L’eco dello scroscio delle fontane colorate di Montjuic si è quasi spenta in fondo ai miei timpani. Il profumo dell’orzata di Valencia e il retrogusto inconfondibile del prosciutto di bellota sopravvivono appena nelle mie narici e dentro la mia gola. Negli occhi impallidiscono già le immagini di cattedrali neogotiche e palazzi modernisti, di spiagge affollate e vasche piene di creature marine attonite e fluttuanti. Resta, quello sì, il ricordo. Pulsa ancora tiepido sotto le braci di un viaggio impastato di fatica di orgoglio. Sopravviverà al tempo e alla vita, distillerà le impurezze e le scorie, aggiungendo un’altra stalattite lattescente al castello di calcare delle mie memorie familiari.
Sono grata, infinitamente, per l’ennesima possibilità di andare, di conoscere, di imparare. Di sentirmi parte di un solo mondo grande e colorato. Sono fiera, profondamente, della volontà incrollabile di allargare gli orizzonti, di cambiare aria, di migliorare ancora e ancora. Nonostante la stanchezza, i contrattempi, la responsabilità del benessere di due bambini piccoli. Sono consapevole, costantemente, del grande privilegio di avere la possibilità di viaggiare con la mia famiglia.
Ma sono anche atterrita dalla prospettiva di un un autunno estenuante e di un inverno infinito e oscuro. Prostrata da un presente che prevede notti insonni, un inserimento all’asilo difficile (e un reinserimento che sembra essere altrettanto complicato), uno svezzamento impossibile e scadenze di lavoro improcrastinabili. Sfinita dalle discussioni, dai dubbi e dai sensi di colpa. Avvilita dalle derive di una società maschilista, razzista e retrograda.
Consapevole di non avere davvero niente per cui lamentarmi (specie al confronto con tantissime realtà vicine e lontane) ma troppo fragile per riuscire davvero a non farlo.
Ricominciare, questa volta, per me significa soprattutto cambiare me stessa. Ritrovare la giusta prospettiva, ridimensionare, razionalizzare. Scuotermi definitivamente dallo stato catatonico in cui entro ed esco da mesi. Recuperare energia e fiducia. Ritrovare la speranza.
Lo devo alla vita straordinaria che ho vissuto finora, lo devo ai miei figli, lo devo a chi mi ama. Lo devo soprattutto alla persona che sono, nel bene e nel male. Non sarà facile, ma non esiste alternativa. Ricomincerò, pensando al prossimo viaggio.