I miei figli, da qualche tempo, mi sembrano sempre stanchi.
Non che siano apatici, pigri, o particolarmente tranquilli. Tutt’altro. Di solito fanno fatica a stare fermi, parlano a raffica, saltellano e si agitano di continuo.
Ma è anche per questo che mi sembrano stanchi. Stanchi di quella stanchezza che isterizza, non so se mi spiego. Di quella stanchezza che, per riuscire a resistere, ti impone paradossalmente di restare in attività, e di accelerare al massimo. Di quella stanchezza che ti rende più facile al nervosismo, o alle lacrime. Anche se un momento prima stavi ridendo o ballando.
Tanto che quando poggiano la testa sul cuscino, intorno alle 21, crollano invariabilmente nel giro di pochi minuti.
Forse è solo che sono io, la stanca cronica, e tendo ad attribuire a loro quello che è un mio stato psicofisico. Fatto sta che questa è la mia sensazione, e anche per questo abbiamo deciso di non prevedere per loro, almeno fino all’anno nuovo, alcuna attività pomeridiana fissa (sport o altro). Perché mi sembra che abbiano un bisogno disperato di ore vuote in cui giocare liberamente, o anche solo oziare, se dovessero averne voglia. Di correre in giardino, saltare nelle pozzanghere, di osservare i gatti randagi e le foglie che cadono, di ciondolare nella loro adorata cameretta e sentirsi liberi da impegni, orari, scadenze e compiti da svolgere, per quanto divertenti o “giocosi”. Anche a costo di annoiarsi, o di finire col litigare tra di loro.
La vita che li attende sarà per forza di cose accelerata e faticosa. Permettere loro di indugiare ancora un po’ nella relativa libertà della prima infanzia mi è sembrato un bel regalo da fargli.
2 Commenti
Come sempre approvo!
Una mamma ed un papà sono i conoscitori profondi dell’animo dei propri figli.Perlomeno fino all’adolescenza. Credo quindi che le valutazioni fatte da te e tuo marito non possanno che essere valide. Voi avete la capacità di osservarli al meglio e scegliere ciò che fa per loro.Bravi!