Il post che avete appena cominciato a leggere è troppo lungo e sostanzialmente inutile. Ma il bisogno di scriverlo è stato per me irrefrenabile. Mi attirerà probabilmente critiche feroci e antipatie definitive, ma non mi interessa. È il lamento della madre di due bambini di 6 e 8 anni che hanno varcato le soglie della scuola per appena 10 settimane negli ultimi 12 mesi (viviamo in Campania e sì: qui è andata così, attualmente siamo di nuovo in Dad da un mese e mezzo di fila, oltre ad avere parchi, piazze e lungomari chiusi. Le scuole, primarie incluse, sono state chiuse, per scelta dell’amministrazione regionale, anche in zona gialla e arancione, anche prima che venisse introdotto il sistema di classificazione “a colori”), con conseguenze forse marginali sulla loro formazione, ma disastrose sul piano del benessere psicofisico, della qualità della vita, e degli equilibri familiari.
Vi sembra una conclusione esagerata? La lagna insopportabile di una “mamma pancina”? È solo perché non ci siete passati, e non avete davvero la più pallida idea di cosa voglia dire davvero.