Vorrei insegnarvi parole fuori moda.
Vorrei insegnarvi l’uguaglianza, che quando ero piccola io veniva considerato un auspicio universale, un dovere civico da perseguire tutti assieme. E adesso sembra un’istanza morta e sepolta, una dichiarazione collettiva di fallimento e di resa. Qualcosa a cui, semplicemente, non crede più nessuno, come gli unicorni e gli elfi dei boschi.
Vorrei insegnarvi la solidarietà, che prima si spiegava a scuola, si predicava nelle chiese, si praticava nelle famiglie. E adesso sembra un vezzo ipocrita da “radical chic”. Una debolezza per i fragili, una pretesa patetica e quasi oltraggiosa dei cosiddetti buonisti.
Vorrei insegnarvi la tristezza. Che una volta era un sentimento legittimo, uno stato d’animo fisiologico e accettabile. Una delle infinite sfumature della vita. Ma che a un tratto non esiste più, soppiantata dalla depressione, dalla patologia, dal disagio che va per forza curato, risolto, resettato in qualche maniera. E possibilmente a tempo di record, così che dia agli altri il meno fastidio possibile.
Vorrei insegnarvi la natura. Che era madre e figlia assieme, un’eredità da raccogliere e un lascito da preservare. E ora è un capriccio naif, una preoccupazione superflua. Un aspetto secondario di cui ci si ricorda solo quando, gridando il suo insopprimibile dolore, diviene all’improvviso “matrigna” e feroce.
Vorrei insegnarvi la sobrietà. La libertà dell’essenziale, la solida dignità del necessario. Che mio padre e mia madre mi hanno insegnato con l’esempio quotidiano, ma che ho perso di vista io per prima, condizionata dai falsi bisogni e da un vuoto che in qualche modo si deve pur cercare di riempire.
Vorrei insegnarvi la compassione. La pietà, la misericordia. Che erano segni di bontà d’animo e di profonda umanità, ma adesso sembrano sintomi di fiacchezza e di mancanza di spina dorsale.
Vorrei insegnarvi, soprattutto, la verità. La sua potenzia invincibile, il suo coraggio indomito. Vorrei insegnarvi l’onestà intellettuale, oltre la finta perfezione e l’aura patinata dei social. Vorrei insegnarvi la capacità di essere autentici anche quando questo significasse sentirsi anticonformisti, impopolari, diversi. Sentirsi soli.
Vorrei insegnarvi parole fuori moda. Parole che nel tempo hanno perso colore e vigore. Parole che erano fondative della nostra stessa civiltà e che ora sono dimenticate, ridicolizzate, fraintese.
Vorrei insegnarvi parole fuori moda, per aiutarvi a trovare la felicità duratura e la vera libertà.