Oltre a Levi, altre località ideali sono Saariselka, Salla e la zona di Inari e Ivalo, ma un po’ in tutta la Finlandia è possibile organizzare un giro in slitta. I cani – di solito di razza Siberian Husky o Alaskan Malamute – sono di base più veloci delle renne, e in molti casi è possibile condurre la muta in autonomia. Noi abbiamo deciso di fare un’esperienza molto soft, per non rischiare di far patire troppo il freddo ai bambini. La nostra scelta è ricaduta su una escursione presso la fattoria di Polar Lights Tours, a Levi, che prevedeva tre giri in slitte trainate rispettivamente da un cavallo, dalle renne e dai cani, per un totale di un paio di ore di attività compresa la piacevole sosta davanti al fuoco. Niente di troppo avventuroso, ma consigliabile per chi avesse voglia di provare diverse emozioni con una singola uscita, ottimizzando tempi, costi ed esposizione alle temperature polari. Al di là della slitta, la visione della foresta ammantata di neve vale da sola il viaggio, almeno per me!
Info: www.visitrovaniemi.fi www.levi.fi
6. Ammirare sculture e costruzioni di ghiaccio
Il ghiaccio è il signore indiscusso dell’inverno artico. Parlando di cosa fare in Lapponia con i bambini, non si può non citare igloo, sculture e addirittura castelli fatti di acqua congelata! Noi ci siamo accontentati del piccolo bar dello zoo di Ranua e sopratutto della galleria di sculture del SantaPark, il bel parco indoor a tema natalizio che si trova in una grande caverna poco fuori Rovaniemi (ve lo consiglio se avete bimbi piccoli, io avevo aspettative basse e invece mi è piaciuto molto, soprattutto lo spettacolo degli elfi, l’ufficio postale di Babbo Natale e il bellissimo ristorante a buffet, con buon cibo e ottimi prezzi). Al Santa Claus Village di Rovaniemi, invece, è possibile anche visitare lo Snowman World, mentre, sempre a tema ghiaccio, a Kemi si può fare un giro sulla nave rompighiaccio o dormire in un hotel fatto tutto di acqua solida!
Info: www.visitrovaniemi.fi
7. Praticare sport invernali
Su questo confesso di non essere molto ferrata, non amando particolarmente la velocità e gli sport invernali. Ma gli appassionati troveranno davvero pane per i loro denti! Dallo sci (Levi è la stazione sciistica più attrezzata, ospita anche gare di Coppa del mondo) alle motoslitte, dagli slittini (che si trovano disponibili davvero dappertutto) alle ciaspole, alle passeggiate a cavallo. Fino alle esperienze più alternative, come l’ice floating (galleggiamento sull’acqua in buchi ricavati nel ghiaccio), la pesca nel ghiaccio o un giro in kart sulla pista ghiacciata (l’ha fatto mio marito, è ancora vivo e si è divertito molto!). Potete anche organizzare una escursione notturna alla ricerca dell’aurora boreale, magari monitorando le app che stimano la probabilità di avvistamento come Aurora Forecast. Vi consiglio di fare riferimento ai siti degli enti locali di promozione turistica per valutare tutte le opportunità e prenotare, sempre con un certo anticipo, le attività che vi interessano.
Info: www.visitfinland.com
Se siete arrivati fin qui, e se prima di leggere pensavate che visitare il villaggio di Babbo Natale fosse la sola cosa da fare in Lapponia con i bambini, confido di essere riuscita a farvi ricredere. La Lapponia finlandese è un territorio vastissimo e ricco di opportunità, che permette di vivere una esperienza di viaggio complessa e variegata, che includa cultura, divertimento, relax e tanta, tantissima natura. È una destinazione natalizia impegnativa, per i costi e per le temperature, ma capace di accontentare i gusti di ogni viaggiatore. Anche di quello che non simpatizza per Santa Claus (ma credetemi: dopo averlo conosciuto al Santa Claus Village di Rovaniemi, che tra l’altro sorge proprio a cavallo del Circolo Polare Artico, anche il più ostinato dei Grinch cambierebbe idea!).
E ora che sapete cosa fare in Lapponia con i bambini, leggete anche:
Lapponia fai da te con i bambini: tutto quello che dovete sapere
Lapponia fai da te a Natale: l’abbigliamento termico per i bambini
Una premessa essenziale: organizzare un viaggio invernale in Lapponia fai da te con i bambini non è proprio per tutti. Il clima è estremo, i costi alti, l’offerta di escursioni enorme e a tratti disorientante, la reperibilità di alloggi per i viaggiatori fai da te non sempre così scontata (molte strutture bloccano le camere con largo anticipo per i pacchetti dei tour operator). Occorre muoversi con un certo anticipo, studiare a lungo e valutare con attenzione molti particolari. Detto questo, il fai da te può essere un’opzione estremamente soddisfacente se, come me, amate organizzare tutto “a vostra misura”. Io ho adorato pianificare tutto da sola, è stato un “viaggio prima del viaggio”, un corso di formazione sul freddo, sul clima, sui finlandesi, un’esperienza a tutto tondo. E la totale autonomia ci ha permesso di costruire il viaggio che volevamo e fare dei cambiamenti di programma all’ultimo momento. Muoversi da soli, con cognizione e tempo disponibile, consente inoltre, a certe precise condizioni, di risparmiare anche un po’ rispetto a un viaggio organizzato (anche se non è un fatto così automatico).
In questo lungo post vi dirò tutto quello che dovete sapere dal punto di vista pratico per organizzare un viaggio in Lapponia fai da te, o al contrario valutare che nel vostro caso conviene rivolgersi a un’agenzia. O ancora per decidere che, invece, preferite le Maldive. Vi racconterò poi in un altro articolo quale è stato il nostro itinerario e cosa abbiamo fatto e visto nel dettaglio.
Lapponia fai da te: il freddo
La prima e più ricorrente delle questioni che emergono parlando di un viaggio in Lapponia fai da te, e non solo. Banalmente, il clima invernale in Lapponia finlandese può essere estremamente rigido. Direi, in una parola, polare. Nella settimana in cui ci siamo stati noi, siamo arrivati a -20, ma la temperatura può scendere anche a oltre 30 gradi sotto lo zero. Non è tecnicamente vero che è un freddo secco (il tasso di umidità è mediamente molto alto), ma è vero che la percezione che se ne ha, almeno per la mia esperienza, è particolare. È un freddo che punge, e, se c’è vento, “taglia”. Fa male, più che far rabbrividire. Le ciglia si incollano per le lacrime ghiacciate, capelli e barba si congelano. Detto questo, equipaggiandosi a dovere si sopporta davvero senza problemi, almeno per uscite non più lunghe di tre ore.
La luce
Nei giorni intorno al Natale, a Rovaniemi, ci sono circa 4 ore di luce, più o meno piena: diciamo dalle 10 alle 14. A Levi (quasi 200 km più a nord) un pochino meno. Il crepuscolo è lungo, e la neve “illumina” tutto come un grande riflettore, con un effetto di luminosità diffusa particolare e davvero suggestivo. Io ho avvertito il cambiamento soprattutto al mattino, quando è capitato di muoversi nel buio pesto nonostante fosse, di fatto, mattina già inoltrata.
L’abbigliamento
Se decidete di fare un viaggio in Lapponia in inverno, che vi rivolgiate a un’agenzia o organizziate tutto da soli, avrete bisogno di procurarvi alcuni capi di abbigliamento tecnico ad hoc. Ho già pubblicato, prima ancora di partire, un post su come vestirsi per andare in Lapponia in inverno con i bambini. Col senno di poi, ci siamo trovati tutti molto bene, quindi ribadisco i concetti fondamentali: per riuscire a stare bene in esterna, per ore, a -17/-19 gradi, non basta l’abbigliamento da sci “ordinario”, specie per i bambini. Il mio consiglio è di scegliere, se possibile, intimo e calzini (più strati di calzini, magari) di lana merinos. So che molti non lo trovano confortevole, ma per noi è stato fantastico. I bambini non si sono mai lamentati, zero sudore anche negli ambienti riscaldati, nessun cattivo odore, pochi cambi (noi adulti un solo set maglietta/leggings, i bimbi due). Al di sopra dell’intimo occorre almeno uno strato molto caldo (noi usavamo pile di buona qualità) e poi lo strato esterno, che deve essere impermeabile e antivento. Davide e Flavia si sono trovati benissimo con salopette da sci e giacche del marchio svedese Didriksons, che in Italia viene venduto in esclusiva dal sito Bimbiallaria. Attenzione massima alle scarpe e ai guanti: noi ci siamo trovati bene con gli scarponi Sorel e Columbia e con i guanti Dakine del massimo grado di resistenza termica. Indispensabili, infine, passamontagna e/o cappelli e scaldacolli molto caldi. Se partite con un tour operator, parte dell’equipaggiamento (tuta, scarponi, guanti e calze esterne) vi sarà fornito per tutta la durata del soggiorno, mentre potrete avere la stessa attrezzatura durante le singole escursioni se vi appoggiate a un’agenzia locale solo per determinate attività. La valutazione va fatta a monte, ed è molto soggettiva. Personalmente, ho preferito acquistare tutto il materiale (investendo comunque MOLTO tempo a cercare offerte e saldi online, già diversi mesi prima: vi consiglio in particolare il sito Snowinn, ma anche Amazon e Decathlon per calzettoni e intimo adulti), ma non è detto che sia una soluzione conveniente per tutti.
+++ Leggi anche: Lapponia fai da te a Natale: l’abbigliamento termico per i bambini +++
L’età minima dei bambini
Al momento della nostra partenza Davide aveva quasi 5 anni, e direi che questa è l’età perfetta per un viaggio invernale in Lapponia fai da te, non solo come resistenza al freddo, ma come consapevolezza e capacità di ricordare, associate però a una generosa dose di candore che rende tutto magico e speciale. La sorella ne aveva solo 3, e la differenza l’abbiamo sentita tutta. Non per il freddo, perché come vi dicevo si affronta alla grande, ma per la diversa maturità. Più dell’età, comunque, conta forse il carattere: Flavia, per niente avvezza alla neve, ha opposto una certa resistenza alla vestizione, specie i primi giorni, e questo ha creato qualche nervosismo, soprattutto quando avevamo orari da rispettare. Conta molto anche il programma di viaggio: noi volevamo fare, a prescindere, diverse attività indoor e goderci le saune e le piscine, di cui siamo fan, ma se volete fare un viaggio più sportivo/adrenalinico (motoslitte, ice floating, safari in slitta etc), vi conviene aspettare che i figli abbiano qualche anno in più. Detto questo, ho visto in giro bambini (anche italiani e spagnoli, quindi poco abituati al gelo) di due anni o meno in apparenza molto a loro agio, e viceversa ragazzini di 7/8 anni piangere per il freddo. Quindi ognuno valuti come ritiene opportuno.
Cibo e trasporti
Il cibo è buono, ma un pochino monotono. Noi abbiamo trovato spesso polpette, insalate, wurstell, patate e dolci alla cannella. Spesso, nelle località turistiche, si trovano ristoranti self service con, in proporzione al resto, ottimo rapporto qualità/prezzo e ci sono sempre prezzi ridotti per i bambini, che in qualche caso mangiano gratis. Taxi e bus sono super efficienti, puliti e sicuri (taxi con sedili che si trasformano in rialzi, seggiolini gratis a richiesta nei minibus, etc), mentre le agenzie locali offrono quasi sempre il trasporto da e per l’alloggio nelle varie escursioni. I costi sono generalmente alti, ma si può risparmiare prendendo solo mezzi di linea. Le auto a noleggio sono equipaggiate con ruote chiodate specifiche per neve e ghiaccio, ma noi ci siamo mossi solo coi mezzi pubblici quindi non ho esperienze da raccontarvi. Le strade sono spesso innevate, ma tenute in maniera ottimale.
Quando andare
Natale è senza dubbio il periodo più caro e affollato, anche se non abbiamo mai trovato la ressa che temevo di incontrare. Detto questo, penso francamente che senza la neve e l’atmosfera natalizia la magia che abbiamo vissuto in Lapponia finlandese non sarebbe stata la stessa. Senza contare che le saune e le piscine calde, se come me amate il genere, sono un’esperienza spaziale quando fuori fa freddissimo. In ogni caso sono scelte personali, sappiate che fuori stagione si può risparmiare un bel po’, ma che le attività invernali (slitta, motoslitta etc) sono a rischio nei mesi “limite”, quando l’innevamento non è garantito. In estate è possibile fare trekking e passeggiate nella taiga incontaminata.
Dove andare e dove dormire
Il mio suggerimento, se potete, è di non fermarvi solo a Rovaniemi. Una tappa veloce in città è senz’altro utile, per la vicinanza al villaggio di Babbo Natale e allo zoo artico di Ranua e per gli interessanti musei, ma per il resto conviene a mio parere spostarsi altrove: le escursioni e le varie attività sono decisamente più economiche nelle altre località, c’è meno folla, e più a nord, di norma, c’è più neve. Anche l’atmosfera è in qualche modo più “esotica”, e, se vogliamo, più autentica. Noi abbiamo scelto Levi, ma ci sono tante città in cui fare base: Inari, Ivalo, Saariselka, Salla, Luosto, etc collegate tra loro da treni e/o bus. Nel caso, muovetevi in anticipo, perché nelle altre località ci sono meno tour operator, o è più complesso trovarli online. Le agenzie locali sono comunque efficientissime e hanno siti web ben fatti e facili da consultare. Io vi consiglio di studiare bene le pagina Visitrovaniemi e Visitfinland prima di partire. Venendo ai pernottamenti, anche qui la scelta è molto soggettiva. Noi abbiamo alternato gli appartamenti, che sono la soluzione abitativa che preferiamo di gran lunga quando viaggiamo, a un hotel fuori dal centro di Rovaniemi (il Santasport Resort) che offriva piscine riscaldate, saune e parco giochi indoor. Costava decisamente più delle case, ma l’abbiamo ritenuto un investimento sensato per avere la possibilità di passare i pomeriggi al caldo e in relax. Col senno di poi siamo stati molto contenti della scelta, ma è una valutazione molto personale. Una possibilità molto suggestiva sono i cottage indipendenti sparsi nei boschi, spesso dotati di sauna privata. Se vi piace la tranquillità, e optate per auto propria, si possono fare ottimi affari.
Lapponia con bambini fai da te: consigli pratici
Se come me portate gli occhiali, considerate che tra i cambi di temperatura e le sciarpe si appannano di continuo, quindi valutate le lenti a contatto (se non vi danno fastidio con le ciglia congelate!). Consiglio inoltre una buona crema anti freddo senz’acqua (la Hipp ne fa una ecobio che a me è piaciuta molto) e un balsamo labbra di qualità (io ho amato Madara, sempre ecobio). Valutate anche di tenere in borsa delle pantofoline per bambini tipo soft-sole, per liberare i piedini dagli scarponi nei musei, nei parchi gioco e negli altri posti al chiuso: ci sono state utilissime. A noi è servito molto anche uno zaino di quelli pieghevoli, da pochi euro, in cui “buttare” tutti i cappelli, guanti etc quando entravano da qualche parte e dovevamo scoprirci. Per la visita all’ufficio di Babbo Natale, se viaggiate nei periodi di punta, consiglio di arrivare il prima possibile per evitare le code, ma ne parlerò più dettagliatamente in un altro post. La Finlandia tutta è estremamente attenta ai bisogni dei bambini e delle famiglie: giochi ovunque, vasini nei bagni, seggioloni negli spogliatoi delle piscine, bagni dedicati, ingressi gratis quasi ovunque fino ai 7 anni (musei, trasporti, etc), slittini pubblici a disposizione. Finanche, come ho già scritto, pasti gratis in alcuni self service.
Lapponia fai da te in inverno: i costi
C’è poco da girarci intorno: la Lapponia finlandese, specie a Natale, è una destinazione molto cara, comunque la si approcci. Per una famiglia di quattro persone, un viaggio di una settimana nelle festività natalizie direi che costa, tutto incluso, almeno 5.000 euro, con molte variabili legate alla città di partenza, al tipo di alloggio scelto e alle attività in loco, perché le escursioni fanno lievitare il budget. Esistono diversi accorgimenti per risparmiare, a parte ovviamente quello di programmare la partenza per un periodo meno costoso ma anche molto meno suggestivo, a parer mio (ma non oltre marzo e non prima di inizio dicembre, se volete la garanzia della neve):
– volare con la l’ottima compagnia low cost Norwegian, che collega Helsinki con Roma e Milano e serve molte tratte interne in Finlandia. Noi abbiamo preso 3 voli Norwegian in questo viaggio (Roma Helsinki/Helsinki Rovaniemi/Kittila Helsinki), e ci siamo trovati sempre benissimo: aerei nuovi, personale disponibile, puntualità. Al ritorno, per darvi un’idea del risparmio, abbiamo dovuto volare con Finnair e questo ci ha fatto spendere ben mille euro in più!
– spostarsi coi mezzi pubblici. I bus di linea tra le varie città sono molto efficienti, e prenotabili online. Spesso hanno anche i bagni, come nella nostra tratta da Rovaniemi a Levi. All’interno delle aree urbane (per esempio dal centro di Rovaniemi al villaggio di Babbo Natale) ci sono i bus urbani, a prezzi molto convenienti. Volendo, è possibile raggiungere la Lapponia da Helsinki con un treno notturno su cui i bambini viaggiano gratis: oltre a risparmiare sul volo interno, si evitano ben due pernottamenti. Coi taxi, invece, il budget sale di molto, perché il costo base della chiamata è abbastanza alto.
– alloggiare in appartamento e fare la spesa al supermercato, che ha prezzi di norma abbordabili
– alloggiare fuori Rovaniemi, almeno per parte del viaggio: gli alloggi costano meno, ma soprattutto si risparmia tanto sulle escursioni.
Sul toccata e fuga, in alta stagione, potrebbero invece convenire i pacchetti di agenzia, con i charter che volano direttamente su Rovaniemi.
Se avete altre domande, scrivetemi nei commenti, o sulla mia pagina Facebook. E grazie di cuore per aver letto fin qui!
Uno dei miei obiettivi per l’anno che sta per cominciare è senza dubbio organizzare una vacanza in campeggio con i bambini. Non solo perché Davide me lo ha chiesto molte volte, e neanche perché le mie esperienze in camping sono limitate e lontane nel tempo, ma perché penso che questa possa essere una soluzione davvero vantaggiosa per trascorrere le vacanze in famiglia. Ecco, infatti, i miei 8 motivi per andare in campeggio con i bambini.
1. È comodo
Il camping è stato per anni considerato una soluzione spartana e un po’ “arrangiata”. Ma adesso andare in campeggio con i bambini è facile e confortevole, grazie agli spazi adeguati, alla possibilità di scegliere alloggi comodi e servizi aggiuntivi e alla grande disponibilità di attrezzatura, gadget e tecnologie in grado di soddisfare ogni esigenza.
2. Si può risparmiare
Ci sono località in cui alloggiare in campeggio può fare davvero la differenza, in termini di budget. Una vacanza al lido di Venezia a partire da 15 euro al giorno, con i bambini gratis, vi sembra un sogno? Scegliendo il camping è una bella realtà.
3. Il campeggio con i bambini è versatile
Campeggio con i bambini non vuol dire solo alloggiare in tenda. Le soluzioni a disposizione di chi vuole provare una vacanza in camping con tutta la famiglia sono molteplici e in grado di accontentare tutti: tenda, sì, ma anche camper, van, roulotte e case mobili. E chi non ha l’attrezzatura, e non se la sente di fare un investimento importante, può sempre noleggiarla in loco e vedere come si trova.
4. Si sta a contatto con la natura
Spesso il campeggio permette di vivere una vacanza disinvolta e rilassata, in stretta vicinanza con la natura. Dormire in tenda, fare colazione all’aperto, giocare su un prato e riposare sotto un albero: il modo ideale per ricaricare le batterie dopo un anno stressante e faticoso in città. Anche e soprattutto per i bambini.
5. È avventuroso
Da piccola non sono mai stata in campeggio, ma riesco a immaginare poche altre esperienze che possano sembrare altrettanto avventurose a un bambino di pochi anni: piantare una tenda, dormire in sacco a pelo o in roulotte, mangiare all’aperto, osservare un temporale dalla propria casa mobile. Praticamente l’essenza stessa della vacanza, del divertimento, della routine sovvertita e rivoluzionata. Dell’avventura, appunto.
6. Il campeggio con i bambini offre tanti servizi
Scegliere il campeggio per le proprie vacanze con i bambini non vuol dire rinunciare ai servizi che si possono desiderare in villeggiatura: spiaggia attrezzata, biciclette a noleggio, connessione wifi, bar, parcheggio privato e chi più ne ha più ne metta.
7. È rilassante
Nessun dress code, infradito ai piedi, vita all’aria aperta e ritmi tranquilli. Difficile immaginare una vacanza più rilassante del campeggio con i bambini.
8. Si fa amicizia
In campeggio i bambini (e non solo loro) hanno la possibilità di condividere spazi e inventare giochi, di trascorrere insieme del tempo non strutturato, in totale libertà. Di specchiarsi nella diversità di persone sconosciute e scoprire che, in fondo, siamo tutti uguali.
Post in collaborazione con il Camping San Nicolò, l’unico campeggio immerso nella Laguna di Venezia (e più in dettaglio al Lido), crocevia strategico per una vacanza a Venezia davero low cost. Il campeggio, dal quale si può raggiungere Piazza San Marco con soli 10 minuti di vaporetto, si estende su 5.000 metri quadri di verde e rappresenta dunque una location ideale per rilassarsi e divertirsi in famiglia immersi nella natura. Oltre a piazzole per tende, camper e roulotte, il Camping San Nicolò offre la possibilità di noleggiare attrezzatura da campeggio e case mobili, e molti servizi pensati per le famiglie, a cominciare dal noleggio biciclette.
Da piccola detestavo la montagna, che fosse il Terminillo o San Martino di Castrozza. La detestavo pur senza averci mai messo piede. Sono cresciuta in pianura, a pochi chilometri dal mare, con l’idea, assorbita per osmosi dagli adulti, che l’unica vacanza estiva possibile per i bambini fosse in spiaggia, con il sole, lo iodio e tutto il resto. Nel mio immaginario, la montagna estiva era un luogo noioso e freddo, troppo tranquillo, l’antitesi del divertimento.
Poi è nato mio figlio, e abbiamo deciso che era il caso di provare a scardinare il pregiudizio.
Trentino in estate. Praticamente un’epifania!
La Val di Fiemme e il Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino sono stati il teatro della nostra prima vacanza estiva in tre. Un viaggio straordinario all’insegna della natura, del buon cibo, della cultura, delle passeggiate e del relax. E io, che temevo di annoiarmi, ho avuto la possibilità di scegliere tra un ventaglio di possibilità di intrattenimento che non avevo mai visto prima: dalle escursioni sulle Dolomiti alle terme, dai laghi balneabili alle malghe e fattorie didattiche, dai laboratori per famiglie ai borghi d’altura, passando per ogni possibile attività sportiva outdoor e indoor: mountan bike, arrampicata, hiking, orienteering, pattinaggio e chi più ne ha più ne metta.
Qualunque sia il tipo di vacanza che vi piace e che state cercando, fidatevi di una napoletana: il Parco Naturale Paneveggio è il posto che fa per voi. E se siete scettici come lo ero io, date a voi stessi l’occasione di ricredervi, perché non esiste niente al mondo come un viaggio per allargare i nostri orizzonti e riuscire a cambiare idea.
Basterà, probabilmente, la visione delle Pale di San Martino, delle loro sagome regali che incorniciano senza incombere, che sovrastano senza minacciare. Mi ha commosso, la prima volta. Letteralmente. Oppure lo specchio del lago di Paneveggio osservato dall’alto: una pozza turchese incastonata tra i boschi. O la magia del Passo Rolle, che racconta di gesta epiche sulle due ruote e di moderni cavalieri a sfidare la montagna. O ancora i pascoli fioriti, e gli alberi a frotte, come sentinelle a guardia della ritrovata serenità dei viaggiatori che approdano qui.
Tra le cose che devo ai miei figli c’è il grande amore per la montagna, che da quel primo viaggio in Trentino si rinnova ogni anno, sempre più forte, sempre più profondo, in estate come in inverno. Perché diventare genitore, a volte, è anche questo: guardare al di là dei propri schemi preconcetti, superare il limite, pensare più in grande.
Post in collaborazione con Hotel Vienna, family hotel 3 stelle di San Martino di Castrozza, in Trentino Alto Adige. L’hotel Vienna è la soluzione perfetta per le famiglie con bambini che desiderano trascorrere una rilassante vacanza in montagna, grazie ai numerosi servizi che offre: area benessere, animazione per bambini, ristorante capace di andare incontro a molteplici esigenze (vegetariani, celiaci etc) e un grande prato attrezzato con altalena, scivoli, sabbiera e altri giochi per bambini. Hotel Vienna si distingue anche per una grande attenzione all’ambiente: colonnine di ricarica per vetture elettriche a disposizione degli ospiti, pannelli fotovoltaici per la produzione di elettricità, un impianto rinnovabile alimentato con gli scarti del legno per acqua calda e riscaldamenti, nonché un’auto elettrica a zero emissioni ne fanno un’eccellenza in termini di sostenibilità ambientale. Hotel Vienna, infatti, è una struttura “a zero gasolio”. Family e green!
Ho scoperto le terme quando non avevo bambini, ma comunque relativamente tardi. Non prima di essermi convinta che tutto sommato non erano una roba “da vecchi”. Le ho scoperte, e da allora le ho amate come una delle poche cose nella vita, cercandole in tanti posti del mondo, bramandole nel freddo umido degli inverni. Non tanto le SPA che vanno di moda adesso, con le luci a led e i diffusori di essenze. Mi piacciono anche quelle, per carità, ma io impazzisco per le terme vere e proprie. Con le incrostazioni di sali, l’odore sulfureo, l’acqua lattiginosa per i minerali in sospensione. L’idea che l’acqua sia calda perché viene dalle viscere della Terra mi sembra una specie di magia. Un fatto mistico, un sortilegio. Ogni volta mi sembra di calarmi in una pozione magica, in un brodo primordiale che rinfranca lo spirito e rigenera il corpo.
Quando ho deciso di avere dei figli ho temuto che il mio rapporto con le terme si sarebbe complicato, che addirittura avrebbe rischiato di estinguersi. Ma poi ho scoperto che terme e bambini possono essere un binomio che funziona, e anche molto bene. In base alla composizione delle acque termali, i bimbi possono bagnarsi, con degli accorgimenti, fin dalla più tenera età, e i benefici delle terme sulle vie respiratorie e sulla pelle valgono per i bambini tanto quanto per gli adulti. La cosa fondamentale è informarsi presso i gestori dei centri termali e, per bambini molto piccoli, consultare il pediatra sull’eventualità di portarli alle terme.
Al di là dei benefici dei bagni termali per la salute dei bambini, la possibilità di passare qualche ora di relax in famiglia anche in stagioni nelle quali la balneazione al mare o ai laghi sarebbe impossibile è semplicemente una benedizione. La mia famiglia ha all’attivo ormai diverse esperienze, sia in Italia che all’estero. E anche Davide e Flavia sono avvezzi alle “piscine coperte con l’acqua calda”. Rispetto a quando, neomamma, mi preoccupavo di come conciliare terme e bambini, mi pare che le opportunità si siano moltiplicate, e che siano sempre più numerosi i centri termali family friendly che offrono servizi dedicati a genitori con figli piccoli. Alle Terme di Riccione, per esempio, è attivo un nuovo reparto pediatrico, con la possibilità di usufruire di pacchetti benessere per grandi e piccoli, alloggiando con i bimbi in un hotel a Riccione o in altre strutture della Riviera.
In Europa centrale e settentrionale, dove è del tutto normale andare alle terme con i bambini, si trovano anche centri in cui è possibile entrare in sauna con i figli, con accorgimenti particolari e in orari dedicati. Rigorosamente nudi, come da tradizione nelle terme nordiche. Noi finora non ci siamo ancora cimentati in questa esperienza di gruppo, preferendo fare a turno col padre dei miei figli e goderci il nostro momento benessere in perfetta solitudine.
Per quanto riguarda invece le cure inalatorie e gli altri trattamenti specifici di termalismo pediatrico, occorre naturalmente fare riferimento al pediatra per le direttive del caso e le eventuali prescrizioni. Le terme, per i bambini, possono comunque essere un’alternativa o un supporto del tutto naturale alle terapie farmacologiche tradizionali.
In generale ci vuole buon senso, come sempre. Non solo per i bambini che portiamo alle terme, ma anche per chi, in quell’acqua calda così benefica, ha il diritto sacrosanto di rilassarsi, senza schizzi o schiamazzi. Oltre a scegliere centri termali adatti alle famiglie, come le Terme di Riccione (in cui anche il reparto terapeutico è attrezzato per fornire ai piccoli pazienti un ambiente confortevole, familiare e divertente) è fondamentale informarsi sulle eventuali zone child-free e restrizioni orarie. Oltre a ricordare che le piscine termali, di norma, non sono un luogo dove si va per tuffarsi e correre. Le terme, anche con i bambini, sono il tempio del relax. Sono un posto quasi sacro. Una specie di magia.
Post in collaborazione con il portale Hotel Riccione Travel.
Quando ero piccola io, non esistevano i family hotel. C’erano invece gli alberghi per famiglie, ma noi non ci andavamo quasi mai. Quella era l’epoca delle “seconde case”, o degli affitti trimestrali rinnovati di anno in anno. I più avventurosi andavano in campeggio. L’estero, anche il più vicino, era un’esperienza per pochi, e in generale non per le famiglie con bambini. Troppo caro, troppo lontano, troppo difficile. I miei genitori non erano mai stati grandi viaggiatori, e non lo sono diventati dopo la mia nascita. Passavamo le vacanze in un angolo di paradiso, nella grande casa degli zii, ed erano vacanze felici. Rimaste per sempre incastonate come gemme preziose tra le fibre più resistenti della mia memoria.
Però io sognavo di viaggiare.
Non so da dove mi venisse questa spinta fortissima, che sarebbe rimasta nel mio cuore per sempre e che somigliava più a un bisogno, che a un desiderio. Non avevo genitori trasfertisti da visitare nel weekend, alloggiando in hotel con tutta la famiglia. E neanche zii viaggiatori che mi portassero cimeli su cui fantasticare, né racconti di famiglia particolarmente esotici con cui addormentarmi la sera. Ero io, solo io. Era nata con me, quell’attrazione magnetica verso l’altrove, vicino o lontano che fosse. E suppongo che morirà con me, il più tardi possibile.
Leggevo storie di avventura e di pirati, mi incantavo di fronte a un accento straniero o a una inflessione che raccontava di una regione lontana dell’Italia. A un certo punto mi misi a collezionare cartoline. Ne chiedevo a chiunque, le aspettavo come il più prezioso dei regali, come la promessa dei viaggi che avrei fatto “un giorno”. Ho passato ore a catalogarle e ammirarle. A metterle in fila in ordine di preferenza. Sognavo Venezia e San Remo. Tokyo e Parigi. La savana africana e la tundra artica. I Caraibi e il Sahara.
Stare in albergo capitava assai di rado, quando ero piccola. Erano sempre pensioni a conduzione familiare, antesignane dei perfetti hotel per famiglie che mi capita di frequentare adesso insieme ai miei figli. Ogni volta per me era una specie di magia. L’illusione di vivere, per qualche giorno, una vita sconosciuta. La novità, il cambiamento, i viaggiatori stranieri. Ogni cosa mi sembrava interessante, emozionante, meravigliosa. Collezionavo ricordi e cimeli, annotavo i dettagli più insignificanti nel mio diario. Inventavo identità straordinarie per gli altri ospiti dell’albergo.
Negli anni, viaggiare è diventato un sogno realizzato. E stare in hotel, per famiglie e non, un’esperienza decisamente più usuale. Ma ogni volta resiste quel brivido. L’adrenalina della scoperta, il fuoco della curiosità. Il piccolo miracolo dell’immaginazione che si accende al cospetto del “microcosmo albergo”. Chi avrà dormito in quella stanza prima di noi? Che storie avranno gli ospiti al tavolo accanto al nostro?
Un privilegio che condivido con i miei figli. Ai quali spero di regalare ogni volta la stessa magia.
Post in collaborazione con Hotel Orizzonte, hotel per famiglie (e non solo) di Jesolo che offre, a prezzi competitivi, tantissimi servizi per i bambini e per i loro genitori (spiaggia privata con ombrelloni e lettini, animazione, miniclub). Incluse le biciclette a disposizione dei clienti, che oltre a pedalare in autonomia per la città, attraverso ben 150 km di piste ciclabili possono esplorare il paradiso naturale della Laguna Veneta in totale libertà e in modo assolutamente green.
Foto ©Hotel Orizzonte Jesolo
Due figli piccoli, qualche giorno di ferie tra Natale e Capodanno e un salvadanaio riempito con impegno, giorno dopo giorno, per oltre sei anni. Mettici anche una spolverata abbondante di voglia di grande Nord (per me del tutto inedita, tra l’altro) ed ecco pronti gli ingredienti del nostro prossimo e ormai imminente viaggio: la Lapponia finlandese a Natale. Con Davide e Flavia, come è ovvio, e rigorosamente in fai da te, perché a noi i viaggi organizzati non piacciono, e soprattutto perché l’autonomia ci permette di risparmiare un poco su un viaggio che di per sé molto costoso. L’itinerario prevede Rovaniemi, Ranua e Levi, oltre a un paio di giorni a Helsinki. Ma come vestire due bambini per un viaggio in Lapponia auto-organizzato? Dei bambini napoletani, per giunta, che al freddo e al gelo non sono certo avvezzi, figuriamoci reggere a temperature che possono scendere fino a trenta gradi sotto lo zero? Un scoglio organizzativo (e psicologico) non da poco.
+++ Leggi anche: Lapponia fai da te con bambini: tutto quello che dovete sapere +++
Bambini in Lapponia: quale abbigliamento termico occorre?
La rete, come spesso accade, è venuta brillantemente in mio aiuto. Ho letto dozzine di articoli e ho sfruttato per mesi la consulenza di chi ha scelto di specializzarsi nella vendita di abbigliamento tecnico outdoor per bambini, come Francesca del sito Bimbiallaria, di chi al Polo ci vive, come Flavia di Mum in the Arctic, e di chi questo viaggio lo ha concepito e affrontato prima di me, come Letizia di Incinqueconlavaligia e Simona di Globetrotting Kids, (grazie, grazie e ancora grazie, amiche!). Così ho acquisito una vera e propria competenza specialistica in fatto di abbigliamento termico per bambini adatto a climi estremi come quello della Lapponia a Natale. Anche questo è il bello di chi organizza viaggi in fai da te! Ma andiamo con ordine.
1. Lana (o tecnico) sulla pelle
La maggior parte delle persone che vive in climi artici o ne ha esperienza, consiglia di scegliere, per vestire i bambini in Lapponia, un intimo termico lungo – maglietta o body e calzamaglia o leggings – in lana merinos: un materiale isolante e caldo, ma che permette al sudore e all’umidità, entro certi limiti, di evaporare. Ovviamente, ed è tanto più vero per i bambini piccoli, bisogna optare per indumenti termici particolarmente morbidi e confortevoli, visto che devono essere indossati direttamente a contatto con la pelle (dimenticate le maglie intime pruriginose di una volta!). Chi proprio non riesce a sentirsi a suo agio con l’intimo in lana, oppure prevede di fare sport e sudare molto, dovrebbe scegliere materiali tecnici con grado di resistenza al freddo molto elevato. Sconsigliato, invece, il cotone, perché tende a impregnarsi di sudore e rendere la permanenza al freddo molto spiacevole.
2. Strati tecnici a gogo
Al di sopra dell’intimo termico in lana merinos o tecnico, conviene prevedere un abbigliamento a strati, in lana o pile. Noi contiamo di usarne, tra l’intimo e la giacca, almeno due per la parte alta del corpo: maglia termica in misto lana e pile pesante con la zip, ma per i bambini vorrei avere a disposizione anche uno strato ulteriore in caso di bisogno (l’ho già detto che non siamo abituati al freddo?). Gli indumenti “apribili” come giacche invernali, pile etc, sono molto pratici quando c’è la necessità di sfilarli o rimetterli velocemente. Per la parte sottostante del corpo, potrebbe essere necessario un pantalone tecnico tra la calzamaglia e il pantalone impermeabile.
3. Impermeabilità assoluta
Il freddo invernale finlandese, nonostante le temperature estreme, può risultare in realtà più tollerabile di quello delle nostre montagne, dove l’umidità e il vento possono acuire la sensazione di disagio. Ma a quelle latitudini bisogna assicurarsi che i bambini indossino, come ultimo strato, abbigliamento impermeabile e antivento. Queste caratteristiche, per certi versi, sono anche più importanti del “calore” degli indumenti, per cui conviene prevedere un investimento per una giacca impermeabile e una salopette o pantalone impermeabile. La cosa più comoda, per i bimbi, è l’abbigliamento da neve, che permetta loro di giocare e muoversi in totale sicurezza e praticità. Noi abbiamo puntato su set spezzati (giacca e pantalone salopette, appunto), per essere più comodi in vista delle varie vestizioni/svestizioni e per rendere più agevole le soste per la pipì. Detto questo, soprattutto per i più piccoli la tuta per bambini può rivelarsi la soluzione più calda e “sicura”.
4. Occhio alle estremità
Mani, piedi e testa sono le parti del corpo che disperdono il calore più rapidamente. Potete avere la giacca invernale e il pantalone antivento più isolante del mondo, ma finirete col sentire freddo se le estremità non saranno coperte a dovere. Ecco perché, preparando l’abbigliamento termico per un viaggio in Lapponia a Natale con i bambini, è indispensabile prevedere:
– calze termiche spesse, meglio se in lana (ne occorrono diverse paia, per sovrapporle in caso di necessità e soprattuto per avere sempre disponibile un cambio asciutto).
– scarponi da neve impermeabili e imbottiti, certificati per temperature bassissime. Meglio prenderli di uno o due numeri più grandi, perché ci sia la possibilità di aggiungere una calza extra e perché con un po’ di spazio tra piede e calzatura il freddo si avverte di meno.
– guanti a muffola impermeabili (con le dita separate il calore si disperde più rapidamente), adatti a temperature molto rigide e magari lunghi fino al gomito. Non pensate di cavarvela con guanti e calzature economiche.
– passamontagna in lana o pile e berretto invernale pesante.
Io ho deciso di procurarmi anche degli scaldini chimici per guanti e scarponi: piccole compresse che si attivano quando vengono schiacciate e rilasciano calore per diverse ore (si trovano anche da Decathlon, grazie a Noi con le valigie per la dritta!).
Lapponia fai da te con i bambini: dove comprare l’abbigliamento termico
Nei negozi fisici italiani è difficile trovare prodotti adatti a condizioni così estreme, e quando si trova qualcosa i prezzi sono spesso proibitivi. Io ho comprato tutto su internet, un po’ per volta, sfruttando sempre i saldi e le offerte fuori stagione. Alcune cose le ha comprate per me (o me le ha prestate) la mia amica Flavia in Norvegia. Molte altre le ho trovate su Bimbiallaria, un fantastico e-commerce gestito da Francesca, una mamma assai green che ha fatto della quotidianità dei bambini all’aria aperta, in tutte le condizioni meteo, la sua filosofia di vita e di lavoro. Io, in particolare, ho scelto per Davide e Flavia l’abbigliamento tecnico del marchio svedese Didriksons, che con un rapporto qualità/prezzo eccellente offre tute da sci, giacche e pantaloni impermeabili, berretti invernali e molti altri prodotti per vivere la natura in ogni stagione. Io l’ho amato da subito anche per la sua anima green: i capi sono PVC-free e sia le giacche che i pantaloni possono essere allungati con il sistema Extend-size, che permette dunque di sfruttarli per diversi anni. Bimbiallaria è l’unico rivenditore italiano Didriksons e offre una gamma di prodotti perfetta non solo per un viaggio a Rovaniemi e in Lapponia, ma per tutte le esigenze invernali dei bimbi all’aria aperta.
Un’alternativa consiste nel fare acquisti direttamente in loco, ma personalmente ho preferito equipaggiarmi di tutto punto fin da prima della partenza, anche per riutilizzare poi l’attrezzatura in altri viaggi o vacanze sulla neve. Tenete conto, infine, che durante le escursioni organizzate (safari in slitta, ciaspolate, visite a fattorie artiche etc) i tour operator mettono a disposizione dei clienti alcuni indumenti: informatevi bene, anche sulle taglie disponibili, prima della partenza.
A questo punto, non ci resta che partire e testare sul campo il nostro abbigliamento termico a prova di Polo Nord. Naturalmente vi racconterò tutto! Sempre se non decido di restare a lavorare come aiutante di Babbo Natale.
E se volete provare anche voi il marchio Didriksons, Bimbiallaria offre, fino al 29 novembre, un regalo speciale per i lettori di Una mamma green: uno sconto speciale del 10% su tutti i prodotti del brand. Per usufruirne, potete usare (una sola volta) il codice UNAMAMMAGREENALLARIA. Buono shopping!
Post in collaborazione con Bimbiallaria, negozio online di abbigliamento tecnico invernale ed estivo per bambini, esclusivista per l’Italia di marchi sostenibili e cruelty free di alta qualità. Bimbiallaria è specializzato anche nella fornitura di abbigliamento outdoor e stivali per asili nel bosco.
Questo racconto parte da una confessione: mi sono tenuta con scrupolo alla larga dalle vacanze estive in Riviera Romagnola per tutta la vita. Le spiagge affollate di ombrelloni, i locali notturni, l’acqua “non abbastanza turchese” per una come me, cresciuta saltando sui ciottoli delle spiagge libere del Tirreno. Non pensavo di avere molti motivi per andare in Romagna, per cui non ho mai pensato di farlo.
La verità – e per scoprirlo ci è voluto l’invito a un blog tour promosso dall’Ufficio turistico di Bellaria Igea Marina – è che io, fino a qualche settimana fa, ero un po’ come Jon Snow: della Riviera Romagnola non sapevo un bel niente. Ecco, dunque, tutto quello che ho imparato in un lungo weekend a Bellaria Igea Marina con i bambini: le conferme, le sorprese e i luoghi comuni sfatati o confermati. E alcune cose che forse non sapete neanche voi.
Bellaria Igea Marina con i bambini: il mare
Intanto, il mare e le spiagge. È innegabile, l’acqua non vanta le sfumature di lapislazzulo di altre zone d’Italia (il che, meglio ricordarlo, non vuol dire comunque che non sia pulita) e l’arenile è occupato per lo più da grandi stabilimenti balneari attrezzati (che i romagnoli chiamano “bagni”). D’altra parte, nessuno arriva in Romagna cercando arenili selvaggi e calette rocciose, giusto? Chi invece cerca spiagge attrezzate e intrattenimento di ogni tipo, è proprio lì che deve andare. I lidi di Bellaria Igea Marina offrono qualsiasi servizio possibile alle famiglie con bambini: area giochi sicura, spogliatoi pulitissimi, deposito giochi, bar, animazione, campi da beach volley, bocce, fasciatoio (!), bagnini e un mare che resta poco profondo per diversi metri, perfetto per i bagnanti più piccoli. Anche chi viaggia con amici quadrupedi troverà facilmente zone della spiaggia aperte ai cani e attrezzate alle loro necessità. Per gli irriducibili della spiaggia libera, sappiate che a Bellaria Igea Marina esistono ampie e pulite porzioni di arenile non attrezzato, all’inizio e alla fine del lungomare cittadino. Una caratteristica che non credo sia molto diffusa, sull’intero litorale adriatico.
Bellaria Igea Marina con i bambini: il cibo e la gente
Quelli sulla cucina e sull’accoglienza romagnola sono due luoghi comuni che il mio weekend a Bellaria Igea Marina con i bambini ha felicemente confermato. In Romagna, senza giri di parole, si mangia e si beve in modo divino (e pure a buon mercato).
La cosa che più mi è piaciuta è che la tradizione viene coniugata meravigliosamente con l’innovazione, grazie alle onnipresenti imprese a conduzione familiare che permettono alle generazioni più esperte di lavorare fianco a fianco con le nuove leve. La cucina dell’albergo ecosostenibile in cui abbiamo alloggiato, l’hotel San Salvador di Igea Marina (poi vi dirò di più in un post dedicato) da questo punto di vista è emblematica: ricette tradizionali e prodotti a chilometro zero associati all’uso molto “contemporaneo” di farine integrali, miste, senza glutine e via dicendo. La stessa sensazione l’ho avuta durante la nostra memorabile “lezione di piadina” presso l’azienda agricola Collina dei Poeti, nell’entroterra romagnolo dove nasce il Sangiovese. L’anima secolare della tradizione unita alla ricerca e alla tecnologia. Il risultato? Un turismo di qualità, consapevole e responsabile.
Quanto al calore della gente, che dire? Come stare a casa propria, con l’accezione più positiva del termine. Disponibilità, sorrisi, familiarità e attenzione. Senza sussiego, senza forzature. Spontaneamente e con semplicità.
L’entroterra, la natura e la cultura
Questa è stata per me la sorpresa più grande. La redenzione della mia jonsnowiana ignoranza in materia: la Romagna non è solo una infinita lingua di spiagge, parchi tematici e bar che risuonano Despacito. Ha un entroterra costellato di piccoli borghi, attività rurali, siti di interesse storico, vigneti lussureggianti e incantevoli aree naturali.
Santarcangelo di Romagna, che dista pochi chilometri da Bellaria Igea Marina, è un piccolo scrigno di botteghe tradizionali, monumenti storici, leggende secolari e ristoranti tipici. Imperdibile, soprattutto se lo scoprite con un tour guidato che includa le cosiddette “Grotte tufacee”e una visita alla Antica Stamperia Marchi, dove le tele vengono ancora stampate a mano come quattro secoli fa, utilizzando un “mangano” di legno del 1633, pigmenti prodotti a mano e stampi artigianali coi motivi della tradizione romagnola. Semplicemente commovente.
Le Saline di Cervia, all’interno del Parco regionale del Delta del Po romagnolo, sono un vero paradiso della biodiversità, nonché un viaggio nel tempo e nella conoscenza all’insegna del sale dolce di Cervia, ancora oggi raccolto a mano come tanti anni fa (e assaggiatelo, è una sorpresa!).
Se alloggiate a Bellaria Igea Marina, inforcate una bici e visitate i monumenti cittadini, a cominciare dalla Torre Saracena, che un tempo serviva per l’avvistamento dei pirati e che oggi ospita un piccolo ma ricchissimo museo delle conchiglie.
E al tramonto percorrete qualche chilometro fino al Porto Canale di Cesenatico, progettato da Leonardo da Vinci, che nella golden hour si illumina di bagliori caldi colore dell’oro che stento a descrivervi a parole.
Insomma: se andate in Riviera Romagnola e vi limitate alle spiagge ai parchi divertimento, fidatevi di me, tornerete a casa senza aver conosciuto moltissimi aspetti della Romagna stessa. Quelli che a mio opinabile parere, peraltro, sono i più interessanti.
Bellaria Igea Marina con i bambini: la mia verità
Mentirei sapendo di mentire, se dicessi che non preferisco un altro tipo di esperienza balneare: spiagge deserte, acqua cristallina, gioco libero e silenzio. Ma il punto è, e ci tengo ancora una volta a ribadirlo, che Bellaria Igea Marina e la Romagna tutta sono molto di più di una vacanza di mare e divertimento. Sono una regione meravigliosa d’Italia, piena di verde, attività family friendly, siti di interesse storico e artistico, terme, iniziative culturali, vino e cibo strepitosi. Abitata da un popolo che, una volta tornati a casa, vi farà sentire una fitta di nostalgia.
Andate in spiaggia, certo. Portate i vostri bambini sui gonfiabili e scatenatevi a sera nella baby dance. Ma concedetevi anche di esplorare, insieme ai vostri figli, questa terra ricca, amica e dolce. Vi sorprenderà. E metterà radici in fondo al vostro cuore.