Ci resterà l’orgoglio

by Silvana Santo - Una mamma green

Un lunedì d’autunno, uno qualsiasi. Arriva dopo una notte come tante (“Si è svegliata, la prendi tu? Lui ha di nuovo la tosse, domani chiamo il pediatra. Porta il gatto di là, prima che li svegli entrambi“), e una domenica normale (anzi, quasi normale) di ludoteca, pastasciutta, canzoncine e bagnetti. Un lunedì iniziato già in ritardo, correndo incontro a scadenze che vanno più veloci di noi. Che aggiungerà stanchezza a una stanchezza ormai cronica, sedimentata, forse incancellabile. Un lunedì che incombe su una casa già in disordine e una lavatrice perennemente traboccante, sui nostri capelli già opachi e su una lista di impegni, appuntamenti, incombenze non più procrastinabili.

Un lunedì di ordinaria fatica, di quelli che stasera tu crollerai come un sasso e io, ci scommetto, stenterò a prendere sonno perché sarò troppo stanca anche per riuscire a dormire. Una giornata che, già lo sappiamo, a un certo punto del pomeriggio ci sembrerà impossibile da portare a termine, ma che alla fine riusciremo a concludere in qualche modo, come tutte le precedenti. Un lunedì che sarà pieno di compromessi e ansia e, se andrà bene, di un po’ di tenerezza.

Un lunedì in cui, forse, ci chiederemo per l’ennesima volta, in silenzio, chi ce lo ha fatto fare.

Ma alla fine, mi dico, ci resterà l’orgoglio. Di averla affrontata, questa fatica immane. Tutti i giorni, per anni, l’uno accanto all’altra. Di non esserci sottratti, di averla sopportata senza romperci. Di averla addirittura amata, per lunghi momenti, probabilmente senza saperlo. Di aver attraversato centinaia di estenuanti lunedì per arrivare dove saremo allora, a contemplare il risultato del nostro travaglio (che sarà perfetto, comunque dovesse andare).

Ho sempre invidiato chi sa costruire le cose. E adesso, senza neanche saperlo, siamo io e te a costruire la più colossale delle cattedrali. Senza fama ad attenderci, senza i posteri a celebrarci, senza alcuna pretesa di immortalità. Una cattedrale come tante altre, eretta pietra su pietra accanto a milioni e milioni di altre costruzioni simili, eppure mai identiche. Ma quando, alla fine, sopravvissuti a una stanchezza che non sarà comunque più grande di noi, ci guarderemo alle spalle, ci resterà l’orgoglio. Di averlo fatto, e di averlo fatto insieme. Con tanta fatica, ma con molto più amore.

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7 Commenti

angelagiacomoni 16 Novembre 2015 - 15:56

Ogni tanto mi domando se davvero un genitore arrivi mai a questo punto…a guardarsi indietro con orgoglio e soddisfazione, o se invece non smetterà mai di costruire, e di aiutare i propri figli a costruire la loro cattedrale.

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Silvana - Una mamma green 16 Novembre 2015 - 23:16

Bella domanda. Non ci avevo pensato! Confido in almeno un piccolo momento di orgoglio, allora. 🙂

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Mamma Avvocato 16 Novembre 2015 - 17:49

Riesci a dare vita (e che vita!) a pensieri che sento miei. Spero davvero che, un domani, ci resti l’orgoglio e, magari, l’amore dei nostri figli!!! La riconoscenza non necessariamente, perchè siamo stati noi a scegliere di diventare genitori, non loro a scegliere di nascere.

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Silvana - Una mamma green 16 Novembre 2015 - 23:15

Speriamo, davvero! E intanto buon compleanno al tuo ometto! (Bellissima festa!)

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elena 17 Novembre 2015 - 14:00

Bellissimo…..quante volte prego di avere la forza, la pazienza e la costanza di mettere un giorno davanti all’altro nonostante tutto ….farcendo le nostre giornate con l’amore …..

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camilla manta 6 Gennaio 2016 - 23:06

dovrei rivedere le lezioni per domani. Ma domani ai miei studenti parlerò di te. Di come le tue parole mi sembrino poesia in questa vita fatta di sorrisi bambini e vestaglie di ciniglia. Grazie

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Silvana - Una mamma green 7 Gennaio 2016 - 12:49

Commossa. Grazie.

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