Nel 2002 avevo 21 anni, e anche se allora non potevo saperlo, quella lunga estate caldissima avrebbe cambiato per sempre il corso della mia vita. Durante l’estate del 2002 dimenticai finalmente il grande amore della mia adolescenza, che ovviamente era finito malissimo e che mi avvelenava il cuore da un’eternità. Nell’estate del 2002 presi forse la mia prima decisione da adulta, scegliendo di andare a vivere in un’altra città per studiare cose che mi somigliavano di più. Lontano da casa, lontano dagli amici di una vita, lontano dai confini che ero abituata a conoscere. L’estate del 2002 trasformò senza preavviso un amico fidato nell’amore della vita, al culmine di una settimana di vacanza che non potrò mai dimenticare.
Ricordo i fuochi d’artificio e i tuffi notturni in piscina, coi vestiti ancora addosso, che si incollavano al corpo e pesavano come zavorre da subacquei. Ricordo le granite e le stelle cadenti, le serate di chiacchiere prive di senso e e la Nutella di mezzanotte, mangiata tutti dallo stesso cucchiaio. La fame chimica e l’attrazione fisica, che spezzava coppie e ne creava altre, destinate a durare fino a settembre o per tutta la vita. Ricordo il sole cocente e la brezza tiepida, le liti degli altri e la preoccupazione per mio padre, che era stato malissimo appena qualche mese prima. Le telefonate da lontano di quello che credevo stesse diventando il mio nuovo amore e che invece, per sfortuna o per destino, sarebbe tornato da me in fretta e furia ma comunque troppo tardi, quando ormai c’era già un altro ad occupare il posto che sarebbe dovuto diventare suo.
Sono successe più cose nell’estate del 2002 che nella mia intera giovinezza. Tradimenti, incidenti d’auto, malanni misteriosi. Amicizie finite e altre suggellate per sempre di fronte al mare. Un paio di occhiali rubati dalle onde e restituiti miracolosamente il giorno dopo. La dichiarazione d’amore più becera e più efficace di tutta la mia vita.
Nell’estate del 2002 credevo che la vita vera dovesse ancora iniziare, e non sapevo che invece stavo già ballando alla grande. È la magia agrodolce della giovinezza: essere sul palcoscenico mentre pensi di stare ancora dietro le quinte.
Sono passati quasi tre lustri, ma l’estate del 2002 torna a salutarmi puntuale ogni anno. Un misto di malinconia, tenerezza e gratitudine che non saprei dipingere neanche se fossi Botticelli. È il passato che torna sempre, coi resti di cose che non esistono più e le tracce di quello che, straordinario e poderoso, sopravvive ancora.
3 Commenti
Per me è stata l’estate del 2007. Sono successe più cose quell’estate che nei miei primi 19 anni…il diploma, le prime scelte importanti, nuove amicizie, dolori da togliere il fiato e un amore che quest’anno mi ha reso mamma!
Che bello, a volte, abbandonarsi ai ricordi! 🙂
Scrivere i nostri ricordi è un regalo grande che ci facciamo e che facciamo a chi legge! Hai trasmesso le emozioni di quell’estate in cui noi non eravamo li, ma è come se la vedessimo.
Anche io scrivo di ricordi, oltre che di cavolate se ti va di passare dal mio blog 😀
http://www.happilysurviving.com
un abbraccio