Pensi alla chat whatsapp della classe (ma anche a quella della piscina, del catechismo, del laboratorio di teatro), quella che di solito, senza alcuna ragione effettiva, viene chiamata “chat delle mamme”, ed è subito bruciore di stomaco. Centosettanta notifiche al giorno, critiche distruttive, polemiche infinite e circoli viziosi di bufale e falsi allarmi: soprattutto nel mezzo di una pandemia mortifera, in tempi di didattica a distanza e di restrizioni straordinarie, i gruppi online non fanno che ribollire. Rischiando di far venire l’ulcera anche al più zen e serafico dei genitori.
Per evitare di ritrovarsi a scagliare il proprio smartphone contro la parete in un moto di definitiva insofferenza, e soprattutto per tutelare la propria salute già messa a rischio dal morbo pandemico, ecco qualche consiglio semiserio per evitare l’acidità di stomaco causata dalle famigerate “chat di mamme”.
Prima cosa: pare che non sia mai stata promulgata alcuna legge che stabilisca che nelle chat “delle mamme” non ci possano stare i papà. Anzi, visto il vuoto normativo, la proposta di legge provvedo a formularla io stessa! Dato che difficilmente gli oneri legati alla gestione familiare e domestica vengono spartiti alla pari tra i genitori, propongo che almeno sul terreno delle chat whatsapp si raggiunga, in ogni coppia con figli, un salomonico fifty-fifty: a te le medie del primogenito e a me le elementari del fratello minore; a te la ginnastica artistica e a me il karate. A te il corso di fumetto e a me il catechismo (anzi, magari su questa si fa a cambio…). Se bruciore di stomaco deve essere, ebbene, che sia un male condiviso. Del resto, i patti erano chiari: in salute ed in malattia!
Secondo: mantenere sempre un basso profilo. Per sopravvivere alle chat delle mamme è davvero fondamentale mantenere un profilo basso e, soprattutto, scegliere con estrema accuratezza le proprie battaglie! Siete davvero sicuri che valga la pena seguire una discussione di 297 messaggi sul regalo di Pasqua per le maestre e farsi venire l’ulcera per distogliere la classe dall’acquisto di un orripilante soprammobile in coccio a forma di putto michelangiolesco? Nell’economia della vostra complessa e faticosa esistenza di madri e padri del terzo millennio, la scelta del ristorante per la “pizzata natalizia” della squadra di basket occupa tutto sommato un ruolo così prioritario? La qualità del vostro sonno migliorerà sensibilmente dopo che avrete finalmente convinto il resto della chat che quella sulle “scie chimiche che causano il reflusso gastroesofageo nei gatti” non è altro che una fake news? In cinque semplici parole: a voi che vi frega? Lasciate correre. Defilatevi. Disinteressatevi. Mimetizzatevi. A meno che non sia a rischio la sopravvivenza della vostra progenie. Credetemi, la vostra gastrite ne gioverà all’istante.
Terzo: il più scontato dei suggerimenti, talmente ovvio che rischia troppo spesso di venire trascurato. Se proprio la situazione si fa grigia, potreste disattivare le notifiche della chat, e limitarvi a chiedere le informazioni indispensabili di volta in volta. Certo, questo vi renderà corresponsabili dell’ulteriore aumento di entropia del gruppo, e forse finirà con l’irritare qualche altro malcapitato sopraffatto dalle notifiche a grappolo, ma almeno vi preserverà dalla colite ulcerosa. Com’è che si dice, d’altra parte? In guerra, e nelle chat di classe, non si guarda in faccia a nessuno.
Quarto: la mossa che non ti aspetti! Il paradosso del gruppo Whatsapp, la trovata a cui non avreste mai pensato e per la quale mi sarete grati vita natural durante. La chiave definitiva per disinnescare la terribile chat delle mamme e salvarsi miracolosamente dal mal di stomaco consiste nientemeno che… nell’apertura di una seconda chat, purché abbia rigorosamente i commenti bloccati. Supplicate il/la rappresentante di classe/società sportiva/scuola di teatro etc di aprire un altro gruppo, di destinarlo alle sole comunicazioni ufficiali, agli avvisi, alle raccolte fondi, e di tenere i commenti rigorosamente chiusi. In questo modo, potrete semplicemente ignorare la chat “chiacchiericcia” (o magari, in un moto sovversivo e liberatorio, uscirne una volta per tutte) e limitarvi a monitorare il suo istituzionale, sobrio e silenzioso duplicato, senza la preoccupazione di perdervi delle comunicazioni di importanza cruciale. Credetemi, se vi dico che questo espediente mi ha su serio salvato le giornate nei mesi più oscuri della quarantena e della didattica a distanza, quando, tra messaggi e notifiche, seguire la chat di classe era diventato un lavoro a tempo pieno, e il rischio di “mancare” degli avvisi realmente utili era concreto. Certo, vi occorre un/a rappresentante dotato di molta dedizione, ma fare un tentativo non costa niente!
Last but not least: il meno disinteressato, e probabilmente il più inutile, dei miei consigli per tentare di salvarvi dal bruciore di stomaco. Fate girare nel gruppo il mio post con le istruzioni d’uso per la chat Whatsapp della classe. Il che, in effetti, contraddice apertamente il contenuto stesso del post, ma magari farà fare quattro risate agli altri compagni di sventura.
2 Commenti
Io ho silenziato le notifiche cinque minuti dopo aver installato whatsapp nel 2014 e vivo lo stesso molto bene. Di solito per le chat “delle mamme” uso il metodo del basso profilo ma ad inizio pandemia non ce l’ho fatta. Sono una biologa e lavoro in un reparto di malattie infettive, in Emilia, ti lascio immaginare il caos di quei giorni. Non ne potevo più di leggere bufale su bufale spacciate come verità assolute. Un giorno sono esplosa: in modo non molto garbato e pure un po’ snob ho linkato una serie di siti ufficiali dove poter leggere notizie verificate. St…za ma sollevata, da quel giorno su quella chat niente più fake news sul covid.
Confesso che davanti alle bufale non riesco a trattenermi neppure io! Sarà la formazione scientifica!