La sfida impossibile di mangiare “green”

by Silvana Santo - Una mamma green
alimentazione green difficoltà

Negli ultimi anni, portare in tavola tre pasti al giorno è diventata per me una sfida impegnativa, in qualche caso addirittura frustrante. La difficoltà che incontro sta nella pretesa di conciliare i gusti e le esigenze nutrizionali di 4 persone diverse con le mie convinzioni in tema di sostenibilità ambientale, con le necessità di salute e ovviamente con il bilancio familiare. Nel riuscire a servire, in poche parole, qualcosa che sia appagante per tutti, ma salutare e allo stesso tempo sostenibile, magari senza svenarsi. Una obiettivo che spesso, per la sottoscritta, si rivela semplicemente impossibile.

Io, per esempio, ho bisogno di contenere il più possibile l’apporto di carboidrati, ma d’altro canto mi sforzo da anni di mangiare carne il meno possibile, e faccio attenzione alla quantità di imballaggi e alla provenienza degli alimenti che scelgo. Per ragioni di salute, però, devo limitare anche i grassi, quindi non posso indulgere eccessivamente in uova e latticini, di cui peraltro sono particolarmente ghiotta. Il resto della famiglia, d’altro canto, preferisce almeno a pranzo mangiare il classico primo, che spesso diventa un piatto unico per riuscire a somministrare a tutti legumi e verdure invernali, che altrimenti non sarebbero affatto graditi. Non sto a dirvi, inoltre, che un altro mio preciso obiettivo consiste nel limitare il ricorso a piatti pronti o processati, di cui comunque ogni tanto non riusciamo a fare a meno, che si tratti delle polpette svedesi surgelate o di un pasto da asporto della gastronomia sotto casa.

Se avessi tempo, volontà ed energie sufficienti, potrei sbizzarrirmi nella preparazione quotidiana di zuppe, verdure, insalate, vellutate e minestre da affiancare alla “cucina standard”, a cui, inevitabilmente finisco col dare la priorità. Ma non è di certo il mio caso, e la realtà è che spesso mi ritrovo a dover scegliere tra una serie di compromessi possibili: arrendermi a un pasto carnivoro, ma che magari è rapido da preparare e rispondente alle mie esigenze nutrizionali. Oppure rassegnarmi a mangiare un pasto che è sì vegetariano, ma troppo processato oppure non esattamente “salubre” o magro. O ancora, e forse questa è l’opzione che mi dà più fastidio, piegarmi al prodotto fuori stagione, che magari “risolve” un contorno, ma tradisce di fatto molti dei miei principi basilari.

Se con i miei commensali spesso me la cavo, per quanto riguarda me stessa non capita di frequente di sedermi a tavola e sentire che sto mangiando davvero “la cosa giusta”, in termini sia di impatto sull’ambiente che di apporto calorico e nutrizionale e di appagamento del gusto. L’obiettivo di sentirmi in forma e soddisfatta e allo stesso tempo “rispettare l’ambiente” e non spendere una fortuna, mi sembra sempre più spesso una chimera irraggiungibile.

So che molte e molti “food influencer”, o semplicemente persone più organizzate di me, si dedicano a una meticolosa preparazione di menu settimanali e provviste di cibo pronto (o quasi) per l’intera settimana. Personalmente, però, non sempre ho voglia di investire il mio prezioso tempo libero ai fornelli. Mi capita di farlo, certo, ma non è una costante. Ci sono molte altre cose che si contendono il mio tempo, a cominciare dai giochi coi miei figli, dai miei amati libri, dalle serie TV.

Voi come fate? Cosa guida le vostre scelte e abitudini alimentari? Riuscite a trovare la quadra, oppure cedete inesorabilmente al compromesso? Forse sono io che pretendo troppo dalla sottoscritta. Non sarebbe la prima volta, d’altra parte.

You may also like

3 Commenti

L'angolo di me stessa 12 Gennaio 2021 - 15:12

Siamo sulla stessa barca amica!! 😀
Io cerco di essere più rigorosa possibile durante la settimana lasciandomi invece all’asporto/junk food durante il fine settimana.
A pranzo me la cavo sempre con una pasta condita con sugo di verdure, il ragù rimane un piatto per il weekend, così come la carne in genere, difficile che la cucini se non è per una grigliata tra amici o magari della carne bianca. La sera vado spesso di zuppe o passati in inverno, magari non sono amati, ma sono imprescindibili per i legumi (mangiando poca carne) oppure torte salate.
Tengo i piatti pronti in freezer per giornate particolarmente complicate cercando comunque qualcosa di “sano” tipo polpette o hamburger vegetali. Quello che mi salva la vita anche se so non essere proprio sostenibile sono le insalate in busta: i miei mangiano quintalate di insalata e doverla lavare, tagliare e asciugare mi prenderebbe sempre troppo tempo, soprattutto se sono senza il marito come in sto periodo.
Si fa quel che si può, già pensarci e scervellarsi secondo me è indice che ci tieni e farai comunque il possibile…almeno è quello che mi dico sempre! By una che pretende sempre troppo da sé e dagli altri! 😉

Reply
mamma avvocato 29 Gennaio 2021 - 10:28

Allora, da dove comincio? Forse sai che io ho una moltitudine di allergie, non propriamente alimentari ma incrociate con gli alimenti, quindi di fatto sto male con quasi tutta la frutta, la verdura ed i legumi. Mi rimane ben poca scelta di alimenti vegetali, comunque da consumare previa bollitura. Dunque la mia alimentazione è prevalentemente a base di cereali, carne, uova e latticini. Non è una scelta ma una necessità e la patisco molto, soprattutto perchè come te devo fare attenzione ai carboidrati e non amo particolarmente la carne. Il pesce qui si trova solo surgelato e lo consumiamo una sola volta a settimana perchè è pure particolarmente insapore. Cottura semplice. Non acquisto quasi prodotti preparati per il rischio allergie ma neppure posso lanciarmi con zuppe e minestre. Quindi mi sforzo semplicemente di variare il piu’ possibile, introducendo ogni tanto anche alimenti non abituali nella dieta della zona ma senza pormi troppo il problema della stagione e del prodotto sostenibile, perchè altrimenti morirei di fame. Se trovo le verdure di stagione da amici/parenti che hanno l’orto (o dal mio mini orto, dalla scorsa primavera), ne acquisto in quantità, cucino e surgelo. Se no mi adatto al discount. A parte per la carne: infatti consumiamo pochissima carne bianca perchè non ne trovo di garantita e nulla so delle condizioni di allevamento; ogni tanto carne di maiale da allevamento della zona (che pero’ comunque è intensivo, purtroppo) e in pratica quasi solo carne di vitello. Questo perchè la compro due volte all’anno da due allevatori locali, che tengono le bestie al pascolo e non usano mangimi, solo il loro fieno. So che il fomaggio, quasi tutto locale, è lavorato nelle due latterie vicine a casa e so chi ci lavora e come. Pero’ so anche che purtroppo non tutto il latte viene dalle mucche al pascolo nella Regione. Le uova le acquisto dalla vicina di casa, che ha le galline, ma solo d’estate perchè di inverno le galline della zona producono poco e bastano solo per chi le tiene. Gastronomie e ristoranti da asporto, non pervenuti nel mio paese. Pizza si’ e una volta ogni 15 giorni la prendiamo! Spazio tanto per le farine, da quella di castagna, al pignoletto rosso che prendo al mulino di Montalto (di cui è prodotto certificato),al farro, al riso, al mais, al grano saraceno. Pero’ molto di co’ che cucino per i bambini, poi io non posso mangiarlo e finisco per arrangiarmi con tonno in scatola e patate al forno. Ho il mulino in paese. Pero’ come viene coltivata la materia prima? Non lo so. Ah ecco, riso da coltivatori diretti di Vercelli e Novara ma non sempre ci basta quell che reperiamo e ne consumiamo molto. Quindi ci provo, non tanto per ragioni ambientali ma perchè penso che siamo anche cio’ che mangiamo. Pero’ i compromessi sono tantissimi e mi dispiace molto per questo. Bisognerebbe fare di piu’? Si’, ma sarebbe un lavoro a tempo pieno! Tutta questa pappardella per dirti che ammiro i tuoi sforzi e mi sei da esempio ma ricordati che siamo umane…

Reply
Guido M. 12 Febbraio 2021 - 15:23

Molto interessante. Una bella riflessione 🙂

Reply

Lascia un commento