Dimenticare il male
Mi sono sempre chiesta come sia possibile superare gli inevitabili strappi tra umani senza il pur minimo residuo si risentimento o delusione. Ora conosco la risposta: basta guardare due bambini che giocano insieme, capaci di ferirsi, contrastarsi, offendersi nel modo più crudele, per poi tornare ad amarsi alla folllia appena un attimo dopo.
Mangiare con le mani
Toccare il cibo per portarselo alla bocca, ne sono convinta, lo rende più gustoso e interessante. Trasforma il semplice gesto del nutrirsi in un rituale arcaico e quasi sensuale. I bambini im questo sono istintivamente maestri: non solo prendono il cibo tra i polpastrelli, ma con l’intero palmo delle mani. E non si limitano a portarselo alla bocca, piuttosto mangiano con l’intera faccia.
Fidarsi incondizionatamente (e perdonare)
Se trattassimo amici, parenti e colleghi come spesso ci sentiamo autorizzati a trattare i nostri figli – sbraitando, strattonando, minacciando, talvolta malmenando – resteremmo soli al mondo in un battito di ciglia, e probabilmente saremmo anche perseguiti da un tribunale. I bambini, invece, non ci lasciano. Continuano a credere ciecamente in noi, nonostante tutto. Conservano, dietro l’aria sgomenta o sfottente di chi subisce un rimprovero o un maltrattamento, la fiducia assoluta che ripongono in noi.
Ballare, ballare, ballare
Chi ha vissuto con un bambino piccolo lo sa: basta un jingle qualsiasi, uno spot pubblicitario, un motivetto appena accennato, per far partire un inarrestabile ancheggiamento, un dondolio, un battito di mani. Senza il minimo senso del ridicolo, naturalmente. Senza quella che, sopravvalutandola in modo enorme, siamo abituati a definire dignità. Ritmo, cuore e libertà.
Combattere per quello che vuoi
Ieri mio figlio ha chiesto di avere un ombrello. Ne avevamo con noi uno blu e uno arancione ma no, lui desiderava assolutamente un ombrello nero. Con un po’ di mestiere e tanta fortuna, io e suo padre siamo riusciti a distrarlo ed evitare il peggio, ma di norma una situazione del genere si trasforma in una apocalisse di lacrime, urla ferine e piedi pestati. Noi adulti di solito li chiamiamo “capricci”, ma a ben guardare sono in fondo il tentativo di ottenere, con ogni mezzo conosciuto, la cosa che in quel momento risulta indispensabile. O victoria o muerte, diceva un medico argentino morto 50 anni fa.
Vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo
Questo è un vero paradosso. Proprio quelli che hanno davanti a loro tanti giorni ancora da vivere si comportano come se non avessero tempo per aspettare, come se tutto dovesse necessariamente avvenire subito, in fretta, senza indugio. Il che si rivela spesso seccante per l’adulto che si trova a fronteggiare un bambino impaziente, ma da un altro punto di vista indica la capacità di vivere soltanto qui e ora. Come se non ci fosse un domani.
Dormire in posizioni improbabili
Su qualsiasi superficie – inanimata o meno – e in ogni contesto possibile.
Non riconoscere le cose imbarazzanti
Puoi svegliarti al mattino nelle condizioni peggiori: capelli arruffati, occhi cisposi, alito pestilenziale. Se tuo figlio è ancora piccolo, stai sicuro che non se ne accorgerà.
Perdere il senso della realtà da sobri
Mio figlio, ad esempio, litiga di continuo con i personaggi dei cartoni animati (ma a pensarci bene anche mia nonna si faceva delle gran tirate con Maurizio Costanzo e con i giocatori del Napoli).
Sentirsi in diritto di essere timidi
Ignorando gli sconosciuti, i parenti appiccicosi e i vicini di casa invadenti.
6 Commenti
Mi hai fatto venire la pelle d’oca.
E lo stupore dove lo mettiamo? Che cosa bella i bambini. E pensare che diventeranno come noi, un giorno.
Lo stupore dei bambini è una cosa troppo sacra, non saprei descriverla. Poveri loro, già. 🙁
Fantastico!!!!
grazie, una bellissima riflessione. Mi riprometto sempre di essere meno adulta nell’affrontare i rapporti con gli altri grandi. Di osservare e imparare dai comportamenti del mio Cosimo (21 mesi) e della mia Oliva (6 anni, 4zampe e una coda scodinzolante)… ma è proprio difficile lasciarsi andare, avere fiducia. Però, non smetto di provarci. O victoria o muerte… senza mai perdere la tenerezza.
che belle e che vere le cose che scrivi! sono proprio contenta di aver scoperto questo blog…
Grazie di cuore! E benvenuta!