8 cose che tutti i bambini fanno o dicono

Ogni bambino è un universo, dicono i saggi. E in effetti è vero che ciascuno di loro ha le sue personalissime caratteristiche, i talenti, le ossessioni, le idiosincrasie. In fondo è una cosa normale, capita esattamente lo stesso con gli adulti. Ma è altrettanto vero che ci sono certi atteggiamenti, di solito fastidiosi, imbarazzanti o irritanti, che accomunano la stragrande maggioranza dei marmocchi. Eccovi un elenco non certo esaustivo, e se non vi riconoscete la vostra prole, sappiate che avete avuto una fortuna sfacciata.

 

1. Dire: “Perché no!”
Non importa che voi siate diventati afoni a furia di “verbalizzare”, argomentare, spiegare. Verrà il giorno in cui, alla domanda: “Tesoro, perché non vuoi mangiare/andare a scuola/studiare/fare la doccia etc etc?”, vostro figlio risponderà: “Perché NO!”

2. Saltare sul divano
Forse gli antropologi scopriranno presto un fossile di “Homo saltans capocciarottans”, primate arboricolo avvezzo a muoversi a balzelli da un ramo all’altro e che a un certo punto si è estinto perché continuava a schiantarsi al suolo con conseguenze molto dolorose. Ma qualcuno deve essere riuscito a ibridarsi con Homo sapiens, permettendo al gene salterino di arrivare in qualche modo fino a noi.

3. Dire: “È mio!”
Potete anche leggergli il Capitale di Marx al posto delle favole della buonanotte. Potete mascherarlo da San Francesco per il suo primo Carnevale, oppure mandarlo all’asilo con la merenda avvolta in una pagina di Lotta Comunista. Un bel giorno vostro figlio deciderà che ogni cosa gli appartiene. Soprattutto quelle che, in realtà, non sono sue.

4. Nutrirsi di roba non edibile
Questo deve proprio essere un bug nell’evoluzione. Come è possibile che centinaia di migliaia di anni spesi a procacciarci la pagnotta in giro per il mondo e ad avvelenarci accidentalmente con roba tossica, guasta o indigeribile non abbiano selezionato solo gli umani con la capacità innata di capire cosa è buono da mangiare e cosa fa schifo? E no, cari bambini: i croccantini del gatto, le piante d’appartamento, l’ovatta e le caccole non sono commestibili.

5. Infilarsi roba negli orifizi del proprio corpo
In assenza di competenze di psicologia, tendo comunque a darmi, per questa diffusa abitudine infantile, una spiegazione di tipo freudiano. Anche perché a casa nostra la pratica del “mi infilo questa cosa piccola piccola in questo buchino qua” è per lo più una prassi femminile.

6. Mentire
Questa mi sa che la imparano da noi. E a giudicare dalla propensione dei piccoli a inventare cazz frottole, direi che Pinocchio non funziona poi così bene.

7. Rompere o smarrire qualcosa di prezioso
Nessuna precauzione sarà mai sufficiente. Anzi: sarà proprio nel momento in cui crederete che è tutto sotto controllo, che arriverà il danno irreparabile. Naturalmente il loro insignificante camioncino made in China di plastica schifida sopravviverà nei secoli dei secoli.

8. Picchiare i genitori
La prima volta che vostro figlio vi tirerà una sberla ci rimarrete malissimo. “Da chi lo ha imparato?”, vi chiederete attoniti, ripensando ai metodi montessoriani che avete appreso su Facebook e agli sforzi di pazienza che avete imposto all’altro genitore. Tenderete automaticamente ad incolpare la tata, i nonni, la tv, il corriere di Bartolini, il ragazzo che distribuisce i volantini della Conad, il figlio prepotenteeviziato di quella vostra compagna del liceo che avete rivisto il mese scorso dopo quindici anni. E invece no. La verità ve la dico io: ci nascono, così. Homo homini lupus, l’istinto di menare mazzate è dentro di noi.

Post scriptum. Non ho ancora capito se tutto questo autorizza noi genitori a comportarci come loro, a parte la questione degli orifizi o del mangiare roba scaduta. Voi che dite?

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3 Commenti

Roberta 16 Maggio 2016 - 14:22

Tutto vero!!!
Sulla prima però mio figlio dice “NON MI PARE PROPRIO!”
e chi gliel’ha mai detto?!?!?

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Calzino 16 Maggio 2016 - 14:42

Oddio che ridere, questi orifizi poi!!! 😀

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Mary “Mamma Medico” Doc 16 Maggio 2016 - 22:26

I giorno di nido. età 17 mesi. mia figlia è tornata a casa dicendo “è mio”. l’inizio della fine…

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