A volte mi sembra di poter misurare l’amore per mio figlio in multipli del litro.
Ettolitri di sangue pompato nel suo corpo trasparente mentre nuotava nel mio ventre, chiuso nella sua culla d’acqua (altri litri d’amore fluido). Ettolitri di latte prodotto solo per lui, distillando ora per ora le stagioni e gli umori di ogni giorno. Ettolitri di brodo caldo a sobbollire nei pentoloni, come una di quelle pozioni magiche a base di zampe di rana, ali di farfalla e fegato di strega. Ettolitri di acqua tiepida in cui sguazzare senza peso, urlando letteralmente di felicità. Cascate trasparenti di dedizione materna, una pioggia incessante di trasporto e calore.
Un amore liquido e primordiale. In grado di filtrare ovunque, di imbibire ogni cosa, di scivolare su qualsiasi superficie. Un amore che disseta e feconda, in continua trasformazione ma sempre uguale a se stesso. Caldo e naturale come l’elemento in cui siamo nati, come specie e come individui.
Ettolitri di me che ora sono pezzi di mio figlio. L’osmosi perfetta, la madre di tutte le osmosi.