Sei ancora piccolo, ma dietro ai tuoi lineamenti si intravede sempre meglio l’uomo che sarai. Chiami il mio nome se un brutto sogno ti sveglia, vuoi la tua mamma quando stai male, o quando hai paura. “Vieni vicino a me?”, mi chiedi mentre giochi sul tappeto della tua cameretta o mentre guardi la tv sul divano. Se però ci sono i tuoi amici, o un gioco nuovo da scoprire, io scompaio dai tuoi pensieri e dalla tua voce, come è giusto che sia. Mi tendi la mano prima di attraversare la strada, ma saltelli libero al mio fianco quando raggiungiamo il marciapiedi. Vuoi che legga per te i libri e le insegne dei negozi, ma davanti ai numeri mi dici: “Zitta, leggo da solo!”. Hai bisogno di me per molte cose, ma sono già tante le situazioni in cui sei tu che mi dai una mano. Il tuo naso, le tue mani, le tue spalle somigliano ancora a quelle del neonato che mi hanno posato sulla pancia molle quel venerdì di febbraio, ma i tuoi occhi no. Sono pieni di una consapevolezza che allora non c’era, ogni giorno maggiore. Sono pieni di te.
Sei ancora piccolo, ma non lo resterai poi così a lungo.
Oggi ti spiego la vita, già domani sarai tu a spiegarla a me. Senza sapere che me la stai insegnando ogni giorno, da quando sei venuto al mondo.
Buon quarto compleanno, Davide. Ti voglio un bene che non si può spiegare.
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Auguri piccolo!