Il punto è che per me non è un sacrificio

by Silvana Santo - Una mamma green

Sono andata a ballare due volte in tutta la mia vita. La seconda delle quali durante la “gita lunga” dell’ultimo anno di liceo (e in quell’occasione ricordo più o meno distintamente di aver passato tutta la nottata a bere al bar della discoteca).

Non ho mai avuto un’estetista. Anche prima del mio matrimonio mi sono truccata e depilata da sola (la manicure è mio malgrado affidata al mio apparato masticatorio da che ne ho memoria). Il mio parrucchiere è un caro amico di famiglia, ci vado due volte l’anno più per chiacchierare che per sistemarmi la chioma.

Ricordo, in circa 15 anni di frequentazione complessiva, non più di due mezze giornate di shopping con le amiche (passate più a mangiare che a provarsi abiti, tra l’altro). Per il resto, comprare vestiti e scarpe per me è poco più che una necessità generata dal fatto che non posso andare in giro nuda e scalza. Mi piace scegliere bene cosa indossare, ho gusti precisi e voglio sentirmi a mio agio, ma ignoro completamente le griffe di moda, detesto passare il tempo nel negozi e la premura un po’ invadente delle commesse. Lo shopping online con possibilità di reso gratuito rappresenta per me la soluzione perfetta, fin da quando lo hanno inventato.

Mi piace la musica, anche se non sono mai stata una vera appassionata né una intenditrice, purtroppo. E mi piace lo sport. Ma sarò stata a dieci veri concerti in tutta la mia vita, e non saprei neanche spiegare bene il perché. O forse lo so, pensandoci bene: la musica per me è sempre stata un’esperienza intima, personale, un po’ alienante (nel senso buono che questa parola può avere). Anche se si tratta di mettere su un disco rock. Mi piace ascoltarla per i fatti miei, magari con le cuffie. Incazzarmi, commuovermi o sorridere da sola, io che per il resto la solitudine la rifuggo con assoluto orrore. E poi, di una canzone, preferisco quasi sempre la versione da studio che il live. Non me ne è mai importato di andare per concerti, non ho mai sentito questa necessità. Con lo sport era diverso. Mi piaceva l’adrenalina degli stadi, delle piscine, dei palazzetti. L’agone della sfida. Ma negli anni l’intero carrozzone ha perso molto del suo fascino. Il doping, calciopoli, le scommesse. I tamarri che si credono divinità dell’Olimpo. Ma spero di riaffezionarmi, prima o poi. Perché sugli spalti mi divertivo davvero tanto.

Mi piace il teatro, quello sì. Mi piacerebbe, anzi. Perché di solito costicchia. Quindi ci sono sempre andata molto meno di quanto avrei voluto, o comunque non è mai potuta diventare una consuetudine. Mi dico che da vecchia farò un abbonamento coi fiocchi, e fino ad allora sono contenta così.

Per tutta la mia lunga e felice giovinezza sono uscita la sera sempre poco e presto, e solo per due ragioni: andare al cinema e vedere gli amici. Al cinema preferisco da anni quelle che anch’io mi sono rassegnata a chiamare serie tv (e i film che mi interessano davvero aspetto senza sforzo di poterli guardare dal divano di casa). Gli amici sono stati decimati da una diaspora fatta di emigrazione, turni di lavoro, scelte personali, e, in qualche caso, da un inesorabile, e tutto sommato incolpevole, allontanamento reciproco. Quelli che restano, pochi ma ottimi, mi basta vederli regolarmente, sentirli, condividere con loro il miele e il fiele dell’avventura incredibile che chiamiamo vita. Che ci vediamo dentro una casa o in un parco cittadino, alle sette di sera o alle dieci di mattina, per me è del tutto indifferente. Non ho bisogno di sedermi al tavolo di un ristorante per sentirmi bene accanto a qualcuno. Non ne ho mai avuto realmente bisogno, neanche quando lo facevo ogni sabato sera (non che ci sia qualcosa di male nel contrario, ovviamente). Mi piace bere, mi piace mangiare, adoro assaggiare cucine straniere. Ma un take away consumato al tavolo di casa, in pantofole, e con la compagnia giusta, mi appaga infinitamente di più di una serata in un locale di tendenza.

Non ho mai avuto una compagnia di sole amiche. Sono in coppia praticamente da sempre, e gli uomini con cui sono stata erano stati prima miei amici. Erano amici delle mie amiche, e gli uomini delle mie amiche erano quasi sempre amici miei. Si stava tutti insieme, maschi e femmine. Coppie di amici, ma prima ancora amici e basta. Ora molte di quelle coppie non esistono più, ma è la vita e si sa. Non ho mai viaggiato da sola, se non per lavoro. E detesto farlo, in tutta franchezza.

Odio organizzare feste. Mi fa sentire sotto pressione, ho sempre paura di sbagliare qualcosa e finisco sempre col farlo, in un modo o nell’altro. Un vero disastro, ansia a pacchi, gaffes su gaffes. E alle feste degli altri mi sono sempre limitata a bere e a monopolizzare le conversazioni.

Penso sia ovvio, a questo punto, che se non faccio tutte queste cose da quando ho dei figli, non è perché ho avuto dei figli. Molte di queste cose, banalmente, non le facevo nemmeno prima. Altre ho smesso di farle perché, a prescindere dalla mia attuale condizione familiare, non mi interessano più. Non mi interesserebbero nemmeno se fossi single, anche se dieci anni fa magari mi piacevano. Per altre cose ancora, sono venuti meno gli unici presupposti che mi motivavano, a cominciare dalla frequentazione con le persone con cui ero abituata a farle. Non mi impongo dei “sacrifici” in nome della mia maternità. Non rinuncio alla “mia femminilità” perché ho avuto dei figli. Semplicemente, non andare a un concerto per me non è mai stato un sacrificio. E la mia femminilità non è mai passata dall’estetista, dallo shopping o dalla serata in tacchi con le amiche (non che io attribuisca a tutte queste cose un’accezione negativa, meglio precisarlo ancora, pure se mi pare ovvio).

Faccio le cose che mi piacciono, ora e qui (viaggiare, per esempio. In un modo che moltissimi troverebbero estenuante e per niente family friendly). Leggere di notte, anche se ho tanto sonno. Guardare serie intere di telefilm insieme alla mia metà. Vivo come ho sempre cercato di fare: come piace a me. E con tutti i miei limiti, e con quelli che mi ha inevitabilmente imposto la vita, mi pare di averlo sempre fatto abbastanza bene, e con una intensità poderosa, nel bene e nel male. Dallo strazio all’orgasmo, sempre. Cercando di non impormi cose che non mi importano solo per essere socialmente “più interessante”.

Giudicatemi una persona noiosa. Una che non sa divertirsi. Una che è invecchiata precocemente. Non mi importa e non mi è mai importato. Ma non tacciatemi di essere una che si sacrifica per i figli. Non definite degeneri o egoiste le madri che vanno a ballare, dall’estetista o ai concerti. Ma allo stesso modo non giudicate frustrate, o patetiche, le madri (e i padri) che non lo fanno, senza conoscerle davvero. Perché magari, semplicemente, è solo gente che conduce la propria esistenza come vuole. Figli o non figli. Perché il punto, alla fine, è sempre lo stesso. Siamo tutti diversi e ognuno campa come desidera. E dovrebbe poterlo fare senza diventare oggetto di commenti, post sarcastici, trattati sociologici e articoli di inutili magazine online. Vivete come volete, e state pur tranquilli che gli altri, di solito, stanno solo facendo altrettanto.

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13 Commenti

L'angolo di me stessa 9 Novembre 2016 - 15:19

Siamo sulla stessa linea d’onda su moltissime cose. Aggiungerei anche che sacrificarsi per i figli come farli per poi lasciarli sempre e solo a nonni/babysitter, non fa bene nè alle mamme/papà nè ai figli stessi. Gli estremi non vanno mai bene.
Mia madre mi diceva: aspetta per far figli, VIAGGIA!! Io, che avevo già traslocato 4 volte in 3 anni e avevo vissuto all’estero per due anni. Io infatti ho viaggiato, con i figli però, più che da single, più che da appena sposata.
C’è veramente solo una cosa che sento di sacrificare troppo per come vorrei io: la coppia, o meglio il tempo solo per la coppia, i viaggi, i cinema, le cene, i momenti intimi. Ne abbiamo sempre troppo poco, tra il suo lavoro che lo porta in giro e il fatto di essere lontani da qualsiasi parente possa tenersi i nanetti un paio d’ore, che la babysitter comunque ha un costo. Ma so che per ora va bene così, arriverà di nuovo il tempo in cui saremo solo io&lui e so anche che in quel tempo ci annoieremo tantissimo!!!! 😀

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Silvana - Una mamma green 9 Novembre 2016 - 16:14

Guarda, noi su quello ci siamo finora salvati alla grande perché Davide e Flavia vanno a dormire per le 21/21.30 (poi lei si sveglia ancora due o tre volte, ma questa è un’altra storia). Speriamo che duri! E in bocca al lupo a voi. 😉

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L'angolo di me stessa 9 Novembre 2016 - 21:01

Ah no, per quello anche i miei al massimo alle 20.30 sono nel mondo dei sogni. Qualche ora sparsa riusciamo a raggranellarla, quando lui non è via per lavoro, ma io intendo proprio momenti nostri che non si debbano incastrare tra loro. Poi la sera siamo talmente sfatti che ci godiamo molto poco.
Sarà che io non mi stanco mai di passarci del tempo, ma questi pochi spazi sono sempre troppo stretti.

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Silvana - Una mamma green 10 Novembre 2016 - 09:20

Capisco… Noi abbiamo la fortuna di lavori con ritmi umani. Dai, che tra qualche anno sarà tutto più semplice! Un abbraccio.

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mammaalcubo 9 Novembre 2016 - 16:13

Non sei noiosa, sei tu. E questo è sempre un bene perchè vuol dire che non ti fai influenzare dagli altri e i giudizi li lasci scivolare via.
Io ho allontanato la mia amica del liceo, che avevo scelto come testimone di nozze, perchè non accettavo il fatto che mi dicesse cosa e come comportarmi con il mio primo figlio. Ognuno deve essere libero di scegliere seguendo la propria identità e i propri valori, non assecondando le aspettative degli altri.

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Silvana - Una mamma green 9 Novembre 2016 - 16:18

Ma magari per qualcuno lo sono, noiosa. Ci sta e va bene così (vale anche il viceversa, naturalmente. Ognuno ha le sue simpatie). Noiosa va benissimo che me lo dicano gli altri. Frustrata, o fallita, invece no. Sono valutazioni che solo io posso fare. Mi dispiace per la tua amica, deve essere stato molto doloroso dovervi separare così.

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Mamma Avvocato 9 Novembre 2016 - 17:31

Sono perfettamente d’accordo con te! A me l’unica cosa che manca del prima sono più momenti dedicati allo sport ed all’alta montagna ma non racconto balle a me stessa: anche ora, quando davvero voglio, riesco ad andare a correre regolarmente o in piscina. Certo, mi costa più fatica incastrare tutto ma la colpa non è del ricciolino, bensì del lavoro e della casa, che comunque richiedono spazi ed energie che nei miei anni da studentessa non richiedevano. Quanto all’alta montagna ed allo sci, più che un sacrificio è una scelta: potrei andare di più, chiedendo a nonni che ne sarebbero felici (salvo poi mormorare ma di quello non mi frega nulla) e ne sarebbe felice pure il ricciolino, che non chiede di meglio che stare una giornata ogni tanto (o anche una a settimana) tutta con loro. La verità è che io PREFERISCO stare con mio figlio e sciare o camminare in modi adatti a lui, condividendo una passione, adattandomi a lui.
Per il resto, non mi manca nulla. Ah sì, una cosa sì: spazio negli armadi!!!!! 😉

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Silvana - Una mamma green 9 Novembre 2016 - 19:16

Io sono talmente pigra che lo sport è davvero l’ultima cosa che mi manca… 😅

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alessia delucchi 9 Novembre 2016 - 22:12

A me manca tanto leggere! Tra il lavoro e il nanetto non riesco più! Brava Silvana che riesci a farlo la notte!!! Io la maggior parte delle volte la sera crollo sul divano!

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Silvana - Una mamma green 10 Novembre 2016 - 09:21

Ti capisco! Vedrai che presto ritroverai l’energia! 😉

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Priscilla 10 Novembre 2016 - 18:37

Bello sentire che non sono sempre l’unica voce fuori dal coro. Quando dico che i figli ti cambiano la vita, gli altri mi guardano compassionevoli e mi rispondono:”Eh, si sa, quando hai figli non esci più, non vai a ballare, non vai al cinema”. Perché, quante volte lo facevo prima? La discoteca non fa per me. Anzi, ad essere sincera mi diverto di più ora che ci vado in occasione di un addio al nubilato di quanto mi divertivo prima. Quando sei più giovane in queste occasioni ti senti in dovere di divertirti senza mai riuscirci fino in fondo.Ora è diverso: mi scateno anche se non so ballare perché ho la gioia dentro. Sono felice, appagata anche se stanca. Lavoro tanto, tento di trovare il tempo per i figli, la vita di coppia, gli amici e me stessa. A volte è più facile, a volte meno. Ma sono coerente: momenti per tutti e momenti per me. Niente sacrifici, solo organizzazione e pazienza. Adoro leggere, ma alle 21,30 di solito la stanchezza mi fa crollare a letto dopo che ho raccontato la fiaba ai bimbi. Adoro cucinare e lo faccio con loro. Avere figli non è un sacrificio, è un arricchimento, è un cambiare la nostra prospettiva sulla vita. A volte cambiamo anche noi, chi più chi meno. E’ la parola sacrificio che ha un’accezione negativa. Bisognerebbe coniarne un’altra. E a volte ci si barrica volentieri dietro i figli quando non si riesce a fare le cose: per pigrizia, negligenza o altro.
Anche io faccio paragoni con la vita prima dei figli (del resto i miei sono ancora piccoli per cui mi viene naturale), ma è sempre in chiave auto-ironica. Spesso ho l’impressione che i più pensino che quello che si faceva prima di “sacrificarsi” fosse il top, ora invece è tutto necessariamente più brutto. Non è così. E’ semplicemente diverso. Vedere la vie en rose dipende dalla soddisfazione personale, non dai figli.

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acasadiclara 11 Novembre 2016 - 11:23

io mi ritrovo perfettamente nelle tue parole ………… forse dovremmo fondare un club, sono sicura che molte ci seguirebbero!!!! io leggo alla mattina e di notte (i miei figli hanno ormai 9 e 13 anni), non mi metto i tacchi perchè vado al lavoro in metropolitana e prima accompagna a scuola il figlio piccolo camminando per circa 1,5 km (per andare a scuola e poi tornare alla metro). mi piace organizzare feste, questo sì, ma ultimamente non sopporto molto la gente quando è tanta quindi ho smesso di organizzarle. ciao!!!!!

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Silvana - Una mamma green 17 Novembre 2016 - 13:30

Ottima idea! 😉

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