Le paturnie sono grosso modo le stesse. Identica la tentazione perversa di torturarsi leggendo post ansiogeni sui forum per mamme, analoga la preoccupazione di ingrassare troppo e la sensazione di gonfiarsi di mese in mese come un cetaceo all’asciutto. Non cambiano, purtroppo, i commenti idioti di vicini e passanti (non che ci sperassi troppo, a dire il vero). Non si diventa di colpo immuni dagli sbalzi ormonali, per quanto, forse, si impari a considerarli per quello che sono: temporanee, per quanto fastidiose, intossicazioni chimiche.
La sola vera, colossale, fondamentale differenza tra la prima gravidanza e la successiva, almeno in base alla mia esperienza, è il fatto che, quando scopri di aspettare il tuo secondogenito, contrariamente all’esperienza precedente, tu sei già una madre. Anche se non conosci il figlio che sta per nascere, anche se ignori quasi del tutto quello che ti aspetta, la seconda volta sai esattamente che tipo di genitore vuoi essere (alla faccia dei consigli non richiesti, delle ingerenze, dei commenti tra le righe e delle battute sarcastiche della gente).
Ma soprattutto, se la prima volta i tuoi pensieri e le tue emozioni erano state catalizzate – nel bene e nel male – dal piccolo essere umano in formazione nel tuo corpo, adesso una parte fondamentale del tuo cervello, del tuo cuore, del tuo tempo, delle tue energie è destinata inesorabilmente al tuo bambino già nato.
Ti chiedi come reagirà alla novità, ti informi e ti interroghi sul modo migliore per rendergli la transizione meno traumatica possibile, ti riprometti di fare di tutto per non negargli mai l’attenzione e la presenza cui è abituato. Pensi (nel mio caso con un’angoscia che non mi aspettavo) all’inevitabile separazione durante i giorni del parto, a come mantenere il più possibile inalterate le abitudini del “fratello maggiore” durante il tuo ricovero. Ti chiedi se ti perdonerà, o meglio, ti domandi quanto tempo gli ci vorrà per capire, per accettare, per abituarsi (e per perdonarti, appunto). Se ti amerà allo stesso modo, o se rimarrà troppo scottato dal cambiamento. Ti alleni a censurare le parole inopportune di parenti e conoscenti, addestri te stessa a ringhiare all’indirizzo di chiunque osi fare considerazioni del tipo “Ormai sei grande”, “Adesso tua madre dovrà occuparsi del fratellino”, “Ora dovrai abituarti a stare più tempo senza la mamma” e chi più ne ha più ne metta. Giuri a te stessa che in qualche modo ce la farai, a far capire a tuo figlio che quel neonato è soprattutto un dono per lui, qualcuno che moltiplicherà all’infinito l’amore che scorre nella sua vita, piuttosto che sottrargli quello, inalterabile, dei suoi genitori. Lo giuri, ma in fondo in fondo, ogni tanto, hai paura che non ce la farai, che non sarai così brava da rassicurarlo come merita.
Pensi e intanto cerchi di godere di ogni residuo momento di esclusività con il tuo primo figlio. Te ne freghi del “non sollevare pesi” e ti stanchi con gioia insieme a lui e per lui. Aspetti con trepidazione quello che sarà l’inizio di qualcosa (che speri meraviglioso) ma anche la fine, inesorabile, di quella vita che hai imparato, nel tempo, ad amare come non credevi possibile.
Pensi e nel frattempo tremi al pensiero che qualcosa vada storto, non solo per la creatura innocente che ti cresce dentro, non solo per la tua vita e per quella di suo padre, che ne sarebbero sconvolte, ma soprattutto per lui, il primogenito. Consapevole che il regalo che gli stai facendo potrebbe comportare anche una responsabilità pesantissima, se non dovesse andare tutto per il verso giusto e se lui dovesse ritrovarsi alle prese con un qualche “problema” cui fa paura anche solo dare un nome.
Pensi e contemporaneamente ti tocchi la pancia, in cui nuota un bambino che non conoscerà mai l’esperienza agrodolce di essere un figlio unico, un bambino che non è ancora nato e già impara, nel bene e nel male, a condividere l’amore e i pensieri di sua madre con il fratello già nato, che lo attende ignaro. Un bambino che mese dopo mese si fa largo dentro te e che – lo sai bene anche se a volte stenti a crederlo possibile – saprà trovare immediatamente spazio anche nella tua testa e nel tuo stomaco e nel tuo sangue.
Sai che è esattamente quello che accadrà, ma a volte non puoi fare a meno di sorprenderti al pensiero che saprai amare qualcuno con la stessa bruciante intensità con cui hai imparato ad amare il tuo bambino “grande”.
Perché ci insegnano sempre che l’amore “vero” è esclusivo, ma la realtà è che quello più grande è fatto apposta per essere spartito in parti uguali.
22 Commenti
Io per ora mi sento abbastanza in colpa perchè non mi ricordo mai o quasi che sono incinta. Neanche alla prima ho mai passato pomeriggi o giornate ad accarezzare la pancia, però ero consapevolmente incinta. Ora mi ricordo a ridosso dei controlli (che son pochi) o quando stramazzo la sera. Ecco la differenza più grande: la prima gravidanza io ero wonderwoman, nonostante i 9 mesi di nausea, bruciori e mal di stomaco. Oggi io sono uno straccio di me! Saranno le energie che il grande drena, non so.
Pensa che io ho detto di essere incinta quando ero praticamente a metà gravidanza. Per oltre quattro mesi lo abbiamo saputo solo io, mio marito e il ginecologo. Quindi era come non essere in attesa, in un certo senso (nessuno che facesse domande, commenti, auguri, etc). Onestamente è stato bellissimo, e se tornassi indietro lo rifarei. Tutto è stato più naturale e sereno. Comunque ti assicuro che non appena la panza diventerà importante (con tutti gli annessi e connessi), sarà impossibile dimenticarsene 😉
veramente la panza è già abbondante! Anche del primo mi si era vista subito ma a sto giro mi sa che diventerò una mongolfiera! 😉
“Perché ci insegnano sempre che l’amore “vero” è esclusivo, ma la realtà è che quello più grande è fatto apposta per essere spartito in parti uguali.” Stupenda questa frase…. mi commuovi sempre…
Bellissimo post
Grazie, Rita! :*
Grazie davvero, Sara, sono io che mi commuovo…
Ho imparato (dopo che è nata la “gnomabis”) che l’amore non si ripartisce in parti uguali, l’amore è davvero esclusivo.. “perché io mamma ti volevo tutta per me” (parole di una cinquenne una mattina a colazione dopo che abbiamo riportato a casa la sorella) … ed è sacrosanto il diritto di ciascuno dei nostri figli sapere che il nostro amore per loro è esclusivo e che non è ripartito in parti uguali.. l’amore per i figli si moltiplica e il cuore dove c’è il tuo amore non è diviso in parti uguali… è il cuore che si allarga in spazi inesplorati, come inesplorata è l’esperienza di avere due figli perché puoi anche essere già madre ed avere tante sicurezze in più.. ma due figli sono un’avventura nuova e tutta da esplorare… sopratutto le risate che la mia “gnomabis” dispensa solo ed esclusivamente alla sorella..
m’è rimasto un pezzo sulla tastiera! 😀 in bocca al lupo comunque e… bravi! Avete fatto il regalo più bello e più grande al vostro primo figlio.. che inevitabilmente vi sembrerà grande quando vedrete il bis! 😉
Era proprio questo che intendevo con “parti uguali”: non si dimezza, non si “divide”, ma si moltiplica all’infinito! Per i piccolissimi ci vuole un po’ a capirlo, credo, ma è nella natura delle cose. Poi tutto si sistema. Grazie mille e un abbraccio!
Anche io penso che l amore non si divida ma moltiplichi all’infinito. Non sono ancora mamma bis.. (non vedo l’ora in realtà del bis) ma ne sono convintissima… c’è sempre spazio nel nostro cuore per altro amore, per figli, genitori amici, partner, gatti e cani e qualunque altro essere vivente ci capiti di amare con tutto il cuore..di amori diversi tra loro ma pur sempre amore è.
Sì, certo! Era proprio quello che volevo dire 🙂 In bocca al lupo per il futuro bis!
Bellissimo questo post!
Ho partorito mercoledi scorso, è il secondo e la prima ha due anni. Sembra averla presa bene ma percepisco il suo malessere e la vivo male. Mi manca la nostra dimensione a tre anche se vedo con chiarezza la bellezza dell’essere in 4. è dura, ma confido che con il passare del tempo tutto diventerà più facile.
Tantissimi auguri e un abbraccio forte. Immagino come possa essere straniante il cambiamento, io stessa lo attendo con una certa paura. Ma il tempo, come dici tu, crea nuovi equilibri e sistema le cose. Tua figlia amerà suo fratello come una parte di sé, e tu saprai che avete fatto la cosa giusta. Tieni duro e fammi sapere!
Eh già, sia durante la prima che durante la seconda gravidanza, le preoccupazioni sono comunque sempre per il primogenito! E, per quella che è la mia esperienza, anche dopo… 😉
Aspettati un po’ di confusione in più, ma aspettati anche il momento magico in cui sentirai che “si, siamo in quattro, e stiamo bene così”
Io ho trovato (e trovo ancora oggi, nelle giornate difficili) molto confortante un libro di Giorgia Cozza, Benvenuto fratellino Benvenuta sorellina.
In bocca al lupo!
Grazie di cuore, prenderò il libro!
Ormai ci “conosciamo” da un po’ come colleghe mamme blogger e sono davvero felice di leggere questo tuo post. Ti percepisco consapevole e serena, determinata a fare bene per tutti voi. Con la nascita di 3G mi è sembrato di aver messo la quarta gamba al tavolo, non è stato tutto facile ma ho avuto la sensazione di completezza. Se avrai voglia di cercare ho scritto vari post su come ho gestito la notizia del nuovo arrivo alla sorellina, la separazione al momento del parto, le prime e poi numerose gelosie…ma ribadisco che ogni mamma sa quale è il bene per la propria famiglia, bisogna solo riuscirsi ad ascoltare! Buona continuazione di pancia 😉
Grazie davvero, diciamo che sono moderatamente serena con picchi inauditi di paranoia! 🙂 Vado a cercarmi i post, subito!
Ti ho scoperta da pochi minuti eppure leggo avidamente i tuoi articoli e mi ritrovo a pensare a tutte le cose che hai scritto e mi stupisco perché è proprio quello che avrei scritto io se avessi il dono della scrittura!!!
Grazie
Ma grazie a te, e benvenuta!
[…] poi quello che arriva è il secondo figlio, gli impegni sono evidentemente moltiplicati. Ecco allora tre idee per migliorare almeno un […]