La tentazione, credo, è sempre in agguato. Quella di guardarti e scorgere nei tuoi occhi una piccola me stessa. Intuire, nei tuoi tratti che tanto mi somigliano, una parte di quello che sono stata e che sono ancora. Di quello, soprattutto, che sarei voluta diventare e che invece non sarò mai. Crescerti come se fossi una me in miniatura. Abituarti alle cose che amo, vestirti come mi vesto io, calzarti e pettinarti secondo i miei gusti e le mie abitudini radicate negli anni.
Ma tu, figlia mia, non sei me. Ti ho sognata insieme a tuo padre, ti ho costruita pezzo a pezzo nel cuore caldo del mio corpo, ti ho nutrita col mio sangue e col mio latte. Ma tu non sei me. Hai i miei occhi che sanno un po’ di Mongolia e il mio broncio un pochino snob, il mio incarnato olivastro, le guance rotonde e la bocca piccola. Ti amo, insieme a tuo fratello, come se fossi una parte del mio stesso corpo. Darei senza esitazione la mia vita per voi (e forse non posso dirlo con altrettanta certezza per nessun altro al mondo). Ma tu non sei me.
Vorrei che ereditassi alcune caratteristiche di tua madre. L’amore per i libri, la passione per i viaggi. La naturale attitudine a interessarsi a chi è diverso. Anche, più semplicemente, la sobrietà nel vestire e il relativo disinteresse per certe pretese della moda. Ma la verità è che potresti non assomigliarmi per niente e io ti amerò senza riserve come ti amo adesso, qualunque cosa deciderai di diventare. Perché so che tu, semplicemente, non sei me.
Forse, dopo tutti i viaggi che faremo insieme, sceglierai vacanze sempre uguali sulla stessa spiaggia affollata. Preferirai i videogiochi ai romanzi di avventura e le commedie romantiche ai film impegnati che tanto piacciono a me. Probabilmente farai roteare gli occhi quando ti farò ascoltare uno dei miei vecchi cantautori preferiti. Avrai l’acquolina in bocca davanti a piatti che io detesto, andrai a ballare nei locali che non hanno mai suscitato il mio interesse. Farai sessioni di shopping nei centri commerciali che odio, preferendogli di gran lunga lo shopping online che è invece la mia salvezza dalla folla e dal caos. Voterai diversamente da come faccio io, combatterai altre battaglie, scenderai a diversi compromessi. Forse, ma davvero non te lo auguro, sarai astemia come tuo padre. E magari vivrai sui tacchi a spillo che io non ho mai indossato. Perché tu, figlia mia, non sei me. E io ti giuro che non farò mai lo sbaglio di dimenticarlo, nemmeno per un momento.
Non sei me, ma sei comunque la mia eredità. Ti devo tutti i miei sforzi per darti quello che per me è l’esempio migliore, anche nelle piccole cose quotidiane. E allora non te la prendere se, adesso che tocca ancora a me scegliere quasi tutto al posto tuo, lo faccio come se stessi prendendo decisioni che riguardano me stessa. Se ti lascio i boccoli al vento perché non sembri amare gli elastici e le mollette. Se non ti compro abitini e gonne, perché li trovo scomodi e, d’altra parte, anche io li indosso raramente. Se scatto come un cobra quando qualcuno fa allusioni a cose che dovresti o non dovresti dire o fare perché sei “una signorina”. Se sono antipatica con chi, in totale buona fede, ti fa notare una volta di più quanto “sei bella”, esponendoti secondo il mio giudizio troppo severo al rischio di crescere vezzosa e narcisista. Se, invece delle scarpe con strass e lustrini che vedo ai piedi delle tue coetanee, ti faccio indossare sandali semplici,economici e rigorosamente flat. E magari, in un impeto di tenerezza e vanità, esattamente identici a quelli che indosso io.
È successo ad esempio quando abbiamo scoperto il sito spagnolo Pisamonas per la vendita di scarpe per bambino online, che propone calzature economiche ma di buona manifattura per mamme e bambini, e che ci ha offerto di provare i suoi prodotti. Senza chiedere il tuo parere, io ho scelto le stesse minorchine marroni per me e per te, sperando che i tuoi gusti corrispondessero ai miei.
Sarà che sei ancora nell’età in cui ti piace somigliare alla tua mamma, sarà che difficilmente avresti potuto trovare scomodi dei sandali bimba freschi e confortevoli come le tue nuove minorchine, ma per adesso sembri aver gradito la mia scelta.
In ogni caso, non devi preoccuparti: calziamo, ogni tanto, le stesse scarpe, ma lo so perfettamente: tu, figlia mia, non sei me.
(E ho ragione di credere che diventerai una persona assai migliore di tua madre).
8 Commenti
E’ la mia paura maggiore. E cerco di tenere bene in mente che lei non è me. Speriamo di farcela
Speriamo! ❤
Quando ho concluso l’Istituto Tecnico Commerciale, ho giurato che non ci avrei mai più rimesso piede!!! Due anni fa, la mia seconda figlia, non ne ha voluto sapere dei licei e ha voluto frequentare … l’Istituto Tecnico Commerciale!!! Quando siamo uscite, dopo l’open day, mi ha detto “Ti dispiacerebbe tanto se frequentassi questa scuola?”. “Cara, tu non sei me e i tempi sono cambiati, scegli ciò che ti piace” e così è stato. Li abbiamo concepiti, fatti nascere, cresciuti, ma sono, comunque … diversi da noi. Un saluto.
Ottimo esempio! Un saluto a voi e in bocca al lupo per la scuola superiore. 😉
Vedi, a proposito di ciò che si diceva qualche post fa, a me i tuoi post piacciono sempre, sponsorizzati o meno. Perché raccontano sempre delle storie e leggerli è sempre un piacere. Anche per chi, come me, ha un’età diversa e non sa nulla o quasi delle cose di cui parli 🙂
E arrivare al cuore di chi si trova in una fase della vita molto diversa è una cosa che mi commuove e mi rende orgogliosa!
Mi ediziono sempre a leggerti
<3