Sono in tanti, in questo strano anno che stiamo trascorrendo in prevalenza dentro casa, a pensare di adottare un gatto (o un altro animale). Le ragioni per fare questa scelta, in effetti, sono molteplici: un gatto trasforma un’abitazione in una casa, dice un vecchio adagio inglese, e a mio parere è proprio così. Vivere con un micio garantisce una quota giornaliera di benessere psicofisico, compagnia e coccole, e occuparsi nel quotidiano di un animale è una esperienza impagabile per tutti i bambini. Prima di abbandonarsi a decisioni impulsive e “di pancia”, però, credo che si debba pensare con attenzione a tutte le possibili implicazioni, soprattutto a quelle che potrebbero rivelarsi un po’ “spinose”. Ecco, allora, sulla base della mia personale e opinabile esperienza, quali sono le cose importanti su cui riflettere prima di adottare un gatto.
Adottare un gatto: i costi
Il primo aspetto da considerare, che in realtà è molto relativo, consiste nel dispendio economico inevitabilmente necessario per la gestione di un gatto (o di qualsiasi animale domestico). Per un micio, in particolare, all’inizio dovrete acquistare come minimo ciotole, cassetta igienica, tiragraffi, qualche giochino. Una cuccia vera e propria, invece, non è strettamente indispensabile: possono bastare anche un cuscino o un tappeto “peloso”, ma ci penserà il gatto stesso a colonizzare divani, letti e ogni superficie a suo giudizio atta a riposare.
Oltre a queste spese da affrontare una tantum, se state pensando di adottare un gatto, tra i pro e contro considerate anche il costo che dovrete sostenere periodicamente per le pappe e i croccantini, nonché per i sassolini della lettiera. La spesa mensile può variare in modo considerevole sulla base delle vostre scelte di consumo e delle esigenze specifiche che potrebbe manifestare il vostro felino. A casa nostra, per esempio, il budget risente della tendenza di Artù ai calcoli di struvite, che gli impone un’alimentazione specifica che prevenga l’insorgenza di dolorose e pericolose cistiti.
Oltre alle spese per alimentazione e igiene del gatto, c’è da tener conto di quelle veterinarie, che includono costi prevedibili e preventivabili – come l’intervento di sterilizzazione, le vaccinazioni periodiche, la sverminazione, gli eventuali antiparassitari etc – e ovviamente quelli imprevedibili. Che, per il bene di micio, speriamo sempre siano ridotti ai minimi termini. A noi, per esempio, in una occasione è successo di dover tenere Artù ricoverato per una notte, il che ha fatto impennare necessariamente il conto della clinica.
In definitiva, la spesa per il mantenimento di un gatto domestico può variare in modo considerevole, ma una media plausibile, per farsi un’idea molto vaga, si aggira secondo me attorno ai 40/50 euro al mese. Si può spendere anche meno, ma il mio consiglio è di non lesinare troppo sulla qualità degli alimenti, nell’interesse dell’animale e anche del vostro stesso portafogli (se un micio si ammala, avrà bisogno di cure e medicine).
Adottare un gatto: le abitudini notturne
Farà sorridere, ma io credo che prima di decidere di adottare un gatto dobbiate anche chiedervi quanto vi peserebbe, eventualmente, essere svegliati all’alba ogni santa mattina. Non tutti i gatti mantengono delle spiccate abitudini crepuscolari, e se abitate in una casa molto grande potreste riuscire a mettere distanza tra voi e il vostro piccolo predatore. Ma non è escluso, soprattutto se vorrete (o dovrete!) condividere il sonno con il gatto, che finisca col tirarvi giù dal letto a orari improbabili. Artù, manco a dirlo, ha esattamente questa abitudine, ma il mio proverbiale sonno pesantissimo mi preserva dai risvegli notturni. Che quindi toccano al povero “papà”!
Adottare un gatto: le vacanze
Il vero tasto dolente da prendere in considerazione se volete adottare un gatto, secondo me, consiste nella gestione del vostro animale in occasione delle vacanze. Molto dipende dalle vostre abitudini di viaggio e anche dal temperamento del gatto stesso, ma è probabile che, se deciderete di accogliere un micio in casa vostra, vi ritroverete presto o tardi a dover affidare le sue cure a qualcuno.
Se siete abituati a viaggiare in auto o in camper, potreste in effetti portare il gatto sempre con voi, ma dovrete individuare strutture ricettive adeguate e, cosa non scontata, fare in modo che l’animale si abitui fin da subito a spostarsi a seguito della famiglia (Artù, per esempio, non gradisce essere allontanato dalla nostra casa, e non è raro che un gatto si comporti così). Se, come me, non siete disposti a rinunciare a viaggi itineranti e vacanze in aereo, portarsi dietro un quadrupede diventa una faccenda ancora più complicata, per quanto comunque non tecnicamente impossibile.
Vi servirà, piuttosto, qualcuno di fidato che periodicamente vada a controllare le condizioni del gatto, pulire la sua lettiera, dargli acqua fresca, cibo e magari qualche coccola. Noi possiamo contare sulla generosa disponibilità di nonni e zia, ma non è sempre scontato che esista questa possibilità. Io vi consiglio di pensare a delle soluzioni già prima di procedere con l’adozione, chiedendovi fin da subito come potreste fare a organizzare le “ferie” di micio: aiuto di amici, parenti o vicini di casa, un cat-sitter a pagamento, pensioni specializzate?
In definitiva, ricordate sempre: la pandemia e il lockdown, vivaddio, passeranno nel giro di alcune settimane o mesi, ma il vostro adorato gattone resterà a farvi compagnia, se tutto va bene, per diversi lustri. Ponderate bene la vostra decisione, e credetemi: adottare un gatto sarà stata la decisione migliore della vostra esistenza!