Quando avevo 17 anni pesavo poco più di 40 chili. E mi piaceva, anche se la bilancia sosteneva impietosa che al mio corpo ne mancassero almeno una decina. Piangevo facilmente e non portavo mai sandali.
Quando avevo 17 anni mi mangiavo le unghie. E le cuticole, e la pelle delle ultime falangi e delle nocche. Esattamente come adesso.
Quando avevo 17 anni ero ottusamente moralista e bacchettona. Pensavo di conoscere molte verità, giudicavo troppo. Delle infinite sfumature di grigio che colorano il mondo, la vita e le persone, io vedevo solo il bianco e il nero. Quando avevo 17 anni litigavo più del dovuto con persone a cui volevo, e voglio, molto bene.
Quando avevo 17 anni ero tardivamente impegnata nella mia prima relazione sentimentale. Lui era più piccolo di me, aveva impiegato anni a convincermi a stare con lui, e quando finalmente ho deciso di non poter fare più a meno di lui, ovviamente mi ha lasciato. Tutto regolare, insomma (comunque adesso ci vogliamo bene e ricordiamo quel primo amore con grande tenerezza).
Quando avevo 17 anni volevo disperatamente essere come gli altri. Sentirmi parte di un gruppo, di una famiglia che avessi scelto da sola. Riconoscermi guardando gli amici che avevo intorno, come in uno specchio generoso e rassicurante. Eppure non riuscivo a fare a meno di distinguermi da tutti, di affermare la mia personalità con un pizzico di spocchia e di snobismo. Uguale agli altri, ma a modo mio. Non ho mai posseduto un Invicta, ma andavo a scuola con uno zaino Diadora che aveva la stessa identica forma, e invece delle Cult e delle Doctor Martens, calzavo delle improbabili alternative, che avrebbero dovuto essere anticonformiste, e invece erano semplicemente brutte. Certe cose, credo, non cambieranno mai.
Quando avevo 17 anni cercavo in tutti i modi di colmare le lacune vastissime della mia cultura musicale. Non immaginavo che 18 anni dopo mi sarei rassegnata nel vederle ingigantirsi ogni anno di più.
Quando avevo 17 anni mi piaceva lo sport, e lo seguivo con più passione e maggiore competenza di quasi tutti i miei amici maschi. Mi manca tanto, adesso che la mancanza di tempo e gli scandali mi hanno disamorato progressivamente.
Quando avevo 17 anni non mi truccavo. Avevo i capelli corti e non sapevo assolutamente metterli in piega. Non avrei mai imparato, ma almeno avrei capito che tenerli lunghi e portare un elastico sempre in tasca semplifica infinitamente le cose.
Quando avevo 17 anni andavo in chiesa regolarmente. Frequentavo l’Azione cattolica, leggevo testi sacri, discutevo di religione e di morale. E scalpitavo per avere il mio primo certificato elettorale, senza nutrire il minimo dubbio sul fatto che avrei votato il più a sinistra possibile. Leggevo Che Guevara e Gramsci, fantasticavo di uguaglianza e libertà. Ora non ho più molte certezze, sbiadite dagli anni, dalla disillusione e dal mio stesso qualunquismo. Non ho perso la fede, non ho perso la speranza. Ma l’energia un pochino sì, e speriamo di ritrovarla da qualche parte negli anni a venire.
Quando avevo 17 anni litigavo troppo poco con i miei genitori. Tenevo ancora eccessivamente alla loro approvazione, ero una figlia molto leale e in questo, forse, c’era qualcosa di malsano.
Quando avevo 17 anni ero molto triste perché non viaggiavo mai. Sognavo una vita con la valigia sempre pronta, amicizie internazionali e avventure planetarie. Adesso faccio il possibile per realizzare quel sogno almeno in piccola parte.
I miei 17 anni sono stati un periodo di merda. Tanti conflitti e poca autostima. Problemi alimentari, crisi di coscienza e un pessimo look. Ma io darei un anno di notti di sonno per farvi ritorno almeno per un giorno. E sentirmi ancora una volta come se tutto fosse ancora da decidere, come se il meglio fosse di là da venire, e la vita una pagina bianca da dipingere di ogni colore possibile.