Il Natale delle altre mamme non sarà più ricco d’amore se lo passeranno a cancellare trecentoventisette meme con la Renna Rudolph dalla chat Whatsapp della classe. E lo stesso vale per Capodanno, Pasqua, Pasquetta, Ferragosto, il Primo Maggio, l’Otto Marzo, il Venticinque Aprile, la Festa della Donna, Pentecoste, il Due Novembre, l’Immacolata Concezione, il Solstizio d’Estate e l’anniversario della morte di Giovanni Paolo Secondo. Chiama o scrivi ai tuoi amici, se ci tieni a fare loro gli auguri. E lascia che gli altri si ubriachino senza essere interrotti dalle notifiche.
Se tuo figlio Carletto è malato e non può andare a scuola. Se tuo figlio deve andare dal dentista ed esce prima da scuola. Se tu finisci tardi al lavoro e tuo figlio sarà recuperato dalla zia Filomena. Se tuo figlio ha invitato l’amica Cettina a giocare da lui, per cui la preleverai tu da scuola insieme a Carletto, beh, ti svelo un segreto: ai circa sette miliardi di individui umani che non siano Carletto, Cettina e zia Filomena, inclusi dunque quelli che annaspano loro malgrado nella chat Whatsapp della classe, tutto questo non interessa. Manda un messaggio privato alla maestra e il tuo karma migliorerà come per magia.
Il 99,9% delle notizie allarmistiche o pietistiche che girano su internet è costituito da bufale: vere e proprie calunnie, leggende metropolitane in circolazione dal 1997, notizie gonfiate o fraintendimenti più o meno in buona fede. Prima di condividere fake news nella chat Whatsapp della classe, conta almeno fino a venti. E magari verifica prima la fonte.
Nelle chat Whatsapp della classe vige la regola non scritta del “parla solo se necessario”.
Se Gianroberto ha perso la felpa degli Avengers, e se non sei tu quella che l’ha trovata, non è necessario rispondere “No, io non ho trovato niente!”. Basta semplicemente tacere. In attesa che la mamma di Filippo Maria tiri fuori la felpa (o che il padre del povero Gianroberto si accorga di averla lasciata in macchina).
Promuovere la propria attività o quella della propria cognata – bomboniere in pasta di sale, orecchini in pasta Fimo, torte in pasta di zucchero, salone di trucco e parrucco, negozio, palestra etc – nella chat Whatsapp della classe è il male. Non vi procurerà nuove clienti, ma solo antipatie e makumbe (e sì, vale anche se l’attività consiste in blog, articoli e libri).
Prima di postare nella chat Whatsapp della classe una foto di tuo figlio ritratto nell’impeccabile outfit del matrimonio della cugina Geppetta, ricorda che quello che a te sembra un momento aulico, la perfezione effimera cui ti ha condotto la vita dopo tanti sacrifici, l’incarnazione terrena della bellezza pura e definitiva, per gli altri membri della chat è solo: una notifica inutile, una manciata di minuti persi, la foto di un bambino sconosciuto vestito da pinguino, l’ennesimo file da cancellare bestemmiando dalla memoria del cellulare. Se proprio devi condividere qualcosa, che siano i confetti alla mandorla della cugina Geppetta.
Liberissima di postare sul tuo profilo Facebook un bel “Buongiornissimo, Kaffé????” ogni mattina che il buon Signore manda in Terra. Perché lì la gente è libera di cancellarti quando crede, o almeno di cliccare il salvifico tasto “Non seguire più”. Ma imporli nella chat Whatsapp della classe è contrario al buon senso, alla convenzione di Ginevra e a ogni norma del vivere civile. Il buongiorno, magari, ce lo scambiamo di persona, se ci incrociamo fuori la scuola (il Kaffé invece mi fa schifo, ma non c’è niente di personale).
Ogni comunicazione ridondante, fraintendibile, inconciliante, insinuante o che non sia di potenziale interesse per tutti membri della chat Whatsapp della classe è da evitare. Per tutto il resto, c’è sempre l’opzione “Silenzia le notifiche”.