E che si sono rivelate profondamente sbagliate, o perlomeno molto semplicistiche.
1. Educare un bambino è facile: l’importante è non “cedere” mai
Spiegatelo a mia figlia. Che ogni volta che andiamo al supermercato sfodera l’intero repertorio di capricci, sceneggiate napoletane e piagnistei apocalittici nel tentativo di farsi comprare questa cosa o quell’altra. Io, lo giuro, non la assecondo mai. Sto lì a spiegarle, con una pazienza che mai avrei sperato di avere, perché non è il caso di tornare a casa ogni giorno pieni di ovetti di cioccolato, marshmallow e chi più ne ha più ne metta. Spiego, rispiego, sentenzio e a volte mi incazzo. Lei alla fine si calma sempre, ma il giorno successivo, immancabile, la scena si ripete (suo fratello, per dire, non hai mai fatto niente del genere).
2. I bambini sono lo specchio di quello che succede a casa
Vero, ma fino a un certo punto. I miei figli non sono stati mai sculacciati. Eppure entrambi hanno attraversato la fase dello schiaffo selvaggio. Che per la secondogenita, tra parentesi, non si è ancora conclusa.
3. I bambini mangiano tutto: basta abituarli fin da piccoli
Sarà, ma a casa mia non funziona così. Il primogenito è cresciuto mangiando pesce fresco, verdure di stagione e macedonie di frutta. Adesso bisogna negoziare per ore per fargli assaggiare qualcosa di nuovo, e la verdura la ingerisce solo se non si accorge che la sta mangiando. Pena conati di vomito e digiuno ostinato (certo, potremmo usare la forza, o affamarlo fino a fargli cambiare idea, ma sono due strategie che non mi sognerei mai di mettere in atto).
4. Ai bambini basta spiegare le cose con naturalezza
Che è una cosa bellissima, ma è ben lungi dall’essere sempre sufficiente. Penso di aver spiegato almeno cento volte al mio primogenito che non è importante vincere sempre o essere sempre i più bravi. Eppure, ogni volta che perde, si dispera come se gli avessero ammazzato il gatto (Artù, tocca ferro!). La vita gli insegnerà a farsene una ragione e a contenere le sue emozioni, ma forse lui rimarrà per sempre una persona che competitiva e iper esigente. O forse no, chi può dirlo?
5. I bambini che dormono con i genitori sono viziati
O magari hanno semplicemente più bisogno di altri di stare a contatto con i genitori. E quando, con i loro tempi, sceglieranno di allontanarsi, saranno persone sicure e risolte almeno quanto chi ha dormito in cameretta fin dalla prima settimana di vita.
6. Uscire la sera con i bambini piccoli è solo questione di abitudine
Forse questo è vero. Ma per alcuni bambini – e quindi per i loro genitori – può diventare uno stress colossale. I miei figli, per esempio, vanno a letto presto, e quando sono stanchi diventano irascibili e capricciosi. Il primo è stato un neonato che piangeva di continuo, sua sorella, tanto per dirne una, risente della confusione o della musica ad alto volume. Entrambi si intrattengono abbastanza facilmente con giochi e colori, ma non amano stare a lungo a tavola, dal momento che a casa facciamo pasti piuttosto frugali.
7. I bambini piangono perché sanno che otterranno ciò che vogliono
Vedi il punto 1: non è sempre così. Mia figlia, da piccolissima, non piangeva mai. Adesso scoppia in lacrime per qualsiasi cosa. A prescindere da quelle che sono le nostre reazioni. Io stessa, del resto, sono molto incline al pianto. Anche se evito di battere i piedi!
Prima di avere figli davo per scontate molte cose, e più o meno implicitamente, giudicavo l’operato dei genitori degli altri. Ma questo, appunto, era prima. Prima di conoscere i miei figli, e di cominciare a navigare a vista insieme a loro. Proprio come tutti i genitori del mondo.
7 Commenti
Qualche tempo fa su un gruppo Facebook una mamma chiedeva quale fosse un phon silenzioso perchè lei evita di asciugare i capelli per non svegliare i pupi. Invece di ricevere commenti sui phon tutte giù a dire che il phon è un rumore che fa dormire i bambini, che non li ha abituati ai rumori di casa e blablabla. Ecco. io non mi asciugo più i capelli da circa 3 anni perchè i miei figli si svegliano col rumore del phon. Da quando sono mamma ho capito che un bambino non è un bambino ma un adulto di piccole dimensioni e che come è normale che tutti gli adulti siano diversi così lo è per i bambini. E da quando sono mamma, dal minuto numero 1, non mi è più passato per il cervello un solo commento sull’operato delle altre mamme. Ci sono cose che condivido e altre che non condivido. Ma ognuno è fatto a modo suo e ha i figli che ha (nei limiti del lecito intendo) e, come dici sempre tu, si deve arrivare a dei compromessi e delle volte si fanno cose che mai ci si sarebbe sognate di fare prima (leggi, nel mio caso, dormire con i figli, allattare dopo l’anno, avere una pazienza che Giobbe era un principiante) e si scoprono anche “mancanze” proprie alle quali bisogna rimediare per stare tutti bene (leggi, sempre nel mio caso, essere avara di contatto fisico e coccole, che ora invece spargo a volontà ed essere avara di complimenti e incoraggiamento esplicito, attività nelle quali ora sono campionessa mondiale).
Sono d’accordissimo su tutto!
Eccomi!!presente!!Donna supertosta, efficiente, precisissima, cresciuta da una mamma generale prussiano. Ed ora come mamma devo scoprire la paziena, l’escamotage per non creare crisi internazionali come conseguenza delle liti tra i miei due figli o il loro allearsi contro di noi (già ne sono capacissimi nonostante abbiano 6 anni uno e l’altro 2 oggi).Ed inoltre sapere che quello che oggi non è, domani sarà. Nel senso che oggi non ti creano rogne su alcune cose e tu sei fiera dei tuoi figli e domani devi fronteggiare proprio quella situazione che eri fiera di non dover affrontare. Sono diversi da noi anche se sono nati da noi.E per questo alcune volte ci spaventano. Altre ci avviliscono perchè pensiamo di non potercela fare a fronteggiarli. Poi però andiamo avanti, giusto? Perchè con loro che crescono e cambiano (o si confermano) anche noi come genitori cresciamo e cambiamo.La cosa + dura da sopportare?Il secondo che è immensamente fisico: schiaffi, spintoni, battere continuamente le mani addosso. Solo con noi a casa, fortunatamente no al nido. Un anno fà tutti a dire: E’ PERCHE’ PARLA POCO. In realtà a detta della pediatra, parlava il giusto rispetto all’età. E’ proprio una componente del suo carattere.Ahimè componente che posso gridarlo IO NON TOLLERO. Eppure sono qui nella speranza che passi (per inciso il fratello questa fase nemmeno l’ha sfiorata).Quindi si, quando sento delle donne non ancora mamme che fanno certe osservazioni, non perdo nemmeno il tempo a star a spiegare loro che i principi non sempre valgono nella pratica.Mi spiace ammettere di essere – passatemi il termine – “ipocrita”, faccio buon viso a cattivo gioco e penso “CARA MIA NE RIPARLIAMO DOPO UN ANNO CHE SARAI DIVENTATA MAMMA”.
🙂
Sono molto daccordo con te, le idee che ci siamo fatte prima (o che ancora abbiamo..in teoria!) presto e spesso vengono smentite dalla pratica. Fondamentale adattarsi alle situazioni più che insistere con quello che “pensiamo sarebbe giusto/ideale”. Piano piano, ci si può anche arrivare a piccoli passi, o con una strada diversa….se proprio dobbiamo arrivarci. Se no, chi lo sa! Per quanto riguarda invece i commenti sopra, ammiro molto le donne che riescono a NON giudicare altre madri. io purtroppo non ci riesco. sì, la maternità mi ha reso più “severa” in un certo senso, più selettiva ed esigente, non solo verso me stessa (ahimè!) ma anche verso le altre/ gli altri. quanta difficoltà ad “accettare” altre scelte genitoriali, anche se non hanno un impatto diretto su di noi..penso a chi non vaccina, a chi scarica i figli come pacchi, a chi predica “bene” e poi razzola “male” o discutibilmente, e a tanto altro. Difficile non empatizzare, ma per me difficiel anche non giudicare, in alcuni casi! Anche se so che non è “giusto” (e anche qui…..accettazione!)
Esatto!
Penso che questi errori di pensiero, prima, siano molto comuni!!!