Prenderemo coscienza

Prenderemo peso.
Impastando torte, biscotti e lasagne. Affondando le mani in una massa incoerente di ingredienti e trasformandola in qualcosa che magari non sarà perfetta, ma sarà unica. E sarà nostra. E per i nostri figli che ci avranno aiutato nell’impresa, sarà in ogni caso deliziosa (è un po’ quello che cerchiamo di fare con noi stessi ogni giorno, a maggior ragione da quando siamo genitori).

Prenderemo tempo.
Quello che ci viene negato ogni giorno, da sempre. Tempo per stare assieme davvero, in quantità e qualità. Per conoscerci a fondo, anche senza parlare. Tempo per giocare, per leggere, per ridere e piangere. Tempo per abbracciarci forte e per mandarci a quel paese. Tempo per vivere, insieme.

Prenderemo le distanze.
Dalle fake news, dagli odiatori seriali. Dagli universitari della vita, dai bene informati avvelenati dalla loro stessa arroganza. Dai complottisti incapaci di dar credito a chi ne sa più di loro, di fidarsi di quello che gli viene spiegato, di attenersi a quanto gli viene richiesto. Dai benaltristi ubiquitari, dagli irriverenti per vezzo e dagli anticonformisti per partito preso. Prenderemo le distanze, forse e tardivamente, dall’ignoranza e dalla presunzione.

Prenderemo spaventi.
E forse questo ci sarà di insegnamento. Perché c’è differenza tra coraggio e incoscienza, tra equilibrio e strafottenza, tra libertà e menefreghismo. Forse la paura, per una volta, ci obbligherà ad avere fiducia nelle istituzioni e rispetto delle regole. A metterci nei panni dell’altro e vedere l’effetto che fa.

Prenderemo fiato.
Costretti finalmente a rallentare e a fermarci. A rinunciare all’organizzazione serrata delle nostre giornate, alla maledetta trappola del multitasking, all’equivoco della iperstimolazione ininterrotta. Imporremo una tregua forzata alla nostra sindrome di wanderlust, alla nostra smania di andare, di fare, di produrre. Di guadagnare, di spendere e di condividere ossessivamente le nostre esistenze perfette e invidiabili.

Prenderemo a cuore.
Il bene comune e l’interesse collettivo. I diritti dei più fragili, di quelli che di solito non hanno voce e ai quali, per una volta, presteremo le nostre corde vocali.

Prenderemo contatto.
A un metro di distanza dagli altri, ma uniti nell’attesa e nella consapevolezza. Uniti nel nostro destino di umani, che in definitiva è lo stesso per tutti, anche se tendiamo a dimenticarcene. Un contatto che, anche se a distanza, potrebbe finalmente tornare autentico: reale benché virtuale.

Prenderemo dei rischi.
Solo quelli indispensabili. Con prudenza e rispetto. Con intelligenza.

Prenderemo decisioni.
E si spera che saranno sagge e umane. Che non si porteranno dietro uno strascico inutile di rimpianto. Che non causeranno, soprattutto, conseguenze irreparabili.

Prenderemo coscienza.
Di quanto sia labile la vita, e per questo inestimabile. Di quanto possa cambiare all’improvviso, scuotendoci inesorabilmente dal nostro torpore. Di quanto sia indispensabile ridimensionare la nostra arroganza di umani e tornare a convivere in qualche modo con l’idea che non potremo mai avere il controllo sulla morte e sulla natura (e fortuna che è così, anche con tutto il male che fa).

Prenderemo coraggio.
E questo periodo surreale e faticoso passerà. Diventerà qualcosa che ricorderemo per la vita, forse anche con un monito di tenerezza per la piccolezza dei nostri figli e il tempo passato assieme a loro reinventandoci una vita che pensavamo di conoscere e invece era tutta da scoprire.

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4 Commenti

Barbara 10 Marzo 2020 - 20:46

Uno degli articoli più profondi e intelligenti …quelli che rimangono dentro. È il senso che cerco di dare a questo momento e che mi piacerebbe dessero tutti ….lasciamo da parte i lamenti e assaporiamo ogni istante di questo nuovo state insieme, di questo tempo lento che nessuno conosce più…

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Silvana - Una mamma green 11 Marzo 2020 - 08:29

Grazie per il complimento e in bocca al lupo di cuore!

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Anna 10 Marzo 2020 - 22:59

Commovente! Grazie

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