Mamma e papà non sono identici, ma sono equivalenti. Sono distinti da una intima naturale unicità, eppure sono alla pari. Mamma e papà sono due persone diverse tra loro, non solo e non tanto perché sono una femmina e un maschio, ma perché non esistono, nell’intero universo, due individui che possano essere definiti “uguali”. È questo, il messaggio che cerchiamo di far passare ai nostri figli: non sono mamma e papà a essere identici, sovrapponibili, intercambiabili. Quello che “è uguale” è l’amore che portano verso i propri figli, e l’impegno, condiviso, che spendono ogni giorno per aiutarli a diventare grandi.
Mamma e papà contribuiscono entrambi al bilancio familiare. Ciascuno secondo le proprie attitudini e capacità, e anche in base alle opportunità che la vita gli ha messo dinanzi. Ma entrambi lavorano, cercano una realizzazione anche al di là dei figli e della casa, entrambi guadagnano soldi che, al di là della provenienza, appartengono a tutta la famiglia e verranno spesi per le esigenze di tutta la famiglia.
Mamma e papà si occupano insieme dei loro figli. Non per forza in “dosi” quantitativamente identiche, e non sempre con lo stesso registro e la stessa attitudine, dal momento che sono due persone diverse, con un vissuto e un carattere del tutto personali. Mamma e papà giocano coi loro figli, li accudiscono, leggono per loro, li accompagnano al parco, dal dottore, dai nonni, li aiutano a lavarsi e vestirsi, li portano a scuola e da scuola li riprendono. Li mettono a letto la sera. Con modalità diverse e tempi diversi, ma lo fanno entrambi, insieme, ogni giorno.
Mamma e papà cercano di fare, insieme, le faccende domestiche, di accudire il gatto di casa, di occuparsi delle questioni burocratiche e amministrative che ogni famiglia deve fronteggiare. Ciascuno di loro ha le proprie incombenze, a volte uno dei due vacilla e l’altro cerca di sopperire. Entrambi annaspano, inseguono scadenze in permanente affanno. Cercando di fare fronte comune di fronte alle fatiche della vita adulta.
Mamma e papà organizzano insieme le vacanze, prendono insieme le decisioni che riguardano la famiglia, cercano in qualche modo di rubare del tempo personale per ciascuno dei due. Provano a mettere la propria famiglia sempre davanti a tutto, anche se non sempre ci riescono.
Mamma e papà sanno di non avere ancora raggiunto una suddivisione dei compiti del tutto equa e soddisfacente per entrambi. A volte la mamma si lamenta per le troppe cose che, soprattutto a livello di programmazione e di carico mentale, ancora le sembrano suo appannaggio esclusivo. Altre volte è il papà a sentirsi frustrato, perché sente di fare davvero l’impossibile, e di aver rivoluzionato drasticamente il suo modo di vivere, eppure viene esortato (non sempre gentilmente) a fare ancora di più. Come se i suoi sforzi non bastassero mai.
Mamma e papà sanno che la strada verso la condivisione è ancora lunga, e mai sarà priva di compromessi, passi falsi e strettoie. Ma sanno che i loro figli cresceranno con la certezza che i loro genitori – diversi, unici, non intercambiabili – sono entrambi coinvolti a piene mani nel difficile e meraviglioso compito di accompagnarli nel mondo.
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2 Commenti
Come sempre ….meravigliosa descrizione che condivido….il non sempre gentilmente anche a pieno (sai com’è toscana doc….😅😅😅)
eppure….e qui faccio “outing”..io non riesco proprio a superare il senso di “ingiustizia”, per cui gli squilibri dei compiti (non solo quantitativi, ma anche) tra mamma e papà siano, nel 99 per cento dei casi, così tanto evidenti e importanti. Almeno, in Italia.
Eppure, laddove ho visto i papà che cercano, per vari motivi, di invertire questi meccanismi di iper responsabilizzazione delle madri, ho visto comunque madri infelici, e in difficoltà per “non avere un ruolo”. Dunque il mio dubbio è…ma non sarà “naturale” così? Il sovraccarico maggiore delle mamme? E allora, perchè non riesco ad accettarlo? Sono tutte domande aperte, che faccio a me stessa….