I bambini piccoli strillano, piangono e sono irragionevoli. A volte hanno le unghie bordate di nero e il moccio al naso. Fanno capricci ostinati, si lamentano quando sono stanchi. I bambini piccoli parlano senza posa, richiedono attenzioni, sono egocentrici e qualche volta un po’ prepotenti.
I bambini piccoli, però, ti guardano senza accorgersi se sei struccata o spettinata. Non è che fingano di non farci caso, è proprio che non lo notano e basta. Non ti guardano male se hai le scarpe sporche o le unghie rovinate, e nemmeno se hai l’alito cattivo. Se sei fuori forma, se hai le occhiaie o le sopracciglia un po’ incolte. Le tette piccole o il naso grande. Se tu canti per loro, gli piace anche se sei stonato. Si divertono, cantano insieme a te. Stonano felici insieme a te.
Ai bambini piccoli non importa se hai mantecato male il risotto, o se la carne non è cotta a puntino. Non ti criticano per come cucini e non ti biasimano se hai la casa in disordine. Non gliene frega niente se la tua macchina ha bisogno di essere lavata, o se la tua borsa non si abbina alle scarpe.
I bambini piccoli rimangono malissimo se sbraiti o li tratti male, ma dimenticano sempre, oltre a perdonarti. Perché i bambini piccoli non conoscono il rancore, né il rimpianto. Vivono qui e ora, e ricordano senza rimuginare. Un attimo prima fumano dalla frustrazione, ma quello dopo sorridono tra le lacrime. Si arrabbiano fino a colpirti, ma passa mezz’ora e loro ti abbracciano come nessuno mai. Ti amano senza ritegno. Perché non sanno cosa sia il ritegno.
Ridono alle battute stupide e agli scherzi poco originali. Alle smorfie, ai rumori, alla stessa gag ripetuta cento volte. Prima che siano avviluppati dalle lusinghe del marketing e del gruppo, i bambini piccoli si accontentano.
Sono liberi e sono veri, i bambini piccoli. E se riuscissimo a somigliargli un po’ di più, il mondo sarebbe un posto migliore in cui vivere.
1 Commenti
Oddio quanto è vero, bellissima! Questo periodo non è eterno purtroppo per questi motivi così puri, poi giustamente crescono e iniziano altri conflitti, quelli più seri, io li conosco bene, li rivivo e rivivrò in lei, esattamente com’ero io. La differenza positiva è che, seppur il Dna non sia acqua, lei non è me e io (per fortuna…) non sono mia madre.