Flavia che, quando un rivolo di sole entra in casa di taglio dalle finestre socchiuse, si ferma a guardare sognante le particelle di pulviscolo atmosferico, e le chiama stelline.
Davide che la sera guarda i cartoni sul divano e mi dice: “Mamma, vieni vicino a me?”.
Flavia che a volte, senza preavviso, si ricorda con occhi splendenti delle nostre ultime vacanze “a Baccellona”, e delle fontane magiche che abbiamo visto a Montjuic.
Davide che davanti a un semaforo rosso mi chiede di fare una magia per far scattare il verde, e che è sinceramente convinto che sia io a compiere l’incanto.
Flavia che afferra il suo cellulare giocattolo e telefona a suo padre per implorarlo di tornare presto dal lavoro.
Davide che, se qualcuno lo chiama “campione”, o “supereroe”, o qualcos’altro del genere, risponde semplicemente: “Ma no, io sono Davide!”.
Flavia che ogni tanto, mentre stiamo facendo qualcosa di divertente, dice a sé stessa “Sono contenta!”
Davide che abbraccia forte sua sorella e le dice che le vuole tanto bene, e che vorrebbe darle un bacio sul naso.
Flavia che fa parlottare a mezza voce i giocattoli in quella sua lingua piccola e buffa.
Davide che racconta a chiunque che i suoi anni stanno diventando quattro.
Flavia che abbraccerebbe ogni animale, quadrupede, bipede o millepiedi, che incontra sul proprio cammino.
Davide che si rifiuta di accettare che il proprio cognome sia Piccolo. Perché lui adesso è grande.
Flavia che saluta la luna, le stelle, il mare. Ed è davvero convinta che possano sentirla.
Davide che, quando sua sorella piange, le dice: “Non ti preottupare, c’è Davide tuo!”
Flavia che si nasconde gli occhi con le mani ed è assolutamente certa di essersi resa invisibile.
Davide che gioca a nascondino e quando gli altri non lo trovano entro pochi minuti esce gridando “Sono quiiiii!”.
Flavia che divide il suo pasto con il papà che le siede accanto.
Davide che quando ci sente litigare ci chiede subito di smetterla. Senza giri di parole e senza esitazione. Basta litigare, adesso. Non urlate così.
Flavia che quando sono stanca e non avrei voglia di allattarla, mi dice ti prego.
Davide che a volte dimentica le cose e mi chiede scusa per questo.
I bambini piccoli sono irragionevoli, testardi, capricciosi. Sono spesso egocentrici e inconsapevolmente egoisti. Si ammalano di continuo, si contendono i giocattoli, rompono le scatole con perizia insuperabile. Imparano presto a fare di tutto perché gli adulti esaudiscano i loro desideri. A volte, come tutti gli esseri umani, sono antipatici, noiosi, insopportabili. Ma posseggono, fintanto che non riusciamo a farglielo perdere, un candore che noi nemmeno ricordiamo di avere avuto. La capacità di credere in cose che non si vedono, che non si spiegano, che non esistono. La convinzione, in un certo senso, che tutto sia possibile. I bambini piccoli sono meravigliosi. Massacranti. Ma meravigliosi.
2 Commenti
Tommaso (4 anni) che, mentre stiamo guardando per caso, in uno stadio di paese, una partita di calcio e lo speaker dice “Oggi X gioca contro Y”, mi chiede: “Perchè CONTRO???”
Viva il candore e la meraviglia dei bambini che riescono a vedere e farci vedere le cose da prospettive ogni giorno nuove!
Che cosa commovente!