Non ho mai pensato che essere donna rappresenti di per sé una condizione di merito rispetto all’essere maschio. A parte le battute che a volte scappano anche a me, non credo che, in quanto femmine, godiamo per natura di talenti o di capacità che i maschi non posseggano. Però so per esperienza che la femminilità è, forse da sempre, una condizione che ti induce – e a volte ti obbliga – a coltivare in modo speciale determinate attitudini, ad allenare certe sensibilità, a fare affidamento a risorse che gli uomini, di solito, non hanno bisogno di sfruttare.
Perché essere donna è una scuola di consapevolezza. E di lungimiranza. Di resilienza, per usare un termine tanto di moda, ma che a me rammenta le “antiche” lezioni universitarie di Ecologia.
Essere donna è una palestra di perseveranza, e di apertura mentale. Di profondità di pensiero e di acutezza di sensi. Non perché le donne siano più “dotate” dei maschi, come ho già detto. Ma perché stare al mondo in panni femminili è spesso una sfida, e richiede quasi sempre più fatica, più impegno e più sforzi di quanti ne siano necessari agli uomini.
Di questo sono un esempio brillante le donne che ogni anno partecipano in tutto il mondo al Premio Terre de Femmes, promosso da 17 anni dalla Fondazione Yves Rocher per sostenere progetti al femminile dedicati alla tutela dell’ambiente e della natura. Iniziative encomiabili, che però risultano spesso escluse dai programmi di sussidi e sovvenzioni, ragione per cui la Fondazione ha deciso di sostenerle anche economicamente.
Per l’edizione italiana del Premio Terre de Femmes, che quest’anno si tiene per la terza volta, è possibile presentare la propria candidatura fino al 30 settembre, concorrendo ai seguenti premi: 10.000 euro per la prima vincitrice, 5.000 per la seconda e 3.000 per la terza. I progetti candidati saranno valutati da una Giuria qualificata di esperti in tutela ambientale, ma in una seconda fase è prevista anche una votazione online in cui il pubblico potrà conferire la menzione di “Vincitrice premio pubblico online Italia 2018” ad una delle 3 candidate selezionate dalla Giuria di esperti. Il 18 dicembre 2018 saranno rivelati i progetti premiati, durante una cerimonia nazionale che si terrà presso il Palazzo Giureconsulti di Milano. La vincitrice del primo premio avrà la possibilità di partecipare al “Gran Premio Terre de Femmes” insieme a tutte le prime classificate nazionali. Una Giuria di esperti internazionali eleggerà a quel punto il progetto ritenuto più meritevole, premiandolo con una ulteriore somma di 10.000 euro. La cerimonia di premiazione si terrà in Francia tra marzo e giugno 2019.
Può partecipare al Premio Terre de Femmes qualsiasi donna maggiorenne che si impegni quotidianamente a favore dell’ambiente e della natura con un progetto realizzato
attraverso una struttura senza scopo di lucro, tramite una struttura con scopo commerciale con fine ambientale o sociale, oppure semplicemente a titolo personale. Per poter essere ammesso al vaglio della Giuria, il progetto deve essere già stato avviato e aver prodotto azioni concrete.
Lo scorso anno, per esempio, ad essere premiata è stata l’iniziativa “Cascina Bollate – La Natura entra in carcere” di Susanna Magistretti, che dal 2004 lavora alla manutenzione delle zone verdi prima nel Carcere di San Vittore, ora in quello di Bollate. Grazie ai 10.000 euro del premio, Susanna ha potuto avviare la ristrutturare il giardino didattico sul piazzale esterno del carcere, dove i detenuti hanno l’opportunità di apprendere il mestiere di giardiniere e sperare così di reintegrarsi più facilmente nel mondo del lavoro al termine della loro detenzione.
Sul sito dedicato sono disponibili tutte le informazioni e la modulistica da compilare per proporsi.