Vi darò quello che sono

by Silvana Santo - Una mamma green
Vi darò le mie mani. Per accarezzarvi, per lavarvi, per medicarvi. Per riscaldarvi quando avrete freddo e darvi sollievo quando la febbre vi farà delirare. Le mie mani tese per sostenervi sui declivi più impervi e per rialzarvi dopo le cadute più rovinose. E vi darò le mie mani per costruire, per dipingere, per impastare. Per colorare il mondo e cuocere biscotti e realizzare invenzioni sempre nuove. Vi darò le mie mani, inutile negarlo, anche per strattonarvi e spingervi, assediata dalla fretta, dall’ansia, dalla solitudine. E vi darò le mie mani per allontanarvi nelle ore buie, quando l’amore sembra non essere sufficiente e le radici condivise di certo non bastano più.
 
Vi darò la mia voce. Per leggere, per cantare, per raccontare. Per domandare e rispondere, una, dieci, cento volte in un’ora. Vi darò la mia voce quando vorrete sentirla e, molte volte, anche quando vi risulterà odiosa e insopportabile. Per dirvi che avete ragione e che state sbagliando, per acconsentire e per dirvi di no. Vi darò la mia voce per dirvi la verità e anche qualche pietosa bugia. Per chiedervi perdono. Per confessarvi i miei limiti, per affidarvi i miei sbagli e le mie fragilità. Vi darò la mia voce per dirvi che ci ho provato sempre, anche quando sapevo fin da subito che non avrei potuto che fallire. E vi darò la mia voce, non di rado, per urlare più del necessario. Per rimproverarvi a torto o a ragione, per vomitarvi addosso parole che non meritate e per le quali poi continuerò a punirmi per tutta la vita.
 
Vi darò il mio corpo. Come ho fatto quando crescevate invisibili nelle pieghe in fondo al mio ombelico, come ho fatto quando dal mio corpo stillava il vostro unico alimento, quando vi reggevo per ore e giorni, senza stancarmi del vostro peso inerte sulle mie ossa stanche. Vi darò il mio corpo per nascondervi quando avrete paura, per appoggiarvi quando sarete stanchi, per riscaldarvi e riposare quando avrete freddo e vi sentirete soli. E vi darò il mio corpo per ballare e per correre, per saltare e per nuotare. Per scivolare sulla neve, affondare nella sabbia e riposare sull’erba. Per abbracciarci forte, e pazienza se il mondo, per un attimo, dovrà restare chiuso fuori.
 
Vi darò il mio tempo. Giorni interi e notti ininterrotte. Il tempo sottratto a tutto il resto, sottratto agli altri, sottratto a me stessa. Il tempo trascorso insieme a voi e quello passato ad aspettarvi e a lasciarvi andare. A interrogarmi su quale sia il da farsi, o su quale sarebbe stato. Il tempo trascorso insieme a ridere e a piangere, a rincorrersi e a schivarsi, ad amarsi e a farsi del male. A vivere o a restare immobili e sgomenti nell’attesa di qualcosa.
 
Vi darò troppo, o troppo poco.
 
Vi darò quello che volete e quello di cui pensate di non aver bisogno.
 
Vi darò quello che sono, quello che posso e quello che riesco a inventarmi anche se proprio non ce l’ho.
 
Sperando che basti perlomeno a voi due (visto che a me stessa non basterà mai).

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