Quando ho ricevuto il mio primo vero regalo di San Valentino, ho pensato di lasciare il ragazzo che me l’aveva appena consegnato. Non tanto per il regalo in sé (per quanto un cofanetto del topolino Diddl, va be’…), quanto per l’idea più generale. I regali di San Valentino, e anzi la ricorrenza nel suo complesso, mi facevano venire il latte alle ginocchia. All’epoca avevo 17 anni, boicottavo qualunque cosa mi sembrasse omologata e mainstream ed ero intrisa di quel femminismo adolescenziale aprioristico per cui qualsiasi concessione al romanticismo mi sembrava inappropriata ed esecrabile.
Per la cronaca, dentro la scatola c’era un cd che mi piaceva tantissimo, il ragazzo non fu mai lasciato, ma mi spezzò il cuore qualche anno dopo (adesso, quando ci incontriamo, ci fermiamo a chiacchierare con l’affetto sincero di chi è stato giovane insieme lungo lo stesso sentiero). La scatola di Diddl è ancora qui da qualche parte, credo piena di cimeli di viaggio o cose simili. Ma io non ho mai più festeggiato un San Valentino che fosse uno, con nessuno dei miei successivi amori, incluso il padre dei miei figli. Ho continuato a pensare che fare regali di San Valentino fosse una forzatura, una convenzione. E io e gli obblighi sociali non siamo mai andati d’accordo.
Poi però ho fatto due figli, e piano piano questi figli stanno crescendo. Davide quest’anno ha cominciato a preparare biglietti di San Valentino con un mese di anticipo, e li offre a chiunque lui ami, gatto incluso, con tanto di dedica. E ho scoperto, grazie ai miei figli, che dichiarare il proprio amore – non solo romantico, ma anche filiale, fraterno, materno, amicale etc – è sempre una buona idea, a prescindere dai suggerimenti del calendario. Ho scoperto che i regali di San Valentino possono essere sentiti e autentici. E commuovere profondamente chi li riceve. Anche se sì, proprio tutti, proprio quel giorno, staranno facendo e ricevendo regali.
Forse quello che conta è sempre la felicità che ci mette chi quel regalo lo sta scegliendo, comprando, realizzando, impacchettando. Perché gli unici regali di San Valentino (e non solo) mal riusciti sono probabilmente quelli fatti per dovere, di mala voglia, tanto per. Quelli raffazzonati all’ultimo momento, senz’anima e senza fantasia.
Il mio consiglio, per i regali di San Valentino, è di farne tanti, non solo a chi fa parte della vostra coppia. E sceglierli con attenzione, magari sul sito Troppotogo, l’e-commerce che offre tantissimi regali per tutte le tasche e tutti i gusti, per stupire, divertire e conquistare innamorati e non solo.
Qualche esempio?
Il tagliere Dinner is coming per regali di San Valentino in stile Game of Thrones.
Il supporto auto per cellulare per chi ci tiene a stare sempre connesso, ma in sicurezza.
Il libro di ricette con la birra per chi ama spadellare… e sorseggiare.
Il poster Forever per chi non vuole rinunciare a un po’ di romanticismo.
La mini torta in scatola per chi punta sulla dolcezza.
La tazza personalizzata, per chi ci tiene a ricordare i momenti speciali.
Il cuscino termico cuore, per chi preferisce regalare una fornitura vitalizia di coccole.
La lettera d’amore “One in a million”, per chi i propri sentimenti ci tiene a metterli per iscritto.
Post in collaborazione con Troppotogo