1. Essere promossi in quarta elementare è una gran bella cosa, sul serio. E se un bambino conclude l’anno con un giudizio positivo e voti alti fa un gran piacere. Ma decisamente non è niente di così eccezionale da autorizzare un genitore a vantarsi su Facebook. È il caso di spammare la pagella sui social solo se vostro figlio si chiama Sheldon Cooper e a 11 anni sta per cominciare il suo primo anno al college.
2. Anche io mi emoziono tutte le volte alle recite scolastiche dei miei figli. Piango, finanche. E giuro che mi commuovo per tutti i “diplomati della materna”, anche quando non sono figli miei (soprattutto se fanno partire “A modo tuo” di Elisa). Capisco, dunque, l’emozione che vi assedia dinanzi a vostra figlia che esegue – naturalmente in maniera impeccabile – il suo primo “Lago dei Cigni”col tutù di tulle rosa confetto. Ma mi permetto di darvi un consiglio: se decidete di condividere il vostro orgoglio con il mondo, scegliete perlomeno una didascalia originale. “La mia piccola ballerina” è un tantino inflazionato. Sì, anche se ci aggiungete un cuoricino rosso alla fine o l’emoji della danzatrice classica in equilibrio su una gamba sola.
3. La diretta Facebook delle vostre vacanze in Calabria, solo se provvedete a inviare una fornitura annuale di ‘nduja a tutti i vostri contatti.
4. Le seguenti conquiste della prole, che per voi rappresentano una legittima ragione di lacrima facile, orgoglio incontenibile e pelvica soddisfazione, generano mera indifferenza nel prossimo, anche se vi vuole molto bene: nuotare senza braccioli, andare in bici senza rotelline, recitare in “Pierino e il lupo”, fare le capriole sott’acqua, finire il libro dei compiti delle vacanze, vincere la medaglia di pattinaggio, ottenere una cintura di qualsiasi colore in qualsiasi arte marziale esistente, aggiudicarsi il torneo di ping pong del campo estivo dell’oratorio, prendere una qualsivoglia certificazione di inglese.
5. Lasciate che sia vostro figlio, eventualmente, a dedicare una storia Instagram al proprio tema della Maturità.
6. I selfie sulla spiaggia con commenti di aperto affronto ad amici e parenti rimasti a casa a lavorare sono vietati dalla Convenzione di Ginevra (e punibili con il medesimo trattamento, in dose raddoppiata, da parte di quegli stessi amici, che, prima o poi, andranno a loro volta in ferie mentre voi sarete mestamente rientrati dietro la scrivania).