Se qualcuno vi ha detto che viaggiare con un bambino piccolo è “molto più bello che farlo da soli”, voi non credetegli. E se altri, al contrario, vi hanno avvertito che muoversi con prole al seguito è “l’incubo peggiore che possa capitare”, non dategli retta. Semplicemente, viaggiare in tre è una cosa diversa rispetto al farlo in due. Cambiano i ritmi, prima di tutto. Specie se il vostro baby compagno di viaggio ha più di qualche mese. Se mangia cibi solidi, se gattona o cammina da poco (ma coi suoi tempi e le sue modalità tutt’altro che adulte) sarà impossibile programmare una giornata senza tenere conto delle sue esigenze: pause per la pappa, per il cambio, per i sonnellini, momenti in cui vostro figlio potrà sgranchirsi le gambe su un prato o sul selciato di una piazza. Non tutti i bambini, poi, hanno lo stesso grado di resistenza alla stanchezza: ci sono quelli che dopo un’intera giornata a spasso tollerano anche la cena al ristorante, quelli che si addormentano senza difficoltà in qualunque situazione e quelli che a un certo punto hanno davvero bisogno di tornare nella tranquillità della stanza d’albergo (o del residence, o del campeggio, o quel che è) a ricaricare le pile.
Il segreto sta nel capire quali sono le esigenze del vostro viaggiatore in erba e di cercare il più possibile di adeguarvi, senza frustrare eccessivamente le vostre aspettative sulla vacanza. Troppo limitante? Non è detto. A volte basta solo calibrare un po’ meglio le proprie aspettative. Siete abituati (come lo ero io) a viaggiare a ritmi forsennati, cercando di vedere il più possibile, di conoscere, di sperimentare? Scoprirete che rallentare, il più delle volte, consente di godersi la vacanza ancora meglio. Di scorgere particolari che altrimenti non notereste, di soffermarvi sugli aspetti più piacevoli della città (o del parco, o della spiaggia) che state visitando.
I pisolini dei vostri figli saranno un’occasione irripetibile per riposarvi a vostra volta e, se riuscirete ad abbandonare l’ansia per “le cose non fatte”, scoprirete che i fuori-programma e il tempo trascorso senza un’occupazione precisa (giocando su un prato, ad esempio, oppure scavando buche nella sabbia, o ancora dando da mangiare ai piccioni) possono diventare dei momenti indimenticabili per tutti. Se proprio non riuscite a starvene con le mani in mano, comunque, quegli stessi sonnellini in passeggino o in marsupio possono darvi l’opportunità di visitare un museo, o una chiesa, approfittando del fresco e della tranquillità che di solito regnano in posti del genere.
Alcune delle vostre abitudini pre-figli, è innegabile, potrebbero rendere un po’ più complicata la fase di adattamento, ma secondo me esiste una soluzione per tutto. Rinunciare alla movida notturna, ad esempio, potrebbe essere un problema, ma ricordatevi che si tratta di un sacrificio temporaneo. In men che non si dica, i vostri marmocchi viaggeranno per conto proprio, e voi tornerete a godere delle lunghe notti vacanziere cui eravate abituati. Se non avete alcuna voglia di aspettare, in ogni caso, molti alberghi offrono un servizio baby sitter che vi consentirà di uscire mentre i piccoli dormono il sonno dei giusti. Se vi piace andare in spiaggia a orari “comodi”, potete optare per strutture in cui ci sia a disposizione sempre un posto all’ombra e ventilato per il più piccolo della famiglia (anche se sarebbe sempre meglio risparmiargli le ore più calde della giornata), oppure fare a turno con il vostro compagno/a. Vi piace la SPA? Non crediate di dovervi rinunciare: sono sempre più numerose le strutture che consentono l’accesso alle famiglie con bambini in orari dedicati (esperienza personale in Trentino: vasca baby per Davide e mamma e papà a godersi idromassaggio, sauna e bagno turco).
Sappiate però che le piccole (o grandi) rinunce a cui sarete in qualche modo costretti – e la dose di fatica aggiuntiva che comporta inevitabilmente la responsabilità di doversi occupare di una persona non autosufficiente – saranno ripagate dalla meraviglia negli occhi dei vostri bambini dinanzi a cose che, senza la loro presenza, voi avreste dato per scontate. Le “prime volte” che vivrete durante i viaggi con i vostri figli, le scoperte che farete, o rifarete, insieme a loro, la miriade di ricordi indelebili che porterete con voi ad ogni ritorno a casa, renderanno la vostra vita per sempre migliore.
Oppure, se proprio preferite, c’è sempre la baby dance!
8 Commenti
Bellissimo post! Soprattutto perché sottolinei che ogni bambino è a se e non si sa mai come possa reagire.
Il mio ad esempio soffre molto stanchezza e stress e non è facile da gestire fuori casa, anzi, diventa peggio dell’esorcista.
E mi fa arrabbiare chi mi dice che i bambini bisogna abituarli da subito a uscire e viaggiare. Neanche a dirlo, chi proferisce queste parole è spesso chi di figli non ne ha! Comunque sia ho anche amiche che hanno bambini che fin da neonati mangiavano e dormivano beatamente in ogni situazione. Beate loro!!!
Concordo che i bimbi piccoli vanno assecondati in base alle loro esigenze, non mi piace chi li forza lasciandoli urlare perché stanchissimi: che senso ha?
Grazie! Ti capisco in pieno: pensa che per noi è più semplice partire per una vacanza che uscire fuori a cena, perché Davide è sempre stato a disagio nei locali e si addormenta con difficoltà. Ogni famiglia conosce le proprie necessità! Comunque, fidati: se usciste o viaggiaste, vi rimprovererebbero lo stesso!
Che bel post!!! Io ho creato il mio blog proprio per parlare delle mie esperienze di viaggio col mio piccolo, che sono già bellissime nonostante abbia solo otto mesi!
Bello! Grazie per i tuoi racconti 😉
tranne la prima estate, che siamo stati al paesello paterno al mare, abbiamo sempre portato matteo in giro. sapendo di avere un bambino piccolo dietro e che si va in vacanza per riposarsi e stare insieme e conoscere posti nuovi.
Ottimo! 🙂
Proprio stamane ne parlavo con un’amica, la potenza educativa del viaggio, abbiamo concluso, non ha eguali. In termini di esperienza, apertura mentale, capacità di adattamento, è il massimo a cui si possa aspirare come genitori e secondo me, soprattutto come bambini.
Che bello! Concordo in pieno 🙂