Siamo ancora in piena fase 2, incerti di quello che sarà il nostro quotidiano nei prossimi mesi. Di certo, quando sarà definitivamente scomparso dalle nostre vite, il Covid-19 non mancherà a nessuno di noi, ma, personalmente, ci sono altre cose che spero spariscano presto assieme a lui!
1. Il “bacetto” obbligatorio
Quale bambino, al cospetto di parenti più o meno anziani, vicini di casa un po’ invadenti e conoscenti sudaticci, non ha mai dovuto acconsentire, con riluttanza, alla richiesta “Vieni qua, dammi un bacio!”? Ho sempre trovato discutibile la prassi di pretendere un bacio dai bambini, non solo e non tanto per questioni igieniche, ma in primis perché trovo che nessuno, tantomeno un bambino piccolo, dovrebbe sentirsi obbligato a fare un uso che non vuole del proprio corpo. Anche se questo significa, semplicemente, dare un bacetto alla prozia.
2. La selva di ombrelloni
Se c’è una cosa che vorrei davvero che sparisse assieme al Coronavirus è l’idea di spiaggia come di una giungla di ombrelloni, chiassosa e caotica. La musica a palla, l’animazione chiassosa, i playground che a mezzogiorno diventano incandescenti. Spero anzi che riusciremo a sfruttare questa tragica occasione per rendere più sostenibile e tranquilla la fruizione della spiaggia, magari arrivando finalmente a un definitivo superamento del calendario rigido e immutabile che impone a tutti di andare in ferie nello stesso periodo.
3. La coda selvaggia
Grazie (si fa per dire) al virus abbiamo finalmente imparato come si fa la coda: in ordine (!), ben distanziati, senza protestare. Ci porteremo dietro questa eredità anche dopo la fine della pandemia, oppure torneremo presto al modo “fantasioso” di fare la fila?
4. Le ricette dal medico
Mi sono chiesta per anni come mai fosse ancora necessario, per ottenere un farmaco, farsi stampare una ricetta (magari dopo aver fatto una coda) e portarla fisicamente in farmacia. Mi auguro che l’innovazione tecnologica introdotta forzatamente dall’epidemia di Coronavirus persista nel tempo e che diventerà un fatto scontato, in futuro, fare a meno delle ricette cartacee.
5. La necessità dei contanti
Non conto (concedetemi il gioco di parole) le volte in cui mi sono trovata alla cassa di un negozio qualsiasi senza un soldo in tasca. Odio pagare in contanti, e non solo perché le banconote, in effetti, sono luride. Mi auguro quindi che sarà sempre più facile, anche dopo la pandemia, pagare con carta di credito o, meglio ancora, con sistemi contactless.
6. I bagni (e non solo) zozzi
Dite che l’attenzione all’igiene, soprattutto in determinati luoghi pubblici, tornerà a essere a tratti approssimativa e sommaria? Io voglio illudermi che, anche a pandemia finalmente superata, resterà per tutti noi l’abitudine oramai acquisita a bagni e ambienti puliti e sanificati e che potremo contare su un ulteriore salto di qualità per quanto riguarda l’igiene e la vivibilità di ristoranti, cinema, bar, piscine e altri luoghi pubblici.
7. L’antivaccinismo
Ora che abbiamo sotto gli occhi le drammatiche conseguenze della nostra impotenza di fronte a una malattia sconosciuta (e neanche tanto letale, da un certo punto di vista), spero che sia definitivamente chiaro per tutti quanto siano preziosi e irrinunciabili le vaccinazioni (e la scienza in senso lato).
8. Le fake news
Le bufale sono state, assieme purtroppo ai terrificanti bollettini di morte, le grandi protagoniste di questa emergenza sanitaria. E io vorrei tanto (ma non mi illudo che possa essere così) che scomparissero definitivamente quando l’emergenza sarà conclusa. Vorrei che le persone imparassero finalmente a non condividere le notizie prive di fonte, o provenienti da fonti ambigue, non autorevoli, vaghe o addirittura inesistenti. E che, prima di cedere alla tentazione del complottismo, perdessero qualche minuto a verificare l’attendibilità dell’informazione (o presunta tale) che hanno sotto gli occhi. Dite che c’è qualche speranza?
E voi? Cosa vorreste togliervi di torno per sempre, assieme al piccolo guastafeste che in pochi mesi ci ha sconvolto l’esistenza?
4 Commenti
Io sparo grande:l’inquinamento, la necessità di fare in macchina anche due metri, il non utilizzo di biciclette o simili. Il caos continuo, le domeniche senza negozi aperti, l’uscita obbligatoria magari in un posto chiuso solo perché è sabato e bisogna uscire.
Sono tante le cose che dovrebbe insegnarci questo periodo, ma ho come la netta sensazione che invece non impareremo niente, come Hitler non ha imparato niente dall’esperienza di Napoleone in Russia…
Purtroppo sono pessimista quanto te, per questo non ho scritto niente del genere, nella mia lista. Speriamo di doverci ricredere!
Ciao! Quoto in pieno tutti i punti. Secondo me sulle fake news e i NO vax non c’è speranza…C’è tanta pigrizia mentale, per cui la gente non si prende nemmeno la briga di controllare la veridicità di una notizia, sminuendo tutto il lavoro di scienziati e ricercatori.
Comunque complimenti, è molto completo il tuo blog!
Se ti va passa da me, sono nuova nel mondo del blogging e un feedback è sempre gradito!
Grazie
Babi
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