Come evitare le ragadi al seno

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Come evitare le ragadi al seno? Se lo chiedono molte mamme in attesa, magari preoccupate (per non dire terrorizzate) dai racconti splatter generosamente elargiti da conoscenti più o meno fresche di allattamento al seno. Prima che nascesse il mio primogenito, per esempio, ricordo bene di essere stata spesso intrattenuta con storie più o meno cruente e di essere stata incoraggiata al grido di “tanto le ragadi, all’inizio, sono inevitabili”. La verità però è un’altra, ed è che è possibile allattare senza soffrire. Ed evitare le ragadi si può, seguendo qualche accorgimento.

Le ragadi sono delle lesioni della pelle che si possono manifestare nell’area del capezzolo e dell’areola (la parte scura attorno al capezzolo) durante l’allattamento. La loro gravità può variare, ma in ogni caso si rivelano molto dolorose per la mamma, tanto da rendere talvolta insostenibile il proseguimento dell’allattamento al seno. Premesso che non sono un’addetta ai lavori, ma ho allattato due figli per quasi 4 anni complessivi, ecco alcuni consigli utili per evitare la comparsa di ragadi al seno durante l’allattamento.

Trovare una posizione comoda

Prima della poppata, è importante sistemarsi in una posizione comoda, che consenta di restare a proprio agio per tutto il tempo necessario, senza stancarsi né provare tensione in alcuna parte del corpo. Per evitare le ragadi al seno, è importante, inoltre, che la madre non assuma una postura “chinata” per permettere l’attacco del bambino, ma che, al contrario, avvicini il piccolo al proprio corpo, sostenendolo nel modo migliore. Si può allattare comodamente da straiate, soprattutto di notte, oppure sfruttare il supporto di un cuscino da allattamento, che permetta di mantenere una posizione di comodità e di sicurezza per la mamma e per il bambino. Il mio consiglio è di scegliere un cuscino multifunzione, che possa essere utilizzato non solo per allattare, ma anche come supporto durante la gravidanza e, dopo i primi mesi di vita, come sostegno per il bambino durante il gioco.

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Come evitare le ragadi al seno: l’attacco corretto

Un’altra cosa fondamentale per evitare le ragadi al seno durante l’allattamento è assicurarsi che il neonato si attacchi in modo corretto. Prima di tutto, il bimbo dovrebbe essere posizionato con la schiena, il collo e la testa allineati, con il mento verso l’alto e il naso che “punta” verso il seno materno. La bocca del poppante, inoltre, deve accogliere l’intera areola o gran parte di essa, in modo che l’attacco sia corretto e la suzione sia efficace. In caso contrario, non solo sarà difficile per lui succhiare la giusta quantità di latte, ma l’allattamento sarà doloroso, il seno potrebbe non essere svuotato a sufficienza (con il rischio di ingorghi e mastite) e potrebbero comparire, appunto, le fastidiose ragadi.

Chiedere aiuto, se necessario

Non sempre è così facile favorire il corretto attacco del bambino al seno, o verificare che effettivamente tutto stia andando per il meglio. Per evitare le ragadi al seno, è utile rivolgersi a una consulente o una ostetrica esperta in tema di allattamento al seno, che potrà appunto monitorare la situazione e verificare che la poppata avvenga nel modo corretto, correggendo l’attacco qualora ce ne fosse bisogno. Anche in assenza di lesioni, se la suzione risulta molto dolorosa è consigliabile rivolgersi a un’esperta, perché in condizioni normali allattare non dovrebbe risultare doloroso per la mamma (può invece essere fisiologico provare un certo fastidio o una specie di tensione nei primi secondi della poppata, specie nelle prime settimane di allattamento).

Allattare a richiesta

Allattare a richiesta permette al seno di tarare la produzione di latte sulle effettive necessità del lattante, che riuscirà di conseguenza a drenare il seno in maniera efficace. In questo modo, si potranno evitare tensioni e ingorghi che possono rendere l’attacco più complicato e favorire la comparsa delle ragadi al seno. Se il seno risulta troppo gonfio o teso al momento della poppata, è bene svuotarlo un poco manualmente prima di porgerlo al bimbo, in modo che possa attaccarsi correttamente.

Prendersi cura della propria pelle

Specialmente in una primipara, le prime settimane di allattamento possono risultare comunque “stressanti” per la pelle delicata del seno, anche quando l’attacco del neonato è corretto e le poppate si succedono senza inconvenienti. Per evitare le ragadi al seno, possono essere utili alcuni accorgimenti quotidiani nella cura del proprio corpo: non lavare il seno con detergenti aggressivi (basta un po’ di acqua tiepida); lasciare se possibile i capezzoli scoperti almeno per qualche minuto dopo ogni poppata; indossare biancheria intima di cotone, morbida e traspirante; applicare sui capezzoli qualche goccia del proprio latte (ha proprietà disinfettanti e cicatrizzanti); utilizzare coppette assorbilatte lavabili, in fibra naturale in silicone, o comunque sostituirle spesso per scongiurare infezioni e ristagno di umidità; indossare, tra una poppata e l’altra, dei paracapezzoli in argento, che vantano proprietà antibatteriche e favoriscono la cicatrizzazione, senza rilasciare sostanze pericolose per il bimbo né odori che possano infastidirlo.

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Occhio all’anatomia!

Se le poppate risultano frustranti e dolorose anche dopo aver adottato ogni accorgimento possibile, è bene controllare che non sussistano particolari condizioni anatomiche che possono complicare in qualche modo l’allattamento, come il capezzolo piatto o il frenulo linguale corto nel neonato. Anche in questo caso, il consiglio è di rivolgervi a una consulente in allattamento (le trovate sul sito IBCLC o su quello de La Leche League) o a una ostetrica di comprovata esperienza in materia.

Post in collaborazione con Koala Babycare, azienda che produce articoli di puericultura pensati per favorire l’allattamento al seno, come il cuscino da allattamento Koala Hugs (multifunzione, completamente sfoderabile, rivestito in 100% cotone) e i paracapezzoli d’argento, con proprietà antibatteriche e cicatrizzanti.

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2 Commenti

S. 19 Giugno 2019 - 10:32

Tutto giusto. A volte però nonostante tutti questi accorgimenti il dolore rimane ed è cosi intenso e frustrante da non consentirti di proseguire con l’allattamento. Ovviamente parlo per esperienza personale. E l’ostilità che ho percepito quando ho preso l’unica decisione possibile per non impazzire mi ha portato tanto dolore quanto le ragadi. Ostilità anche e sopratutto da persone “addette ai lavori”, ostetriche e infermiere in primis. Per fortuna non ho avuto intorno a me solo loro.. ma comunque sarebbe bello se davvero venisse messa al primo posto l’empatia verso le persone in generale e verso una neomamma in particolar modo. Invece spesso parlano i pre-giudizi.

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Silvana - Una mamma green 21 Giugno 2019 - 12:36

Sì, posso immaginare benissimo, purtroppo. Prima o poi ci arriveremo, mi auguro…

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