Polvere agli angoli delle stanze. Polvere mischiata a peli di gatto, che rotola lieve in ciuffi bruni. Polvere che sa di polvere, che assedia narici e gole e polmoni. Polvere solida, palpabile, sabbiosa.
Polvere sui ricordi ocra, polvere che corrode e sbiadisce. Polvere che consola e cancella, che confonde. Che fa dimenticare.
Polvere sul cuore, come una coltre calda e soffice, amica. Polvere che fa inceppare ingranaggi che nessuno ha oliato da troppo tempo. Polvere che attutisce, che nasconde e protegge.
Polvere su cose che sono state importanti e che adesso, semplicemente, non sono più niente. Polvere come muffa su volti e voci, polvere su mani, abbracci e sorrisi. Polvere su chi c’era e adesso non c’è più.
Polvere sul passato, su una vita che ho fatto ma che ora ricordo piano. Polvere su pensieri e desideri che il tempo ha oscurato. Polvere sulla tenerezza degli anni addietro, sull’amore speso e restituito, sulle mani strette, sulle birre spillate, sulle promesse tradite. Polvere sugli errori che ripeterei altre cento volte.
Polvere nel presente, una polvere magica che sa di volontà e di vita. Polvere che spazza via la polvere, che colora il grigio febbre degli incarnati infetti e cambia le forme tumide di medicine e aria viziata. Polvere fatata di sorrisi piccoli e piedi paffuti, di voci argentine e abbracci strettissimi.
Polvere nel futuro. Polvere dorata che galleggia a mezz’aria. Pulviscolo iridescente che odora di libertà e di scelte. Polvere di stelle, come un pronostico azzeccato, un augurio in anticipo. Polvere d’oro come una promessa di felicità. Come un auspicio buono. Polvere preziosa e rara di lapislazzulo e terra di Siena. Polvere. Quello che resta e quello che sarà.