Capitano, a casa nostra, settimane un po’ difficili. Stanchezza, nervosismo, insicurezze varie che ci rendono tutti, grandi e piccoli, malmostosi e irascibili. Il rimedio, quando riusciamo a somministrarcelo, è sempre lo stesso: mollare tutto e stare insieme. Trascurare (per quanto possibile) il lavoro, la casa, le scadenze e le altre incombenze pratiche e stare insieme per davvero. Staccarsi dal cellulare, poi, migliora ulteriormente la situazione.
Di solito questo risolve le cose. Calma gli animi, rasserena il clima. Il tempo passato insieme è la medicina per le famiglie stressate. La sola che, per la mia esperienza, funziona sul lungo periodo.
Peccato che sia un elisir difficile da concedersi, vista la vita che siamo costretti a fare (e che ci hanno insegnato a fare). L’infanzia dei nostri figli dura un decennio o poco più. Un settimo o un ottavo della nostra vita, salvo casi sfortunati a cui non mi va di pensare. Per questo singolo, fugace decennio, dovremmo avere la possibilità di regalare loro la maggior parte del nostro tempo, della nostra attenzione, della nostra dedizione. Sarebbe il regalo migliore anche per noi stessi, e per il mondo che i nostri figli abiteranno.
E invece ci costringono a correre, a impazzire, a delegare – ai nonni, alla scuola, alle tate, ai centri estivi, alla tv – e a centellinare il tempo coi nostri figli.
Ci hanno fregati con la storia del multitasking, ci hanno raggirati con la supercazzola dell’autonomia, dei bambini che dovrebbero “saper fare a meno di noi” fin da piccolissimi. Ci hanno illusi con la chimera del “tempo di qualità”, ci hanno convinti che, in fondo, vedersi scippato questo singolo, irripetibile, prezioso decennio insieme ai nostri figli bambini non sia poi un così grande problema.
Invece io penso che il tempo dell’infanzia dovrebbe essere speciale. Per i nostri figli, ma anche per noi. Dieci anni per loro, dieci anni con loro. Prima di lasciarli doverosamente al mondo, senza rimpianti, senza recriminazioni. Servirebbero dei congedi parentali più lunghi e dilazionabili (obbligatori anche per i padri), una maggiore flessibilità (orari fluidi, telelavoro al bisogno) e uno stile di vita più sostenibile per tutti.
Servirebbe più tempo, prima che sia troppo tardi.
3 Commenti
Che magone che mi e’ preso!
Noi siamo due genitori lavoratori e con pochissimo (direi quasi inesistente) aiuto dalle famiglie di origine.
Abbiamo una baby sitter che si occupa dei bambini solo qualche ora a settimana proprio perche’ a causa di orari lavorativi incompatibili con l’ entrata a scuola non possiamo fare diversamente. Appena finito di lavorare ci dedichiamo completamente ai nostri figli. In tutto cio’ mio marito ed io cerchiamo di mantenere vivi i nostri interessi, parliamo del minimo sindacale, e la vita di coppia in casa ma ovviamente zero week end fuori noi due da soli, zero vacanze e cene da fidanzati.
Tutto questo non ci dispiace ne’ ci pesa perche’ i figli li abbiamo voluti e vogliamo crescerceli.
Certo facile non e’ ma “fugit irreparabile tempus” e non torna piu’.
E Dio solo sa quanto tempo libero in piu’ vorrei per stare con loro finche’ sono piccoli <3
Ti capisco in pieno! Un abbraccio forte!
Come ti condivido !!!! Tempo😢😢😢ci vuole tempo