La pioggia secondo mio figlio

by Silvana Santo - Una mamma green
bambino pioggia

Fine ottobre, interno giorno illuminato dalla luce elettrica. Fuori piove uno stillicidio intermittente in almeno 50 sfumature di grigio, è così da giorni e non mi piace molto. Io ci sono nata, in un giorno piovoso, nonostante fosse maggio, ma la pioggia mi è sembrata sempre un mezzo inconveniente. Una specie di anomalia, fastidiosa e per dirla tutta un po’ deprimente. Congestiona il traffico, sporca le strade. Rende tutto viscido e poi terroso, mi schizza gli occhiali in modo insopportabile. Annacqua la luce e i pensieri.

Anche quando è nato mio figlio pioveva forte. Ricordo gli scrosci nel buio, mentre la macchina filava verso l’ospedale e io contavo le doglie sull’orologio del cruscotto con le cifre illuminate dai led. Ma forse non è per questo che lui considera la pioggia una specie di sorpresa del cielo. Uno strappo alla routine, un imprevisto meteorologico per cui meravigliarsi e sorridere.

Devono essere i suoi tre anni, che gli permettono di sgranare gli occhi con stupore dietro a un vetro rigato dalle gocce. Di saltellare ridendo in una pozza di fanghiglia, per sporcarsi bene le suole e lasciare impronte imprecise dietro i suoi passi veloci. Di alzare lo sguardo verso le nuvole, solo per controllare quanto sono grandi e vicine. Di tendere la mano verso il fragore del tuono, bisbigliando estasiato: “Mamma, hai sentito?”.

Aprire l’ombrello, il suo piccolo ombrello trasparente, è una festa. Tanto che a volte ci è toccato tenerlo così, tutto spiegato e magari gocciolante, anche oltre la soglia di casa, o addirittura dentro la macchina.

Forse Davide non ha visto abbastanza temporali per esserne già stufo. Forse il traffico e i marciapiedi sdrucciolevoli diventeranno un suo problema solo quando avrà un orologio al polso e nella testa, ad ammanettargli la vita e la fantasia. Forse siamo noi adulti, in una specie di catena generazionale ineluttabile, a convincere i bambini che la pioggia sia nient’altro che un’antipatica sventura stagionale. O forse è solo che lui non porta gli occhiali, e quindi gli schizzi impertinenti sul viso non gli danno fastidio.

Io non ne ho idea. Ma so che quando sono insieme a lui e fuori piove forte, quel cielo grigio mi sembra in un certo senso più leggero. E il bagliore dei fulmini, all’improvviso, somiglia vagamente alla danza delle lucciole. Fuori piove, ma dentro sono al caldo.

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3 Commenti

Ramocchia 30 Ottobre 2015 - 16:13

Da quando c’è mia figlia le giornate di pioggia sono molto meno insopportabili, il solo vederla emozionata perché metterà le galosce, si specchierà e salterà in ogni pozzanghera e porterà l’ombrello mi ripaga di tutti i disagi!

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Mamma Avvocato 30 Ottobre 2015 - 16:37

Io la amo, la pioggia. A meno che non debba fare tanta strada in auto e in fretta o che tenga compagni per più giorni di seguito. Per mio figlio, come per il tuo, è bella quasi come il cielo sereno.

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The Fashion Cat 1 Novembre 2015 - 12:27

La pioggia non mi disturba più di tanto ma… Le goccioline sugli occhiali le odiooooo xD

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