La verità, in questa estate umida e piena di stelle, qualcuno la deve pur dire, una volta per tutte. Senza censure e senza ipocrisia.
Non si può essere, allo stesso tempo, genitori presenti, professionisti affermati, cuochi sopraffini, amanti fantasiosi, cittadini attivi e pure amici solleciti e premurosi. Non è possibile fare tutto contemporaneamente e bene, almeno finché i figli sono molto piccoli. E questo, meglio dirlo subito e con chiarezza, non ha niente a che vedere col femminismo, perché vale in ugual misura per i padri e per le madri.
La verità è spinosa e impopolare, ma incontrovertibile. Se vuoi lavorare con soddisfazione e successo, e seguitare a uscire la sera o servire in tavola qualcosa di più elaborato dei bastoncini di pesce surgelati, dovrai demandare la crescita dei tuoi figli ad altri, accettare che siano altre persone a vivere con loro il quotidiano, fabbricare ricordi, impartire un’educazione. E certo, la storia del “tempo di qualità” è importante, ma non cambia la sostanza. Crescere dei figli in prima persona richiede tanto tempo, non solo per dedicarsi materialmente a loro, ma anche per studiare, formarsi, leggere, prendere delle decisioni. Se si passano 9/10 ore fuori casa, per quanto si possano dedicare le restanti ad attività “di qualità” con i propri figli, in sostanza sarà qualcun altro a tirarli su (il che, per inciso, non è di per sé un fatto negativo, ma resta comunque un fatto, ed è questo il punto, secondo me).
A maggior ragione, non è possibile essere genitori presenti, lavoratori affermati e contemporaneamente persone con una vita sociale brillante e intensa. Se vuoi uscire spesso la sera, chiamare gli amici con calma e regolarità, frequentare mostre e teatri, cinema e palestre, o sottrai altro tempo ai tuoi figli (lavoro a parte) o ti fai clonare.
E se a sera, dopo una intensa giornata di lavoro, devi scegliere se stare coi tuoi figli o uscire con gli amici, passare una serata bollente col tuo partner non può che essere l’ennesima alternativa, incompatibile di fatto con le altre due.
La verità, che mi si è palesata dinanzi all’improvviso e con fastidio, mentre impazzivo più del solito per il cronico eccesso di pretese nei confronti di me stessa, è che o si fa tutto male, oppure, semplicemente, non si fa qualcosa.
Puoi fare una carriera importante ed avere una casa sempre lustra, ma magari vedrai i tuoi figli un paio di ore al giorno per l’intera durata della loro infanzia. Puoi essere un genitore presente e un cuoco sopraffino, ma dovrai probabilmente accontentarti di un lavoro part time o comunque con poche prospettive di “carriera”. Potrai conciliare in qualche modo figli, lavoro e amicizie, ma ti resterà a a quel punto poco tempo per la vita di coppia o per cimentarti ai fornelli. O pulisci casa per bene o fai l’amore con calma, o allatti a richiesta finché tuo figlio lo desidera o lavori 10 ore al giorno, o passi la notte a studiare Montessori oppure te ne vai a ballare.
E la verità – mi sembra la cosa più importante da dire – è che non esiste un’alternativa migliore in assoluto (non a caso ho sempre scritto genitori presenti e non buoni genitori), ma solo quella che ognuno sceglie per sé, o che si trova a vivere a causa degli eventi e delle circostanze.
Ma l’idea che lo stesso uomo, o la stessa donna, possa essere un genitore molto presente e, allo stesso tempo, avere una carriera sfolgorante, la vita sociale di un ventenne, le velleità culinarie di chef Cracco e l’appetito sessuale di Moana Pozzi non è soltanto poco realistica, ma offensiva e fuorviante. È un inganno. Causa aspettative eccessive su se stessi, frustrazione e sensi di colpa.
Chi ci pretende multitasking fino all’ubiquità e alla schizofrenia ci sta chiedendo l’impossibile.
La verità, e me lo ripeterò fino a convincermene anche col cuore oltre che con la mente, è che la vita è fatta di tante stagioni e priorità variabili. Di attese e rinvii, di scelte che implicano quasi sempre la rinuncia a qualcosa. C’è il tempo per allattare e quello per fare l’amore. Il momento per dormire e quello per lavorare. C’è il giorno in cui si guadagna e quello in cui si spende, l’età degli aperitivi infiniti e quella delle favole della buona notte. Stagioni che si alternano, si inseguono, passano e ritornano. Che si sovrappongono, talvolta, in un compromesso che sarà, per definizione, sempre imperfetto e mai del tutto soddisfacente.
È la vita, bellezza. Imperfetta e mutevole. Complicata, specie quando genera altre vite. E chi sostiene il contrario, mente sapendo di mentire.
11 Commenti
Quello che penso io è che ci sono cose che per ognuno di noi sono più importanti di altre. Se ti focalizzi su quelle, poi riesci anche a farle. Per dire, a me di cucinare a regola d’arte non me ne può fregar di meno 😉
Ma infatti sarebbe quella la strada da percorrere. La mia casa, per dire, è un delirio cronico, non stiro nulla etc etc. Ho scelto di non delegare troppo la crescita dei figli, ma sto facendo pesanti rinunce (tutt’altro che indolori) sul piano lavorativo. Con mio marito abbiamo scelto un certo stile di genitorialità, ma ha comportato rinunciare a molte uscite e parecchi rapporti di amicizia o conoscenza. Il problema è che c’è un sacco di gente che vuole convincerti (o convincersi?) di avere tutte queste cose insieme. La carriera e il pane col lievito madre, l’abbonamento a teatro e l’allattamento a oltranza. Dando per scontato che se tu non riesci a fare altrettanto, sei in qualche modo “da meno”.
Cara Silvana, te lo dico nuovamente. Mi togli le parole di bocca. O le parole dalla tastiera quando vorrei scriverle sul mio blog. E sono così perfette e calzanti che non sento il bisogno di scriverle più. Ma le condivido subito con le mie amiche, le mamme che mi leggono, le donne che curiosano sul mio sito. Perché davvero val la pena leggerti.
Carissima….. Sembrano parole mie…Io di figli ne ho 3, il più grande ha 5 anni e il più piccolo 1!!!! Mi sforzo di fare del mio meglio…. Ma hai proprio ragione…bisogna scegliere e avere priorità….. Senza rimorsi, rimpianti o sensi di colpa…..facile a dirsi, difficile a farsi….
Dove devo firmare? Questo è un manifesto. E’ esattamente quello che sostengo e scrivo -diecimila volte peggio- da sempre. E ho fatto scelte pressoché identiche. Ah, ho sentito dirlo con molta onestà da una gran donna “in carriera” e mamma: Paola Giorgi alla scorsa social media week sulle donne e il personal branding. Ha detto esattamente la stessa cosa: NON si può avere tutto nello stesso momento. Se si ha un neonato, si DEVE rallentare il lavoro, che tornerà ai ritmi normali ma ci vuole un po’. E’ veramente sconfortante vedere e sentire veline e parlamentari che pretendono di darci a bere il contrario. 1) lo 0,0001% delle donne ha i loro mezzi per la conciliazione 2) anche ad averli, io NON voglio dover fare tutto insieme. Come dici tu, è una schiavitù, bella e buona.
Tutto perfettamente vero ma non così accettato dalla società. Vedo parecchie mamme aggrapparsi in modo ferreo al mantra “la mia vita deve andare avanti come prima….Non sono mica la serva di mio figlio (solitamente VOLUTAMENTE unico)”. Asilo con dopo scuola, nonni full time, vacanze in coppia (non weekend, ma proprio weeks interi), ristoranti gourmet babysitter in spiaggia, palestre estetiste etc…e la cosa sorprendente è che hanno figli felici e poco pretenziosi nei loro confronti. A volte le invidio un po. Solo per un istante però, il tempo necessario x focalizzare che per come sono fatta io non riuscirei mai a mettere in fila quelle scelte nemmeno se mi obbligassero! Quindi in fin dei conti non sto rinunciando proprio a niente, ne quelle mamme sono in difetto verso qualcuno. Semplicemente ognuno fa il genitore a modo suo.
Applausi a Silvana!!!!!
Visto che al lavoro proprio non posso rinunciare (chissà perchè non mi chiamo nè Agnelli nè Montezemolo!!!), ne ho eliminate (ok, solo temporaneamente) altre…
Le uscite??? Ahahah, lontano ricordo!!! Il menù da ristorante??? Ahahhaha, quello manco prima dei figli, figuriamoci adesso con due pargoli!!!! Avere la carica di Moana Pozzi? Ri-Ahhahahha….senza offesa per il marito, ma arrivo alla sera cotta come una pera! Poi, ogni tanto, ci sta! Ma prima dei figli era un’altra cosa (se non altro perchè non c’erano bimbi che dormivano nella camera affianco!)
E quelle che ti raccontano che riescono a fare tutto come prima…beh, io proprio non ci credo! Wonder Woman, non a caso, è un fumetto!!!!!
Federica
sono assolutamente d’accordo con te! a volte non si tratta solo di “priorità” ma anche di “possibilità”. non tutti possono permettersi una babysitter per andare a fare l’aperitivo, non tutti hanno un neonato “angelico” trasportabile ovunque, non tutti sono nonnassistiti…poi ci sono anche quelli che pur avendo le possibilità non vogliono delegare troppo…
ci sono neo mamme che pur con prole piccolissima continuano a fare la vita di prima, ed io mi chiedo sinceramente come sia possibile. Sono abbastanza contraria a delegare troppo, ogni tanto ci può stare, anche per rigenerarsi un po’, ma delegare sempre lo trovo anche un po’ scorretto nei confronti del bimbo sono sincera.
Ci vuole secondo me un giusto equilibrio, soprattutto i primi anni del bambino, che comunque ha dei genitori che penso siano i primi a doversene occupare.
penso (e spero!) che tutto migliori col tempo. Anche a me piacerebbe uscire la sera a farmi un aperitivo o a fare semplicemente un giro, anche a me piacerebbe andare in vacanza una settimana sola con mio marito come ai vecchi tempi, e ti dico che provo anche un po’ di invidia quando vedo quelle mamme che lo fanno senza problemi, ma non penso sia ancora il momento giusto…c’è un tempo per tutto, quando saranno più grandicelli sono sicura che la situazione migliorerà di netto.
Ci sono cose che non riesco più a fare come prima. Ma prima delle Prima, della Seconda o della Terza..? O prima e basta? Ma poi mi importa davvero di queste cose? Forse no..ma ho il difetto terribile di essere una maledetta perfezionista, e mi sento in colpa se non è tutto perfetto come secondo me dovrebbe essere..retaggi dell’infanzia e dell’educazione, che prima o poi riuscirò a superare..grazie però <3
Ho una figlia sola, ho chiesto una riduzione d’orario, e nonostante ciò mi sembra di non riuscire a fare niente. Non sarei fatta per stare con mia figlia h24, ma così la vita è tutta una corsa. A seconda dei periodi cerco di vedere qualche amica, di stare un po’ con il mio compagno o di dedicarmi un po’ a quello che mi piace – la casa perfetta e la cucina di livello le ho abbandonate da subito! E nonostante ciò non mi sembra mai di riuscire a fare abbastanza.
Ti capisco, non sei sola!