Oggi è decisamente una di quelle giornate. Una di quelle giornate in cui vorrei vivere in una città energivora e sovrailluminata, con troppe auto troppo grandi, i display a Led sulle facciate di edifici troppo alti, le stazioni della metropolitana brulicanti di umanità multicolore. Oggi vorrei essere una di quelle donne sempre tirate a lucido, trucco-e-parrucco, outfit-e-accessori. Una di quelle donne che fanno colazione con un caffè non zuccherato e che sanno camminare su tacchi di 12 centimetri, che conoscono i nomi degli stilisti e che amano scattarsi foto in cui guardano da un’altra parte. Una donna con 50 paia di scarpe e un armadio pieno di abiti che non indossa mai. Una di quelle che citano i registi e consigliano mostre di fotografia, che fanno yoga in pausa pranzo. Vorrei essere una di quelle madri che escono trafelate al mattino e rientrano a sera con gli occhi stanchi e la coscienza sgualcita. Una di quelle madri di cui i figli, loro malgrado, sono rassegnati a fare a meno. Forse, per dirla tutta, questa è una di quelle giornate in cui non vorrei neanche essere madre. In cui vorrei avere un compagno, invece che un marito, e vivere “tra Parigi e Bombay”, piuttosto che dichiarare una residenza fissa in un condominio di provincia. Una di quelle giornate in cui vorrei acquistare voli in classe business per destinazioni esotiche e pernottamenti in resort pluristellati. E chi se ne frega del turismo sostenibile e del viaggiare leggeri. Oggi vorrei essere una donna che ordina cibo indiano in un take away, e che getta gli avanzi nella spazzatura. Senza nemmeno separarli. Vorrei mangiare quel pasto pronto nella mia cucina con l’isola, sotto un lampadario di design, arrampicata su una sedia che costa quanto il mio ultimo stipendio. Dopo cena, bere vino rosso seduta in modo fintamente casuale sul mio parquet elegante, finalmente scalza ma con il trucco che resiste. Lasciarmi sfuggire un commento su quel vino mentre ravvio i capelli con la mano smaltata. Oggi è una di quelle giornate in cui vorrei addirittura che mi piacesse il jazz.
E invece, sono la stessa piccola donna scalza di sempre, che si mangia le mani infagottata nella sua felpa da 10 euro, senza trucco e coi capelli legati. Con il suo guardaroba che entra tutto in due ante d’armadio e la scarpiera a cinque ribalte che contiene il suo intero parco scarpe. Rigorosamente anonime e senza tacchi. Quella che delle riviste patinate salta le pubblicità di moda, quella che di Sex and the city ha sempre amato solo il lato dedicato all’amicizia e all’amore (oltre che New York). Sono io, che porto il cibo ai gatti randagi e guardo mio figlio crescere giorno dopo giorno. Sono io che per mangiare cinese devo fare mezz’ora di macchina e che raccolgo spiccioli in un salvadanaio “per andare in Brasile, o in Giappone, prima o poi”. Sono quella che è andata via di casa a 21 anni, ma che in cuor suo ha sempre saputo che presto o tardi sarebbe ritornata, quella che telefona ai parenti quando stanno male, quella che abbassa le tende a rullo in cucina quando il sole gira. Sono io, cresciuta con lo stesso uomo, ottusamente fedele agli stessi vecchi amici. Nata per accudire e per aspettare, ma che in fondo non ha mai imparato a farlo. Quella che “potrebbe fare qualsiasi cosa”, ma che alla fine non uscirà mai veramente dalla mediocrità.
Sono la solita me, perché non saprei essere altro, anche quando mi pare di desiderarlo ardentemente. Perché se un giorno cominciassi ad essere quella che non sono, mi struggerei di malinconia per la donna che avrei perso. Sono io e non smetterò di esserlo. Io che mi conosco così bene e che non mi basterò mai.
15 Commenti
Che meraviglia meraviglia meraviglia di post.
E’ così vero e senza filtri che mi hai fatto commuovere.
Ahhhh cara mamma green, chi, ogni tanto, non vorrebbe essere (per poco, però) un’altra persona?
Sapessi quante volte.
Se ti può interessare, comunque, anche a me piaci tantissimo così – proprio così – come sei.
(mediocre???? ma sai NO!!!)
Un abbraccio
Calzino
Grazie di cuore. Due abbracci per te!
ci sono giornate così, che ci si perde dietro ai se e ai chissà… mi sembra che però per te sia solo un attimo, un pensiero privo di rimpianti profondi. Sappi che già questo è molto!
Eh, Lucia. Quante giornate ho perso dietro ai se e ai chissà. Troppe. Ma sto cercando di smettere 🙂
Ho scoperto questo blog da poco e avrei voluto scoprirlo prima… due-tre giorni fa, seduta sul divano nella mia casa, quella casa che con tanta fatica io e l’uomo con cui sono cresciuta abbiamo finito con le nostre mani, ma proprio fisicamente e non solo pagando altri che lo facessero…mettendo piastrella su piastrella, casa che abbiamo finito, dicevo, dopo che mio padre, andatosene troppo presto, aveva cominciato, casa che mi è sembrata all’improvviso piccola, spoglia e triste…seduta sul divano solo le lacrime mi tenevano compagnia e nella mia testa giravano vorticose pressapoco le stesse cose che trovo scritte qui…vorrei essere un’altra in un altro posto con altre cose da fare….grazie per farmi sentire meno “mostro” e più umanamente mamma…
Benvenuta, Barbara. Grazie a te per la tua testimonianza. Non piangere e sorridi. Non sei sola e sei una donna in gamba. Hai costruito la tua casa, ti rendi conto? Io sono una frana pure coi mobili Ikea!
Come ti capisco…sembra scritto da me…che però lavoro e quindi sono sempre a metà. E sogno ogni tanto un paio di tacchi, una sera da diva. Ma sono solo una stella…seguo la mia orbita…
Sempre a metà. Potrei dirlo di me stessa.
Ho passato 1 lungo periodo sentendomi così ogni tanto succede ancora ma negli 2 ultimi anni sono riuscita a fare un pò di “pace” in me stessa……spero che duri.
Durerà! 🙂
Io oggi vorrei, invece, essere una di quelle donne che sta a casa, in tuta, scalza, che ha il dono del tempo, magari da dedicare ai suoi 3/4 figli (+2 o 3 in affido), che può dedicarsi alle sue passioni e a sé stessa aspettando il ritorno dal lavoro del marito (ricco). Vorrei vivere in un casale immersa nel verde e preparare dolci e coltivare il mio orticello. E vorrei dormire senza temere il suono della sveglia.
Che bello. Sarei felice di essere la tua vicina di orticello, davvero.
Ciao sono Cristina, ti ho scoperta tramite FB e ho iniziato a leggerti da oggi, dal post “le mamme che conosco” che mi è piaciuto tanto. Per quello, per questo post e per gli altri che scriverai, da oggi hai una affezionata lettrice in più. Buona serata 🙂
Cristina, benvenuta e grazie di cuore. Non potevi saperlo, ma oggi mi serviva proprio un messaggio come il tuo. Buona serata a te 🙂
Che bel post.. Lo stesso lo penso io spesso. Ho tanti sogni nel cassetto e mi sento dire: “sei giovane e puoi fare quello che vuoi”. Poi vedo attrici che grazie a conoscenze e soldi dalla semplice attrice di film diventa: scrittrice, sostenitrice a tempo pieno di onlus, insegnante di pilates, fotografa, autrice di libri e rubriche, e chi ne ha più ne metta. La mia non è invidia, anche perché se avessi soldi e conoscenze probabilmente non smetterei mai di fare il lavoro che faccio e che amo coe l’educatrice con bambini… Ma ma ma… Ogni tanto mi sento come te..